(Capitolo 42) Il confine fra ragione e torto

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NOTA: il capitolo contiene scene "pesanti" e discussioni "animate". Se non ve la sentite o non vi va, non leggetelo. Potete saltarlo. 

[ LEXA / MOLLY ]

Alcuni gironi dopo...

Lexa dopo aver saputo che la madre di Clarke, era restia a festeggiare il compleanno della figlia, decise di agire. Infondo era per colpa sua se avevano litigato. E forse poteva trovare in Molly una alleata.

Si presentò al pub all'orario di pranzo. Quando praticamente il locale era ancora chiuso ed erano sole, così avrebbero potuto parlare.

"ciao Molly" salutò Lexa che trovò una Molly intenta a fissare le foto del marito

"ehy tesoro...come va la spalla?" s'informò

"meglio...fra qualche giorno penso che mi toglieranno il gesso...finalmente" aggiunse alla fine e dopo una pausa chiese "tutto ok?"

Molly aveva gli occhi rossi, segno che aveva pianto. "si...solo un po' di nostalgia. Sai...oggi è l'anniversario di morte di mio marito." rivelò e versò altre lacrime

Lexa non ci pensò due volte, non disse assolutamente niente, perché sapeva benissimo, ci era già passata, che in quel momento le parole non servono affatto, si avvicinò e l'abbracciò stretta. Stettero un po' così finché...

Molly si sollevò dicendo "oh mio Dio, scusami. Dovrei essere io l'adulta qui..." disse asciugandosi la lacrime e cercando di darsi un contegno e aggiunse "ma tu sei venuta qui per un motivo preciso..." disse e chiese "vuoi mangiare qualcosa?"

"no..sono apposto. Grazie. In realtà non sono qui per questo...volevo parlarti di una cosa importante." disse e guardandola aggiunse "mi servirebbe il tuo aiuto"

"ma certo, dimmi tutto" disse Molly che aveva già qualche sospetto

"ecco...io...ti volevo chiedere se potresti parlare con la madre di Clarke. Sai io e lei non abbiamo proprio un gran rapporto. E Clarke e sua madre hanno litigato per colpa mia. E in qualche modo volevo rimediare. Si tratta del compleanno di Clarke. Io voglio che abbia una grande festa. La mia piccola se lo merita..."

"la tua piccola" la interruppe, non era una domanda ma un osservazione

Lexa rise per la gaff che aveva appena fatto...ormai si era abituata a chiamare Clarke la sua piccola che lo aveva fatto pure con altri... "io....volevo dire..." tentò di giustificarsi, ma non ce n'era bisogno

"oh sta tranquilla...che vuoi un mondo di bene alla mia bambina ormai l'ho capito...è talmente evidente che se ne accorgerebbe anche un ceco" rise

"allora mi aiuterai? 18 anni si fanno una volta sola..."

"ma certo...ci avevo già pensato. Clarke avrà la sua festa. Non ti preoccupare, mi occupo io di Abby" rispose sorridente

"grazie, Molly. Sapevo di poter contare su di te"

"sempre mia cara...sempre"

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[ LEXA / CLARKE ]

Il giorno dopo...di buon'ora...

[suono del campanello]

Lexa era seduta sul divano, stava leggendo un libro di università. Con tutto quello che era successo...aveva perso un sacco di lezioni. Lo posò sul tavolino e alzandosi si chiese chi mai potesse essere a quell'ora...

Quando aprì la porta...si ritrovò davanti...

"Clarke? Che ci fai qui?" chiese e poi aggiunse "a quest'ora?"

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