(Capitolo 26) Il test "mamma"

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[ CLARKE / LEXA ]

Lexa accompagnò a casa Clarke...

Un po' come faceva con le altre ragazze la sera tardi...

... a loro insaputa ovviamente.

Per tutto il tragitto dalla biblioteca a casa di Clarke...nessuna delle due proferì parola.

Clarke era evidentemente nervosa. Lexa lo notò... ma non sapeva cosa dire per tranquillizzarla.   

Quando arrivarono davanti al cancello, che accompagnava una grande recinzione, Clarke si bloccò.

"Wow...la recinzione è bella alta. Sembra quasi che vogliate tenere fuori il mondo" commentò Lexa

Quando vide che Clarke non diceva nulla si voltò a guardarla. Notò che fissava il cancello, terrorizzata. Tremava.

Clarke, si mise a fissare il cancello come se fossa un nemico da combattere. Un nemico che poteva inghiottirla da un momento all'altro. E lei aveva solo un mazzo di chiavi per fermarlo. Le uscì dalla tasca tremando.

No. Non ce la faccio a vederla così  

Le afferrò la mano, con le chiavi, tremante. E si mise davanti come a volerla proteggere da qualcosa  di trasparente. Le faceva da scudo. E la fissò dritta negli occhi. Questo sembrò tranquillizzarla un po'.

Di cosa hai paura piccola Clarke? Dimmelo. Non sarà di certo tua madre a fermarmi. Troverò un altro modo per continuare a vederti.

Era quello che avrebbe voluto dirgli, ma non lo fece. Invece disse "andrà tutto bene, vedrai" la incoraggiò ad aprire.

Clarke infilò la chiave, girò e spinse il cancello verso l'interno.

Ti prego, fa che non ci sia. Fa che non ci sia, ti prego...

Ma come mise piede dentro...la notò subito.

L'auto di sua madre era nel vialetto.

No. perché...perchè? Non torna mai per cena...proprio oggi...  

Lexa si guardò intorno...

...la casa era grande...a vetri con tanto di vialetto. Una piscina e un vasto giardino.

"non è come sembra" si affrettò a dire "come ti ho accennato la prima volta che mi hai accompagnato la casa era dei miei nonni. Mia madre l'ha ereditata. Sai...ci teneva molto. Lei ci è cresciuta qui..."

"mantenerla deve costarvi parecchio...però è molto bella"

"già. Mia madre ci spende buona parte del suo stipendio da primario. Però non si può vendere una cosa che fa parte di te."

Sì Lexa lo sapeva bene. Lei stessa viveva ancora nella casa dei suoi genitori, pur costando troppo. Ma era la casa dove i suoi avevano fatto sacrifici. Era il loro nido d'amore. E lì avrebbero tirato su una famiglia se solo il destino non si fosse intromesso. Sì capiva perfettamente. Non si può vendere...o nel suo caso perdere, una cosa che fa parte di te. Ed era proprio per questo che lei stava lottando con tutta se stessa contro coloro che volevano portargliela via. Ma non voleva pensarci adesso...aveva un "test" da superare.

Lexa la vide  terrorizzata e decise di sdrammatizzare "cosa devo aspettarmi? Un drago che sputa fuoco?"

Clarke la fissò sorridente.

Missione compiuta...

Lexa ricambiò il sorriso e disse "andiamo"

S'incamminarono insieme nel vialetto fino ad arrivare ad un portone a vetro. Abby l'intravide e li raggiunse. Aprì e si bloccò sul portico.

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