(Capitolo 9) Sogni e realtà - seconda parte

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[ CLARKE ]

Clarke si trovava davanti al cancello della scuola, quando la campanella di inizio lezioni suonò.

Svogliatamente si diresse in classe con i suoi compagni. Era la prima volta che non entrava da sola, per prima. Ma questa volta non prese i libri per ripetere. E cosa doveva ripetere? Erano settimane che non apriva libro. Erano settimane che disegnava, disegnava e basta. Ormai quella ragazza occupava i suoi pensieri di giorno e i suoi sogni di notte. Era un'ossessione.

Prese il blocco da disegno e continuò a disegnarla. Era più forte di lei, non riusciva a farne a meno.

Durante le ore scolastiche Clarke non fece altro che disegnare...non i progetti scolastici...ma lei. Sempre e soltanto lei.

"Griffin..." urlò l'insegnate di disegno

Clarke non alzò la testa, rimase lì ferma con la matita a mezzaria, con la mano che tremava.

"si può sapere che stai facendo?" chiese ancora la prof. che quando notò che Clarke non rispondeva si alzò e si mise davanti al banco. Notò subito il blocco da disegno. Clarke non stava disegnando quello che lei aveva chiesto. Così afferrò il blocco. Clarke si sentì morire "no, per favore" balbettò.

"cosa sono questi?" chiese riferito ai disegni che ormai tutti potevano vedere da quella posizione. La prof teneva il blocco in alto.

Clarke non rispose, si limitava a guardare quel blocco. Quel blocco che le era stato tolto. Quel blocco dov'era raffigurata lei. Si sentiva mancare l'aria. "per favore" balbettò di nuovo.

"invece di fare questi scarabocchi, dovresti concentrarti sui progetti da portare agli esami, il tuo rendimento scolastico sta calando Griffin. Vedi di darti una svegliata. O di questo passo verrai bocciata. Per quanto riguarda questo..." disse agitando il blocco in aria "...per il momento lo tengo io. Se per la fine della lezione mi avrai consegnato almeno un progetto completo te lo ridarò" disse allontanandosi

Stronza!

Le veniva da piangere. Sentiva le sue compagne ridere. Fece finta di disegnare, poi al suono della campanella tirò fuori un progetto fatto in precedenza, in realtà l'unico. Si alzò e lo buttò aggressiva sulla cattedra "il blocco" disse guardando la prof dritta in faccia

La prof che fino a poco prima lo aveva guardato tutto, ogni singolo disegno. Clarke si era chiesta come diavolo si permetteva, stava violando la sua privacy. Lo prese e glielo porse "per questa volta Griffin. La prossima volta che ti becco a fare altro nelle ore scolastiche, primo ti metto una nota e secondo questo te lo sequestro e lo consegno a tua madre" disse poi prese la sua roba e uscì dall'aula.

Clarke rimase lì impalata "ma vaffanculo" sussurrò. Poi alzando lo sguardo si accorse che i suoi compagni la stavano fissando "che cazzo avete da guardare?" chiese per poi precipitarsi fuori dall'aula per andare in bagno. Almeno lì poteva piangere di nascosto.

Si appoggiò al muro e scivolò lentamente a terra. Si portò le gambe al petto e circondandole con le braccia ci affondò la testa. Piangeva. Non riusciva a capire cosa diavolo le stesse succedendo. Ma da quel giorno, da quell'incontro, si sentiva diversa. Ma non riusciva a capire in che senso. Perché una ragazza incontrata così per caso, le mancava così tanto?

Più tardi venne raggiunta, dalla compagna di banco. La prof dell'ora successiva l'aveva mandata a chiamarla per rientrare in classe.

Così si alzò, si sciacquò il viso e insieme alla sua compagna mentre facevano rientro in classe...

The warrior in blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora