Capitolo ottavo❤

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L'unica cosa che avevo sentito erano un paio di braccia avvolgere il mio corpo.

Sentivo che stava cercando di consolarmi, ma nessuno avrebbe potuto salvarmi da un simile destino.

Sapevo che non si sarebbe fermato finché non mi avrebbe avuto, questa volta completamente.

Non si sarebbe fermato, mi avrebbe distrutto lentamente, dolorosamente per la seconda volta, ma questa volta avevo la sensazione che non sarei sopravvissuta.

Loro erano tutti lì, ma non avevano idea di quello che avevo passato, di quello che stavo passando ancora adesso.

Avrei voluto piangere, urlare e spaccare ogni cosa che mi fosse venuta a tiro, ma non riuscivo a muovermi.

Ero paralizzata dalla paura.

Delle mani gentili tolsero la mie una ad una per poi stringermi di più a sé.

Non potevo buttar giù le mie preoccupazioni, le mie paure su di loro.

Non ero al sicuro, non erano al sicuro nemmeno loro se mi avessero avuta vicina perciò dovevo andarmene.

"Mi dispiace ragazzi, ma devo andare." Dissi cercando di rialzarmi, ma ricaddi sul piccolo divano su cui mi ero seduta dopo essere entrata in salotto.

Le braccia di Ben mi avevano sorretta.

Gli ultimi avvenimenti di quei giorni mi avevano purtroppo stremata.

Non osavo aprire gli occhi, non volevo vedere le espressioni dei loro volti.

"Hai bisogno di riposo." Mi disse fermamente Ben.

Non gli risposi.

La verità era che non sapevo che dire.

"Le prendo un po' d'acqua" disse Fede.

Avevo capito che si era alzato per prendermi un bicchiere d'acqua, ma sapevo già che non mi avrebbe calmato.

Non ci sarebbero riuscite neanche due dita di whisky.

"Amy che ti succede?" Mi chiese dolcemente Ben.

"Con me puoi parlare" continuò dolcemente.

"Ben..." Sussurrai

"è qualcosa di cui non mi piace parlare." Gli dissi.

"Puoi fidarti di me. Dopo ti sentirai meglio." Mi disse lui.

"Lo so, ma finirei per scaricarti addosso tutti i miei problemi. E non è giusto." Ribattei.

"Voglio aiutarti, permettimelo." E a quel punto cedetti. Sospirai e aprii di nuovo gli occhi.

Mi spostai un po' più in là sul divano e iniziai a raccontare guardando un punto oltre le loro spalle che non vedevo neanche.

Sentivo la mia voce come una di quelle lontane, come se non fossi io a pronunciare quelle parole.

"Era il 27 Novembre di tre anni fa. Ero una ragazza normale che pensava solo a realizzare i suoi sogni, a vivere la propria vita con la sua stupida ingenuità." Iniziai e sospirai, ma poi continuai

"quel giorno andai in ospedale perché mi ero slogata il polso destro. Non mi ricordo nemmeno quanto tempo mi fecero aspettare in sala d'attesa, poi mi chiamarono e mi fasciarono il polso dopo averlo controllato, mi diedero un antidolorifico per il dolore che mi intontì. Ero stanca me ne stavo per andare e fu proprio in quel momento in cui lui agii. Mi stavo incamminando verso il corridoio tranquillamenteall'improvviso qualcuno mi afferrò bloccandomi e tappandomi la bocca. Per un attimo avevo perso i sensi, quando mi ripresi ero in una stanza, una specie di piccolo magazzino e lui era lì. Era seduto su una sedia e mi fissava. Mi doveva aver letto la confusione negli occhi perché aveva iniziato a parlare. "Non voglio farti del male, voglio solo che tu sia mia." Mi aveva detto. Un lungo brivido di paura mi aveva attraversato la schiena. Avevo deglutito sonoramente. Non aveva detto più nulla. Si era alzato e mi si era avvicinato. Le sue intenzioni erano chiare, lampanti, ma non avevo intenzione di cedere. Aveva cercato di spogliarmi, ma avevo iniziato a dimenarmi. Dentro di me, continuavo a ripetermi che non glielo avrei permesso. Si era innervosito molto perché non mi arrendevo a lui, ma io non ero le altre, io ero me e non gliel'avrei permesso. A quel punto riuscii a dargli un calcio dove non batte il sole, ma si arrabbiò così tanto. Ricordo ancora il suo sguardo di fuoco. Iniziò a picchiarmi molto forte. Calci, pugni, schiaffi. Alla fine ero stata irriconoscibile. Un giovane infermiere stava passando casualmente di là e chiamò la sicurezza. Lo fermò, ma ne uscì un po' malconcio anche lui. Mi portarono di corsa in sala operatoria. Mi aveva rotto la milza, causato un leggero trauma cranico, varie lesioni interne, il polso si era definitivamente rotto così come il braccio sinistro e mi aveva rotto entrambe le gambe. Ero tumefatta ovunque. Considerarono un miracolo che riuscii a cavarmela. Sono viva per miracolo. Ci fu un processo, anche se a lui riferirono che ero morta, che non ce l'avevo fatta, ma non gli imputa l'accusa di omicidio perché ero ancora viva, io ce l'avevo fatta. Col passare dei mesi mi sono ripresa lentamente fisicamente, ma emotivamente è stato totalmente difficile che ho incubi ancora adesso. Solo Dio sa quante volte ho pensato che sarebbe stato meglio non avercela fatta. Ho passato un interno anno chiusa in casa dopo l'accaduto e avevo deciso di venire a Milano per ricominciare a vivere la mia vita. Ieri... ieri essermelo ritrovato davanti è stato come rivivere tutto. So che prima o poi capirà che sono viva, se già non l'ha capito, so che verrà a cercarmi e stavolta non si limiterà, non si fermerà." Conclusi la mia storia con un sospiro, abbassai la testa e chiusi gli occhi.

Mi portai la mano destra alla tempia destra e iniziai a massaggiarla.

Dopo tutte quelle emozioni, mi era venuto un gran mal di testa.

Sentii le braccia di Ben stringersi ancora di più intorno a me.

Appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla mentre le lacrime scendevano silenziose dai miei occhi.

Un momento dopo me lo ritrovai tutti vicini.

"Amy, ci dispiace davvero tanto. Non possiamo sapere veramente cos'hai passato, ma sappi che noi ci siamo e che non gli permetteremo di farti ancora del male." Mi disse Fede.

Loro non capivano.

Alzai la testa quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.

"Non posso permettere che vi faccia del male e se avrete a che fare con me, lo farà. Non si fermerà." Gli dissi.

"Non farà niente, tranquilla." Mi rassicurò Yuri.

"Perché fate tutto questo per me?" Chiesi loro.

All'inizio nessuno di loro mi rispose poi fu Fede a parlare.

"Non lo faccio soltanto perché hai salvato la mia nipotina, ma anche perché non mi piace che qualcuno faccia del male alle ragazze. Sei molto più forte e coraggiosa di quello che credi."

Le sue parole mi diedero un po' di coraggio.

"Io e Zambo la pensiamo come Fede" mi disse Yuri.

"Esatto..." Confermò Zambo.

Mi staccai lentamente dall'abbraccio e guardai Ben che ricambiò il mio sguardo.

Non rispose alla mia domanda subito, ma alla fine si decise.

"Le persone come te sono rare, se non addirittura uniche. La tua forza ecco perché. Non ho mai conosciuto una ragazza con tutta questa forza. Non tutte avrebbero cercato di riprendere in mano la propria vita, né avrebbero cambiato città da sole. Vorrei che fossimo amici." Mi aveva detto lui.

Gli avevo letto la sincerità negli occhi.

E in qualche modo sapevo che dentro di me ciò che mi avevano detto, in particolare le sue parole, mi avevano lasciato un qualcosa di positivo, una speranza nuova che avevo avvertito soltanto quando mi avevano detto che il mio sogno stava quasi per diventare realtà.

Non sapevo cosa dire, li guardavo soltanto cercando di capire, ma ancora di più di mettere ordine nella mia testa.

"Vi ringrazio di cuore ragazzi" gli risposi con le lacrime agli occhi.

Non ero mai stata il tipo da avere chissà quanti o quali amici maschi, anche perché nessun ragazzo mi aveva mai calcolata veramente e se lo avevano fatto era soltanto perché pensavano che sarebbe stato facile portarmi a letto come molte altre ragazze.

"Andrà tutto bene, vedrai" mi disse Ben guardandomi negli occhi.

Il mio sguardo si era soffermato su di lui.

Era così bello che non ti stancavi mai di guardarlo, ma appena lo guardavi nei suoi meravigliosi occhi, se eri una persona che prestava attenzione, riuscivi a capire che c'era molto di più oltre la bellezza.

In un certo senso era come se l'avessi sempre pensato.

Dopo quell'imbarazzante silenzio decidemmo di andare nel mio appartamento per prendermi qualche indumento pulito visto che avrei passato alcuni giorni lì a casa di Ben.

Stavamo quasi per alzarci quando il campanello suonò annunciando l'arrivo di una visita.

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Ciao🙈❤Come state? Ecco un altro capitolo...finalmente ecco cosa le è successo tre anni prima..❤

//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora