Capitolo TRENTATRE ❤

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Mi risveglio confusa, come se tutto non fosse mai successo, come se gli ultimi giorni non fossero mai esistiti.

Mi guardo lentamente intorno cercando di rimettere insieme tutte le parti di quel ennesimo sogno, ma tutto ciò che riesco a vedere sono due profondi occhi verdi che mi scrutano silenziosamente quando il mio sguardo si posa casualmente verso destra.

Nessuno di noi due inizialmente parla, poi sono io che, facendomi coraggio, gli chiedo perché mi trovassi lì.

"È la tua stanza" mi risponde con semplicità, come se tutto ciò fosse talmente ovvio che non ci fosse neanche il bisogno di dirlo.

"Si, ma...non dovrei essere qui io la finestra... e..." balbetto.

"Davis" mi dice solamente come se dovessi trarre le mie conclusioni da me.

"Non...non capisco" rispondo iniziando a tirarmi su molto lentamente.

Davis era il ragazzo della fotografia insieme a Claire per cui Fede aveva frainteso e... Claire!

Dov'era? E stava bene? E gli altri?

<< Ti preoccupi anche adesso? Dovevi pensarci prima di farli stare male, cogliona. >> mi rimprovera aspramente la mia coscienza.

<< Sempre a rompere tu, eh? Soprattutto quando non servi. >> Le rispondo io nello stesso tono.

<< Volevi che facessi il mio lavoro? Beh, adesso non lamentarti. E soprattutto chiedi scusa e non riprovarci mai più. >> Mi risponde seriamente.

<< Hai ragione. >> le rispondo sperando che almeno così si azzittisca per un bel po' di tempo. E stranamente così fa.

"Va tutto bene?" mi chiede Ben dopo avermi chiamato più volte.

"Si si grazie...stavo solo pensando " gli rispondo tornando a guardarlo.

"Senti...Ben?" lo chiamo piano. Non so se a lui va di ascoltare le mie scuse e ciò che ho da dire.

"sì?" mi risponde tranquillamente.

"Mi dispiace..." sussurro abbassando velocemente lo sguardo sulle mie mani.

"Ti dispiace! Dimmi semplicemente perché lo hai fatto? Perché hai cercato di suicidarti.." mi risponde con una fredda tranquillità che mi fa venire i brividi.

Non parlo per qualche secondo poi mi faccio coraggio e, guardando un punto imprecisato davanti a me, comincio a dire tutto ciò che sento.

So che a lui posso dire tutto, so che lui mi ascolterà fino alla fine.

"In questi giorni mi sono sentita... sola e ho riflettuto molto sulla mia vita. Su tutto quello che ho vissuto, su tutte le mie esperienze, su tutto quello che ho dovuto affrontare fino a qui. Ho pensato ad ognuno di voi, alla mia famiglia, a ciò che sento. Ho provato così tante emozioni contrastanti che alla fine non sapevo più come riuscire a distrarmi. Non avevo pensato al suicidio, solamente che sareste stati tutti molto meglio senza di me, se me ne fossi andata non avreste più avuto un bersaglio sulla schiena e nessun altro si sarebbe fatto male. E così è successo ciò che è effettivamente successo. Ho avuto paura, ma il coraggio di buttarmi mi è stato dato dalla consapevolezza che quantomeno sareste stati tutti al sicuro senza me tra i piedi." gli spiego piano.

Chiudo gli occhi perché sebbene gli avessi appena detto quello che agli altri non avrei avuto il coraggio di dire, non ero riuscita tuttavia ad alzare la testa e a guardarlo dritto negli occhi come sarebbe stato giusto fare.

Mi avevano sempre insegnato ad affrontare i problemi, ma tutto oramai era diventato più grande di me.

Avevo perso ormai il controllo di ogni cosa, anche della più semplice, della più naturale.

//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora