Capitolo quarantacinque ❤

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Dopo una tormentata decisione avevo cercato di parlare con lei, ma non c' era stato nulla da fare.

Era circondata dai suoi amici e dal suo ragazzo come un osso da un branco di cani, soltanto che nel suo caso fungevano più da guardie del corpo che dal resto.

Non riuscivo a sopportare di vederla con lui, ma non potevo non cercare di comprendere che dopo così tanto tempo lei avesse deciso di rifarsi una vita e ci stesse finalmente riuscendo.

Mi ero reso conto di averla vista spaventata in più di un occasione.

Aveva avuto paura di sé stessa, del mondo e di tutte le persone che incontrava per strada.

Per lei era diventato un continuo guardarsi le spalle.

Avrei potuto diventare suo amico e ricominciare così il nostro rapporto, ma ogni qualvolta ci avevo provato, non ero riuscito a sopportarlo.

Non dopo quello che eravamo stati insieme, non dopo essere stati insieme ed aver vissuto una storia d' amore vera, intensa.

Una storia quasi come nelle favole.

Eravamo meglio di Bonny e Clade.

Eravamo il meglio l' una per l'altra.

Eravamo il nostro tutto.

E tutto questo ora è terribilmente distrutto, completamente distrutto e senza via d'uscita.

Lei si era mai sentita come me?

Come se le mancasse qualcosa?

Come se le fosse mancata metà di sé stessa?

Vuota?

Senza speranze?

Senza riuscire a comprendere perché la vita sia stata così crudele con due persone che si amavano talmente tanto da essere quasi una persona sola?

Io l' avrei aspettata, l' avrei aspettata per sempre.

Mi riscuoto dai miei pensieri mentre sento il grosso portone in legno sbattere e me la ritrovo lì davanti, bellissima come la sera prima, bellissima ancor di più di quando era stata soltanto mia.

Mi riscuoto dal mio stato di trance quando mi accorgo che è da sola e che sta indossando un foular sulla testa e un paio di occhiali da sole neri.

Dove stava andando così di fretta?

Non aveva alcuna importanza.

Dovevo fermarla prima che le accadesse di nuovo qualcosa di spiacevole.

Scendo in fretta dalla macchina e aumento di poco il passo fino a camminarle a fianco.

Lei sussulta un attimo prima di girarsi di scatto nella mia direzione e mettersi sulla difensiva proprio come le avevo insegnato io.

Si, avevo saputo che aveva preso delle nuove lezioni di pugilato, ma il suo primo insegnante sarei rimasto pur sempre io.

Aveva sgranato gli occhi quando si era finalmente resa conto che fossi io.

«Cercavo proprio te, sai?» mi dice incrociando le braccia sul petto.

La guardo intensamente negli occhi prima di risponderle.

«Ah, si? E come mai mi stavi cercando?» le chiedo con una finta aria innocente.

Sapevo benissimo che quello che voleva erano delle risposte.

//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora