Erano passate quasi tre lunghissimi giorni da quando Amy era scomparsa e di lei, nonostante la stessimo cercando in lungo e in largo, non c’ era la benchè minima traccia.
Avevo iniziato seriamente ad avere paura e nel mio cuore speravo che saremmo arrivati in tempo e che, quel lurido verme, non le torcesse un solo capello o solo Dio sapeva che gliel’ avrei fatta pagare con le mie mani.
Nonostante la stanchezza, nonostante la paura, nonostante tutto, non riuscivo a fermarmi.
Non riuscivo a smettere di cercarla, non riuscivo a smettere di gridare il suo nome a perdifiato anche se l’ unica cosa che ascoltava la mia disperazione, oltre ai miei amici, era l’ aria fredda della notte.
Avevo bisogno di lei più dell’ aria che respiravo, più di qualsiasi altra cosa al mondo e l’ avrei riportata con me, a casa nostra, sana e salva.
Fosse stata l ’ultima cosa che avrei fatto nella mia vita.
«Ben?» mi ci volle qualche attimo per rendermi conto che mi stavano chiamando.
Mi volto di scatto verso il volto pallido e sconvolto di Claire, facendola sussultare.
Non mi ero reso conto che mi stava chiamando già da un pò così come lei poco dopo mi aveva fatto notare.
«Dimmi» le dico avanzando di un passo nella sua direzione.Lei era lì, immobile, come se qualcosa di invisibile gravasse tanto sul suo petto o talmente vicino da spaventarla e da rendere il suo respiro quasi del tutto irregolare.
Riuscivo a scorrere, infondo alle sue iridi marroni, sentimenti contrastanti: la paura, la rabbia e la stanchezza.
Si, sapevo che aveva paura proprio come me di perderla, così come avevamo avuto paura che sarebbe successo qualcosa di grave a Fede.
La rabbia di non aver potuto far nulla per impedirgli di portarla via, per non aver impedito che Fede venisse colpito, la rabbia perché non avevamo potuto impedire il suo rapimento, per non aver preso prima a calci nel sedere quel lurido verme e per non averla portata prima via da qui.E, infine, la stanchezza.
Si, la stanchezza per aver camminato per ore e ore senza fermarci, senza dormire, né mangiare, quasi senza comunicare e il tutto con quel freddo che ormai ci era entrato fin dentro le ossa e ci era rimasto fino a quel momento.
La gola mi faceva male per quanto avevo urlato il suo nome, ma anche se fossi stato senza voce, avrei continuato fino a che non l’avessi di nuovo riavuta tra le mie braccia.
I miei occhi continuavano a fissarla in silenzio e in quello stesso silenzio le stavano chiedendo il motivo di quel richiamo.
Passarono alcuni minuti e poi lei iniziò a parlare dopo aver preso un lungo respiro, magari per darsi coraggio in quei pochi istanti che la stavano precedendo dal parlare.
«Stiamo girando da ore ed è ovvio che lei non è qui. Avremmo dovuto essere più cauti e pensare a qualcosa prima di buttarci a capofitto in questa ricerca. Ben» mi disse per poi annullare la distanza che ci divideva per poi posare la mano destra sulla mia spalla sinistra.
«so bene quello che provi, ma non sarà così, morendo di freddo qui, che la riporteremo a casa sana e salva. Non sai quanto, in questo momento vorrei correre da lei e salvarla in qualunque posto si trovi, se solo sapessimo dove la tiene. Non sai quanto vorrei prendere a calci nelle palle quel bastardo, ma per ora non possiamo fare nulla. Solo tornare a casa e pensare ad un piano.»
Non le risposi subito, anche se infondo alla mia anima, sapevo che aveva ragione lei, su tutto.Nonostante lo sapessi, però, non riuscivo a smettere di cercarla.
Se non l’ avessi più cercata ero totalmente sicuro che avrei ceduto il passo alla disperazione e questo non me lo potevo permettere.
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//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤
FanfictionTutti abbiamo storie nascoste nei meandri del nostro passato, storie,episodi che cerchiamo di dimenticare o quanto meno di non ricordare piú. Lei, Amy, é una ragazza decisa a vivere la sua vita, nonostante soltanto tre anni prima aveva vissuto un es...