Pov. Joshua
La serata era andata bene. Con Carlotta era andata bene sopratutto. O almeno ad inizio serata così sembrava. Mentre sulla fine era tutto cessato, caduto, raso al suolo e spazzato via come foglie secche che si sbriciolano rimanendo solo lo stelo. Non credevo che fosse solo il fatto di qualche reggiseno lanciato. Di qualche occhiata ricevuta dalle fan. Era normale, e questo lei lo sapeva. Le avevo chiesto anche scusa, per come era andata a scemare la nostra relazione. Dovevo dirle di più, ma quando hai poco tempo a disposizione cerchi una parola che racchiuda il tutto. Ed il mio "mi dispiace" racchiudeva tutto ciò.
Era rientrata in camera, e di nuovo il senso di perdita mi accompagnava, e mi colpevolizzava di non essere stato più combattente. Ero un perdente sul campo di battaglia amoroso.
Questo muro ancora a dividere certezze, consapevolezze, ed i nostri corpi bramosi di aversi. Non potevamo mentire su ciò. L'elettricità di quando stavamo pelle contro pelle era tangibili.
Decisi per una volta di porre fine a paure inutili, di non rimandare a domani ciò che potevo fare oggi. Di non sentirmi più un vigliacco, codardo e coniglio.
Decisi di parlarle, perché stasera sentivo che era giusto dirle tutto. Perché il domani non sapevamo cosa riservava. Ed io non volevo più conservare le colpe che pesavano come massi di pietra calcarea.Aprii la porta di camera, con ansia e il cuore che soffocava il petto. Ma con la voglia di vedere i suoi occhi pacifici, su ogni mia singola parola.
La richiusi con un cigolio debole, infilandomi la carta magnetica nella tasca del jeans.Alzai una mano stretta in un pugno debole, quando sentii i suoi passi docili sulla moquette, ed un mormorio basso.
Attaccai l'orecchio. E potevo sembrare uno stalker, uno psicopatico. Ma era ritornata la mia ossessione e tutto ciò mi rendeva nevrotico."Mitch...mi manchi" la sua voce dolce, bisognosa, amorevole. Una voce che con me non usava più. Una stretta come una morsa, un piccolo strappo sul punto dolente. Il suo primo pensiero era stato sentire lui. Certo era il suo ragazzo cosa cazzo mi aspettavo?! Che si buttasse tra le mie braccia e mi avrebbe implorato di farla godere tutta la notte?! Dio, l'avrei fatto se solo me l'avesse chiesto, o anche solo fatto intendere. Non aspettavo altro che riassaporare la sua pelle prelibata e succulenta. Una dolce ciliegia fresca di stagione, una susina.
Aprii il pugno della mano, poggiando il palmo sulla porta fredda, per tirare un sospiro ed arrendermi tra le mura di camera mia.
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Il bagliore caldo che derivava da fuori, riverberandosi all'interno della camera, mi fece svegliare a fatica. Oggi Carlotta mi avrebbe sottoposto a delle domande, ed una presentazione, che avrebbe messo come primo punto del programma. Immaginavo se avesse riflettuto a lungo, se si fosse fatta una delle sue scalette, e se fossi riuscito a rispondere adeguatamente a tutte senza finire nel baratro della perdizione.
Mi lavai accuratamente, ed il mio stato di sonnolenza ancora mi faceva da compagno.
Yuri mi venne ad avvisare che sarei dovuto scendere tra cinque minuti massimo.
Immaginavo l'avesse mandato Carlotta.Mi misi un pantalone a cavallo basso nero con le bande di pelle ed una maglietta di lino a maniche lunghe con uno scollo a V.
Chiusi la porta con un tonfo debole e mi affrettai giù per le scale, e come sempre non aspettavo l'arrivo dell'ascensore. Non ne avevo motivo se dentro quella gabbia di metallo lei non era con me, a condividere lo spazio che avrebbe conservato per breve tempo i nostri respiri lontani e cosi vicini.Mi aggiustai il laccio della scarpa, all'interno, ed andai verso il salottino, dove due poltrone rosse erano già in posizione laterali.
Mi guardai intorno, vedendo Carlotta sorseggiare un caffè al bancone del bar, tenendo una cartellina sul petto.
Lo riposò sul bancone di legno, per poi girarsi e cadere sulla mia figura.
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Un Disastro Divertente
ChickLitJoshua e Carlotta ormai hanno ventisei anni. Hanno intrapreso strade diverse, un allontanamento avvenuto qualche anno prima. Hanno una carriera da portare avanti, una vita Rose ma senza Fiori. Lei più disinibita che mai, e sicura di sè. Lui sempre i...