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Pov. Carlotta

Ero ancora scossa, incredula. Le mie iridi sembravano ingigantirsi sempre di più ad ogni suo respiro, che sfiorava la mia guancia accaldata. Era successo l'irreparabile. Che diavolo era successo?!? Mitch. Mitch...quel Mitch mi aveva baciata. Il mio fedele amico. Il mio compagno di bevute. Quello che mi raccattava come un sacco di patate i venerdì sera. Quello a cui confidavo tutto nei minimi dettagli, anche sessuali. Quello che mi aveva vista girare nuda per casa miriadi di volte. Quello a cui dovevano piacere i maschi, per il
Semplice fatto che era Omosessuale.

"Oh mio Dio" proclamai sfinita e cadendo nello sconforto totale. Mi portai entrambe le mani a stringere le ciocche di capelli, che tirai indietro, quasi a volermeli strappare, mentre lo vidi abbassare lo sguardo, esalando un sospiro. Finché non lo rialzò verso il mio volto scioccato, pescandomi dal fondale in cui sarei caduta con il suo verde cangiante.

"Carl..." non lo lasciai finire poiché la mia voce lo sovrastò senza volere, ormai entrata in un circolo vizioso in cui mi stavo auto-maledicendo.

"Oh porca zucchina" replicai sempre più attonita, iniziando a girare su me stessa come una trottola. O forse era solo la mia testa a girare.
Mi fermai un attimo, portandomi la mano sulla fronte che scottava. Le tempie pulsavano fortemente, e mi faceva male. Male tutto.

"Carlotta, ti puoi calmare un cazzo di secondo?" Sbottò severo ma con un tono dolce, allungando la mano verso di me, per poggiarla sulla mia spalla ma come un istinto mi scansai, lasciandogliela ricadere nel vuoto e tornare lungo i suoi fianchi come un robot.

"Hai il coraggio di dire di calmarmi? Mitch...tu mi hai...mi hai...si tu...mi hai..." non mi veniva fuori quella parola che sperperava molta gente a giro. Una parola comunissima. Ed ora sembrava incastrata infondo alla gola, troppo profonda per farla uscire fuori dalle mie labbra aride.

"Baciata? È tanto difficile per te crederlo?" Mi domandò cupo, passandosi una mano in modo frustrato sul ciuffo corvino, ed i suoi occhi verdi perdere brillantezza.

Portai una mano sul tavolo della cucina, con un tonfo debole, solo per reggermi a qualcosa.
"Mitch...si okay? È difficile pensare che il mio coinquilino che credevo fermamente che si scopasse gli uomini mi abbia baciato. E cavolo ne ho le prove" canzonai amareggiata, premendo quasi le unghia sul tavolo di legno, tanto che avrei potuto inciderle sopra.

Si avviò verso il frigo, aprendolo con il
Rumore refrigerato a fare da sottofondo a quella scenetta comica, prendendosi una lattina di birra e strappare la levetta di metallo che sbuffò come me in quel preciso istante. Se la portò alle labbra come se niente fosse, fissando il suo pomo d'Adamo scendere e salire, ed il suo fisico scolpito, appena abbronzato.
Distolsi subito la vista, sentendomi accaldata. Dio! Dio! Dio! Oh mio Dio! Se non ero cattolica lo sarei diventata tutta insieme.

"Uhm...ne hai le prove quindi. Elencamele per favore. Sembra interessante" proruppe sarcastico, chinandosi dall'altra parte del tavolo, poggiando i gomiti distesi sopra, e tenendo poggiata sul tavolo la lattina, reggendola con la mano destra.
Inarcò il sopracciglio scuro, incitandomi a procedere.

"Beh...il...ecco...Merdin! Come lo spieghi il ragazzo che era uscito nudo dalla tua camera? Che parlava la lingua spagnola e chissà cos'altro con quella lingua." Alzai una mano agitandola, come per scacciare via certe immagini repellenti dalla mia vista appannata di per se.

Lo guardai abbassare appena la testa, quasi a toccare le braccia con il mento, per poi scoppiare a ridere fortemente. Una risata perfetta, che evidenziava la sua dentatura bianca e brillante.
"Merdin? Dio Carly...mi fai diventare matto. Era nudo perché faceva caldo, era in camera mia perché non sapeva dove dormire, parlava lo spagnolo perché viene dall'Argentina. Perché è mio cugino. E si chiama Gonzalo" spiegò ilare, trattenendo a stento un'altra risata, guardandomi in modo sfacciato.
A questo punto Merdin faceva più effetto come nome.

"Io...lui...pensavo, dai si...voglio dire. Ma...io pensavo fossi Gay" ripetei esasperata ed ancora incredula. Forse c'era una telecamera nascosta. Un pesce d'Aprile anticipato. (Ragazze non pensate a quel pesce che siete maliziose voi 😏)

Si drizzò con la schiena, buttando la lattina nel cestino, che produsse uno schiamazzo metallico.
Mentre si avvicinò a me, lentamente. Restai ferma sul posto, deglutendo fortemente. Mitch aveva quell'effetto strano su di me. Sapeva ammaliarmi. Lo faceva anche quando lo credevo Omosessuale. Mi mandava scariche tenere. Ma nessuno era Joshua l'odioso.

"Carly tu hai creduto sin da subito che lo fossi. Non ti ho mai smentito perché non mi guardavi bene. Mi vedevi ma avevi la vista offuscata. Allontanavo le ragazze non perché non mi piacessero, e cazzo...alcune erano davvero...ma perché mi piacevi te. Ma tu mi vedevi solo come il tuo amico. Mi chiedevi consigli su gli abiti. Su Joshua. Hai pianto sulla mia spalla. Abbiamo scherzato insieme. E cazzo...ti ho visto nuda, e dire che mi sono trattenuto è dire poco...perché se avresti pensato che non ero Gay..." si fermò con il respiro corto alla sua confessione dove ascoltavo minuziosamente ogni singola parola e ci facevo addirittura lo spelling per non dimenticarle, ed inciderle bene.
Si fece più vicino ed ingoiai un altro magone, sentendo la sua colonia inebriarmi le narici, il calore del suo corpo scaldarmi, e la sua mano spostarmi dolcemente una ciocca castana dietro l'orecchio e chinarsi sul mio lobo.
"Ti avrei presa e ti avrei reso mia. Avrei amato ogni tuo singolo ansimo. Ho sognato le tue unghia sulla mia pelle così tante volte da chiedermi se era il caso di dirtelo prima. Di venire in camera tua e confessarti tutto. Di dirti che desideravo il tuo corpo da morire. Ma proprio quando pensavo di farlo tu ricadevi con la tua solita frase -sei il miglior amico che potessi desiderare- ed io mi sentivo morire ed accettavo. Pur di starti accanto" ammise fievole, guardandomi dolcemente negli occhi. Una fitta dolce arrivò dritta tra le mie gambe. Un calore diverso, si diffondeva in me, facendomi contorcere all'interno di sensazioni nuove. Mai provate con Mitch. Era la sua ammissione a tutto. Si era aperto in ogni modo con me. Le mie unghia sulla sua pelle. Mio Dio! Ero stordita, affascinata, completamente imbambolata dal suo sguardo lussurioso, ed il mio forse ci era vicino ad essere così.
Talmente tanto da non riuscire più a capire quale fosse il suo colore e quale fosse il mio.

"Mi dispiace Carly" aggiunse, mentre poggiai il fondoschiena al tavolo e le sue braccia come calamite, mi bloccarono, parandosi ai miei lati. Non potevo sfuggire. Non da Mitch. Non dalla mia ulteriore confusione.

Abbassai un attimo lo sguardo, giocando con la punta delle scarpe, sovrastando la sinistra sulla destra, e mi morsi delicatamente il labbro. Risalii piano sul suo viso, sulle sue labbra carnose, che aspettavano una mia risposta a tutto ciò. Il suo volto teso.
"Non...non lo so. Mitch in questo momento
Non so cosa dirti. Non sono lucida, e...devo pensare. Esco un po'. Ci vediamo...dopo" finii l'ultima parola sentendo la laringe stringersi, e le parole divenire sussurri smorzati e dimezzati dagli effetti multipli che mi aveva scaturito la sua confessione dei fatti. Dei miei occhi che guardavano ma non come avrebbero dovuto. Che aveva aspettato così tanto, senza dirmi nulla anche solo per restarmi accanto. Anche sapendo che con Joshua ci sarei ricaduta. Lui è rimasto ad amarmi in silenzio. Ed io ero in colpa, con lui, con me, con Joshua. Che nonostante tutto io...non sapevo più nulla. Lo amavo, ero certa. Allora perché mi sentivo così attratta da Mitch?! Non me lo spiegavo ed avevo paura di me stessa.

Lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, staccandosi dal tavolo e darmi libero accesso, con una punta di delusione sul volto e lo sguardo fermo verso un punto
Non definito.
"Aspetterò ciò che vorrai dirmi. Capisco" affermò con tono basso, passandosi di nuovo la mano tra i capelli, mentre mi alzai in punta di piedi, ed avvicinai le labbra sul suo lobo.

"Grazie" rivelai carezzevole, lasciandogli un bacio più lungo del dovuto sul volto fresco di rasatura.

Mentre afferrai la borsa, ed uscii, per chiamare l'unica persona che poteva risolvere il disastro Carlotta. O forse no.

Ciaooo principesse. Per ora ho Pov. Di Carlottina la combina guai. Ho pensato anche a fare un terzo libro. Ma poi diviene pesante la cosa perciò non so quanto mi verrà lungo ma dimezzerò le mie idee sadiche. Preferisco finirlo in maniera pacifica 😂😂😂 che rischio minacce di morte. Ecco solo questo volevo dirvi 🙈 Baci 😘😘😘❤

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora