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Pov. Carlotta

Andai in pausa pranzo con Amanda. Ancora non mi aveva detto niente su cosa mi avesse chiesto Greg, e da una parte le ero grata. Forse non voleva infierire, o semplicemente sapeva che chiedendolo mi avrebbe fatto sentire ancora più abbattuta di quanto non ero già. Perché si mi sentivo così. Abbattuta, e priva di qualsiasi cosa.
Mi sentivo sola, ma non lo ero. Lui era quel ragazzo che amavo con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, che per me divenivano lo stesso dei pregi. Li custodivo in ogni sfaccettatura, e mi andavano così bene, che molto spesso pensavo se quella piena di difetti fossi io.

"Sembri strana. Che hai?" Mi domandò melensa, mentre spilluzzicavo con la forchetta i maccheroni al formaggio e guanciale. Era una specialità di John. Mi fissai un attimo ad osservare le travi, ed il solito posto che ormai conosceva ogni mio sguardo ed ogni mia espressione.

"Niente, davvero" scossi la testa, per alzare lo sguardo e stirando un sorriso, in cui Amanda mi guardò suscettibile.

"Sei una pessima bugiarda" mi riprese, dopo qualche minuto, piantando la forchetta nel piatto per girare le linguine.

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma boccheggiai e basta, per richiuderla. Non sapevo cosa dire.
"E lo sai che ho la fissa per orecchiare" rivelò saccente e derisoria, quelle parole, mentre diedi un sorso d'acqua che per poco non mi andò di traverso. Sgranai gli occhi per poi ridurli in due fessure, pronta ad annientarla con un'occhiata truce.
In cui per tutta risposta fece spalline, sarcasticamente.
"Credi a Yuri Carlotta? Aggiunse quella domanda, talmente con voce sottile, che quasi stentai a percepirla.

Abbassai un attimo lo sguardo, toccandomi la fronte accaldata, che sembrava girare senza sosta. Lasciai cadere la forchetta, con un tonfo debole, nel piatto arancione di coccio.
"No. Non lo so Amy...non lo so. Poteva venire e parlarmi. Insomma io gli ho lasciato una lettera, in cui confessavo che lo amavo ed avevo bisogno di tempo. Ma lui non si sarebbe dovuto arrendere così. Forse è davvero con lei..." terminai esalando un profondo respiro, come se l'avessi tenuto schiacciato nel petto, per tutto il tempo in cui formulai e cacciai fuori la frase, che stringeva la laringe, come una fune.

"Forse ti vuole lasciare del tempo. Potrei sentire Dav..." ma non le feci finire il nome, poiché scossi con veemenza la testa, proclamando un "no" secco.
Perciò decise di non inveire oltre, e tornare a rigirare le sue linguine tanto amate, ed io a spilluzzicare i maccheroni, per trovare un posto nello stomaco in cui sarebbero serviti, ma sembrava tutto chiuso in una scatola di latta.

E la sera non era meglio. Ma ormai mi ero promessa più che ad Amy, a me stessa di andare a svagarmi. Ed ora forse più di prima. Non ero certa se fosse vero o no. Ma se lo era?!
Dovevo annientare quei pensieri e concentrarmi solo sul divertirmi. Come sempre anche Mitch mi aveva chiamata due volte. Ed un messaggio. Mi si straziava il cuore a non rispondergli. Non ero pronta neanche per affrontare lui. Se i miei occhi avessero mentito di nuovo?! Mi attraeva, lo sentivo una presenza importante. Ma non lo sapevo...

Mi lisciai i capelli con la piastra, in maniera svogliata, guardando il mio riflesso allo specchio ma in realtà non mi stavo guardando. Ero entrata in un mio mondo, assorta dai miei pensieri. Pensavo a lui, alle sue parole, alle sue confessioni, alle sue mani che al solo pensiero avvertivo fitte tra le gambe, che dovetti serrare.
"Io sono pronta...se tu sei pronta...andiamo a bailar" Amy mi riscosse dai miei pensieri con un tono di piena enfasi e vivacità, mentre mi voltai a metà volto verso di lei, con una ciocca spiattellata ancora in mezzo alla piastra calda, annuendo semplicemente con un gesto della testa ed un sorriso inebetito.

Sbruffai tristemente, cercando di darmi un po' di tono, con dei pizzicotti leggeri sulle guance che apparivano più scavate, o forse era solo l'espressione dipinta in volto a farmi risultare smorta.
Mi lisciai per bene il top rosso, che legai dietro al collo, e mi sistemai i risvolti su i jeans, afferrando la tracolla nera di pelle.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora