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Pov. Carlotta

Avevo lasciato la sua camera ed il suo corpo mal volentieri, ripercorrendo quel corridoio. Finché non pigiai il bottone freddo per prendere l'ascensore, che a poco a poco salì con un rumore metallico, spalancando le porte davanti ai miei occhi.

Feci un passo in avanti, ma una voce familiare al mio udito, frenò la mia corsa all'interno di esso.
"Carlotta" mi chiamò risoluto, mentre strinsi Mr Wilson, e mi girai con il volto verso Yuri.

"Salve Yuri" lo salutai con un finto sorriso, che mi tirò le guance a lucido. Non avevo voglia di conversare con lui. Era più odioso di sua nipote, il che lasciava intendere molto.

Mi guardò, sfilandosi gli occhiali a lenti scure.
"Lo sai che questa storia non porterà a niente. Questo è il suo mondo, il suo sogno. Vuoi davvero dirmi che ti puoi accontentare di un quarto, quando potresti avere un uomo intero? Che ti stia accanto sempre. Senza gossip, paparazzi..." fermai il suo sproloquio indecente, alzando una mano per bloccarlo, e gli rivolsi uno sguardo gelido.

"Mi dispiace Yuri, mi dispiace davvero molto...che tu stia qui a sprecare fiato con me. E ti dirò, non m'interessa ciò che pensi, ciò che credi di sapere su di me. Tu.non.mi.conosci" scandii bene ogni singola parola finale, con talmente tanto astio nei confronti di quell'uomo che un veleno o un morso di una tarantola, sarebbe stato più soave.

Sorrise amaramente, poggiando il palmo destro sul muro perlato, al lato del l'ascensore, con un tonfo secco.
"Hai ragione, non ti conosco. Ma so per certo che questa non è la vita che vuoi. E lui, non rinuncerà mai a tutto ciò per un tuo capriccio, in un futuro. Forse vi starà bene per un po'. Ma poi? Tu che farai? Mentre lui sarà a fare tour e tu a casa con i bambini. È bello che tu sia così convinta in questo amore. Ma ogni cosa in questa vita è pura illusione" rivelò derisorio e cristallino, quelle parole che mi fecero ridurre gli occhi a due fessure e scuotere la testa, indignata.

Sorrisi amaramente, scoccando le labbra tra loro, come un tappo stappato, abbassando lo sguardo per riportarlo su di lui, con fierezza e sicurezza. Quello che sentivo era vero, puro. Nulla avrebbe infangato ciò che avevamo. Cumuli di terra erano stati sollevati, per riportare alla luce ciò che non doveva mai essere sepolto.
"Dovresti ritenerti fortunato che sono una ragazza educata. Ciò che farò della mia vita un giorno, non è affar tuo. È una questione nostra. Ti chiedo cortesemente di starne fuori" ribattei acida e corrosiva. Dura come uno spigolo dove se sbattevi s'indolenziva quella parte morbida.

Si passò una mano sulla testa calva, aggiustandosi la giacca, per girarsi.
"Ah Yuri, un'ultima cosa" lo ripresi prima di entrare dentro le porte metalliche e fredde come le mie parole. Si voltò a metà verso di me, mentre stirai un sorriso impertinente.
"Fottiti" aggiunsi con fierezza e caparbia, entrando dentro per lasciarlo lì basito.

Tornai in camera, poggiando Mr Wilson sul letto, aggiustandolo per farlo stare dritto e perfetto.
"Vedrai, nessuno ci dividerà" sussurrai verso il pupazzo, con dolcezza, sospirando per tranquillizzarmi. Quell'uomo sapeva far venire i nervi a fior di pelle.

Feci scorrere la cerniera della valigia, spostando accuratamente i vestiti piegati in modo ordinato, prendendo un vestitino bianco a mezza manica.
Me lo infilai, spazzolandomi i capelli allo specchio rotondo, affisso sopra al comò nero laccato. Mi beai di quelle setole rigide, vedendo i capelli divenire lisci, e districando i pochi nodi che avevo.
Finché non sentii la vibrazione veemente, come una scheggia sul comodino, e mi avviai, posando la spazzola con un rumore debole, sul comò.

Da Zio Paul

-Bambolina del tuo zietto preferito. Mi stai facendo diventare vecchio gioia. Scendi che Barcellona ci aspetta. Besitos ;).

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora