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Pov. Carlotta

Ero tornata in camera, buttandomi sul letto. Strinsi forte Mr Wilson, perché nonostante tutto lui lo sentivo mio. Non volevo cadere in un'altra delusione. Forse Yuri aveva ragione. Forse lui non avrebbe mai mollato il suo sogno per stare con me. Ma non era ciò che volevo. Chiedevo solo uno spazio, uno per noi due ed uno per il suo sogno.

Mi strinsi nella sottoveste, andando verso il balcone. La luna splendeva intera nel cielo buio, quasi una distesa nera. Un refolo di vento debole, mi accolse dolcemente, come a cullare il mio stato d'animo irrequieto.

Era tornato ubriaco, impastava le parole, ma il suo odore lo sentivo anche mascherato da quel tanfo di alcol che emanava la sua bocca. Perché il suo odore lo avevo impresso addosso, come quelle macchie che non vanno via.

Mi ricordavo di quella volta di otto anni fa. Quando mi lanciò i sassolini al vetro. Aprii la finestra e lo trovai lì. Bellissimo e perfetto anche con gli occhi arrossati. Aveva davvero svaligiato una distilleria. Le sue parole calde che mi fecero eccitare, all'idea di cosa poteva e voleva farmi. Ero entrata in camera sua e avevo dormito con lui. Ed era tutto perfetto, sotto quelle stelle fosforescenti, che ricoprivano buona parte del suo soffitto.

Si stese sul letto, ed io mi scansai il giusto, mettendo Mr Wilson tra noi, come una barriera impossibile da scavalcare. Sentii il suo respiro farsi sempre più pesante e le sue palpebre cedere ad un sonno profondo. Mi rigirai svariate volte nel letto. Non soffrivo d'insonnia, era l'averlo lì che mi rendeva agitata, ansiosa, con le palpitazioni elevate al massimo fin quasi a scoppiare.
Il suo ciuffo biondo, adagiato dolcemente sulla fronte rilassata, la sua bocca carnosa e perfetta, che avrei voluto tracciare con le mie dita tremolanti.

Mi avvicinai al suo viso, spinta da una forza maggiore, ed accarezzai con i polpastrelli tenuti a pochi centimetri dal suo viso, i contorni incerti ma perfetti. Sarebbe bastato farli scendere di poco per sentire la sua barba ispida solleticarmi. Ma non lo feci.
Mi alzai lentamente e le molle scricchiolarono debolmente, quasi a non udirle. Sapevano anche loro di non svegliare il cane che dorme.

Mi misi seduta su uno sgabello e presi una penna, frugando dentro la borsa che conteneva tutto il mio mondo.
Avevo voglia di scrivere ciò che a parole non sempre si riusciva a dire.
E se lui avrebbe capito in rime, avrei fatto uno sforzo. Certo non ero molto fantasiosa.
Mi voltai, vedendolo ancora dormire beato, e mi rigirai iniziando a scrivere. Molto spesso mi fermavo, a fissare le pareti perlate, e rigirandomi la penna in bocca per trovare qualcosa che mi aiutasse.

•-Guarda questa notte passa in fretta, senti questa vita sopra una lancetta. Tempo tu mi chiedi tempo ancora, sento le mie urla scivolare in gola.

Non mi riesco a controllare l'emozione hanno detto apre molte porte, all'amore
Non mi riesco a ribellare prendi le mie mani non farmi affondare, credo nell'amore.

In ogni lacrima libera ci sei tu, sei un riflesso nel mio specchio, e guardati tu,
La lascio libera sospesa come mi sento io
Mi avvolgi e mi sconvolgi, lacrima libera

Guarda questo ricordo dentro una cornice,
Sembra ridi bene invece è una superficie.
Tempo io non perdo tempo ancora, Sento le mie urla scivolare in gola.

Non mi riesco a controllare l'emozione hanno detto apre molte porte, all'amore
Non mi riesco a ribellare prendi le mie mani non farmi affondare, credo nell'amore.

In ogni lacrima libera ci sei tu, sei un riflesso nel mio specchio, e guardati tu,
La lascio libera sospesa come mi sento io
Mi avvolgi e mi sconvolgi, lacrima libera

Sei una lacrima libera, libera libera
Sei una lacrima scivola scivola libera

Non mi riesco a controllare, l'emozione apre porte, non mi riesco a ribellare, non farmi affondare, tu credi nell'amore, tu credi a questo cuore?!

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora