Pov. Joshua
Quando andò via dalla camera, trovai un biglietto a terra. Probabile che l'avesse perso dalla borsa. Ero ancora frustrato dentro di me. Così tangibile quello che c'era tra di noi, impossibile da non vedere. Molti sentimenti si notavano anche ad occhio nudo.
Lo raccattai, rigirandolo tra le dita. Mi misi a sedere sul letto, spiegazzandolo per notare cosa vi fosse scritto. La sua calligrafia impeccabile era a contornare quelle righe orizzontali. Ricordavo ancora la sua precisione, nello stare attenta alla scrittura. Il suo modo di fare la A in corsivo, finendo con un ghirigoro sullo sgambetto finale. Diceva che la rendeva più elegante.
Inizia a leggere, e capii quello che si poteva comprendere. Erano parole parafrasate in rima. Una canzone probabilmente. Forse per me. Non era possibile. Se fosse stata per me, me l'avrebbe data. Forse voleva tenerla segreta quanto le sue emozioni. Ero una lacrima per lei. Una di quelle che scivolano lente e ti dilaniano il cuore. Una di quelle che scorrono senza un valido motivo. Una di quelle delicate che profumano di gioia. In ogni lacrima c'era un pezzo di me, che rimaneva addosso alla sua pelle delicata.
Lo ripiegai. Avevo trovato una canzone da cantare. Era sua ma l'avrei fatta conoscere al mondo. Una dedica per noi due. Un simbolo profondo.
Estrassi dalla tasca della giacca in pelle, il pacchetto di sigarette un po' schiacciato.
Accendendone una, fuori dal balcone. Vedere Londra illuminata era uno spettacolo luminescente. Il refolo di vento fresco che trasportava via il fumo.
E quando mi girai la vidi. Perfetta, confusa. Stufa di quelle muraglie che si era costruita. Stufa di dover combattere contro sensazioni invincibili. Calava le armi, si spogliava della sua armatura. Si lasciava mostrare indifesa. Non più immune da quel sentimento tanto conservato, quanto tal volta calpestato. Mi mostrava il suo cuore, un po' ammaccato, un po' catastrofico. Disastrato da uno sbaglio come il nostro. Di un'amore che se senti dentro le ossa, non può mai essere sbagliato.La baciai con dolcezza, con ardore. La sua lingua morbida che cercava la mia, inebriandomi del suo sapore.
Scivolai con le mani, per stringere i suoi fianchi morbidi, sentendola ansimare, attaccata di più al mio corpo. Sorrisi sfacciato sulle sue labbra, sapendo che aveva sentito la mia erezione.Portò le mani sul mio petto, scivolandole dolcemente con le unghia, percorrendo le linee dei miei addominali. Gemetti sotto il suo tocco dolce e estenuante.
L'afferrai per le natiche, portandola a sussultare, quando si staccò.
"Non vu..." portò l'indice sulle mie labbra, per zittirmi. Bruciava il suo tocco, come una fiamma troppo vicina."Lasciami fare" affermò con voce calda ed intensa, guardandola piegarsi sulle ginocchia. Il vestito le salii appena sopra, e si spostò i capelli all'indietro. Mi morsi il labbro vedendola così, ed in un attimo i suoi occhi guizzarono su i miei.
Non staccò mai il contatto visivo, calandomi il pantalone della tuta, ed insieme anche i boxer, tastando dolcemente i miei testicoli."Cazzo Carlotta" digrignai i denti, cercando di chiudere gli occhi, e lasciarmi andare verso la sua lingua che si appoggiò sul mio glande che pulsava di desiderio, e voglia di essere avvolto dalle sue labbra rosse e piene.
"Guardami...ti prego" un'imposizione detta così sensualmente da farmi venire voglia di tirarla su e scoparla senza altri intoppi. Voleva prendere in mano la situazione, dopo tanto tempo. Riaprii le palpebre, scivolando lentamente su i suoi occhi dove vedevo lussuria straripare.
Si leccò le labbra, per inumidirle, lasciando scivolare la sua lingua vellutata, lungo il mio membro. Mi guardava per capire se ciò che mi faceva, mi piaceva. Cazzo! Sarei venuto in meno di tre secondi a vederla così.
Non ebbi il tempo di pensare, che la sentii scivolare, prendendolo tutto in bocca, roteando con la lingua.
"Dio" esclamai in pieno delirio, vedendo la sua bocca pompare sempre più affondo, mentre la sua mano stringeva il mio membro, cercando di creare armonia con le movenze.
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Un Disastro Divertente
ChickLitJoshua e Carlotta ormai hanno ventisei anni. Hanno intrapreso strade diverse, un allontanamento avvenuto qualche anno prima. Hanno una carriera da portare avanti, una vita Rose ma senza Fiori. Lei più disinibita che mai, e sicura di sè. Lui sempre i...