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Pov. Carlotta

Tremavo, non per il freddo...quello non mi scalfiva minimamente anche se un refolo di vento dolce, si buttava addosso a me, quasi a volermi avvolgere della sua brezza. Tremavo per l'emozioni che correvano a perdifiato dentro di me.
L'attimo in cui guardai le nostre foto, pezzi di puzzle che s'incastravano, tra il passato, il presente...ed il futuro?!? Non lo sapevo. Ma ero certa che l'avrei scritto con Joshua.
Lui che ora era accanto a me, a tenermi il palmo sulla coscia, coperta da un pantalone bianco.

Avevamo lasciato Amanda e David da soli. Richiedevamo noi la nostra privacy ora.
Niente radio, non serviva spezzare il silenzio, con una cassa inutile, che riproduceva solo musica. Ne avevamo fatta talmente tanto incetta, da voler gustarci solo il rumore del vento come un brusio. Lo sfrecciare assiduo di macchine. Il vociferare della gente al di fuori, dove gruppi di ragazzi si radunavano, su marciapiedi a fare baldoria, e bere birra, da bottiglie di vetro che poi sarebbero rimaste vuote, a costeggiare quel viale.

Sentii solo la sua mano calda, fare una leggera pressione, verso il mio interno coscia, e tirare un sospiro.
"Eccitata?" Mi domandò sornione e con voce rauca, girandosi appena per incontrare i miei occhi lucidi. Ero eccitata?! Tantissimo.

"Hmm" riuscii solo a proferire quelle sillabe, accaldate, dalle labbra appena serrate tra loro, per mordermi quello inferiore il secondo dopo che arrivò con il pollice, verso la mia intimità, pressandolo sulla stoffa del pantalone.
Chiusi un secondo le palpebre, per gustarmi quel gesto, portandomi a contorcere su quel sedile nero di pelle.

"Ho una voglia di scoparti che non immagini" rivelò con tono più rude, avvertendo l'esigenza che avevamo entrambi, di riconciliarci.
"Aspetta" aggiunse un minuto dopo, vedendolo pigiare un bottone, e distrarsi un attimo dalla strada al mio volto, con un sorriso raggiante.
"Guarda" ripeté, alzando appena gli occhi, e così feci anche io, poiché sentii il vento invadere l'abitacolo.

Sorrisi divertita, vedendolo riconcentrare l'attenzione sulla strada, abbagliata dai lampioni. Mi alzai, sentendolo raccomandarmi di stare attenta. Dopo il tornando Joshua, non dovevo stare più attenta a nulla.
Cacciai metà busto fuori dal tettuccio scoperchiato, sentendomi un po' come quelle ragazze dei film. Dove tutto era concesso. Dove tutto iniziava.
Non persi tempo, ed alzai le braccia in aria urlando al vento, forse alla luna. O a quelle stelle che ci conoscevano, meglio di chiunque altro.

"Siiii..." esultai euforica, dimenandomi e sbracciandomi, dove passanti mi guardavano. Chi male, chi invece si piegava a ridere. In lontananza vidi un palloncino rosso, volteggiare nel cielo. Allungai una mano, come per prenderlo. Sembrava così vicino ed invece era lontano. Come la luna che credevo di toccarla con mano. Poiché era un gioco affascinante. Bastava alzare un pollice verso la luna, e chiudere un occhio.

Finché non sentii, la mano di Joshua, vagare verso le mie gambe, con lente carezze dalla caviglia fino all'interno del ginocchio.
Lasciai che i capelli svolazzassero nell'aria notturna, procurandomi solletico sul collo.
"Joshua" lo richiamai flebile, sentendolo intimarmi di fare silenzio, con quella voce che sapeva scaturire molto più di un gesto.

Mi sganciò la patta dei jeans, mentre mi dimenai per farlo scendere dalle anche. E dire che i vetri all'interno oscurati aiutavano, era una benedizione. Dio! Mi portai una mano a coprire il volto intimidita, puntando un attimo lo sguardo in basso. Come attratto, alzò gli occhi cristallini, rivelandomi la sua dentatura perfetta, e quel sorrisetto incurvato lateralmente, che faceva perdere ogni sprazzo di razionalità. Non lo avevo già prima!
Era strano ma eccitante, stare a metà busto fuori da una decappottabile, e completamente nuda sotto. Poiché anche le mutandine erano state abbassate.

"Hello kitty...eh" affermò derisorio, ricordandomi solo ora che avevo delle mutandine rosa con il fiocco e la scritta nera di Hello Kitty.

"Oddio, Joshua" sbottai allibita, sentendomi cadere nell'immensa vergogna, poiché lo sentii ridere di gusto.
"Odioso" rintuzzai offesa, mentre salì con la mano, verso il mio interno coscia. Dio benedica il cambio automatico.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora