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Pov. Joshua

Ero uscito a cercarla. Avevo bisogno di vederla. Sapevo che probabilmente non mi avrebbe dato modo di parlare, spiegare, e quant'altro. Ma avevo bisogno di vedere lei. E ciò bastava per spazzare via il malumore che si insinuava dentro di me. Avevo tutto ciò che desideravo. La cosa più importante però no. Ed un vuoto così immenso non basta a riempire quei fogli in rima.

Chiesi a Samuel, dove potesse essere. Sembrava sempre disponibile a parlare. Mi disse che probabilmente era andata in una spiaggia, o almeno così le aveva accennato Carlotta, quando si videro per scegliere i pezzi.

M'incamminai nell'aria tiepida e notturna di Barcellona. Un dolce refolo di vento mi teneva compagnia. Mi ero messo una felpa grigia e tirato su il cappuccio. Sarei passato più inosservato. Passai per il Passeig de Borbó, ed un ragazzo moro distribuiva volantini.
Mi avviai verso di lui che mi sorrise.
"Tieni" affermò socievole e cristallino, porgendomi il volantino giallo e rosso. La foto del mare in sottofondo e del piccolo chiosco.

"Cos'è?" Domandai rigirandolo tra le mani, nonostante sapessi.

"C'è una festa non distante da qui, alla spiaggia. Lido De Mar. Facci un salto amico, c'è roba buona" mi strizzò l'occhio con fare amichevole. Probabilmente mi aveva preso per un tossico ed un drogato. Non me ne fregava un cazzo, ma tentai di restituire il sorriso d'intesa.

Camminai verso le vie, costeggiate da ristoranti, pub. Sembrava sempre tutto così allegro e colorato. Forse era un'illusione. Come tutte le cose. Coloriamo per non vedere il grigio che circonda la vita.

Notai un arco in cemento con la scritta a caratteri cubitali, dipinta di azzurro. -Lido De Mar-. Doveva essere per forza questo. Ed infatti una musica latina, proveniva da un chiosco, che da qui sembrava una capanna.

Mi avviai verso la sabbia, che frusciava dolcemente sotto la suola delle mie Hogan. Il rumore calmo delle onde, più docili. Sentivo il profumo di salsedine assalirmi le narici. Amavo quell'odore.

Arrivai davanti al chiosco, e restai fermo a guardare, con occhi attenti. Finché non la vidi. Bella e perfetta, in quel vestitino che accarezzava delicatamente le sue curve in cui mi perdevo, in cui amavo sprofondare intensamente, costantemente.
Rideva con il cocktail in mano, rigirando la cannuccia nera dentro, come era solita fare.
Notai il ragazzo con cui scherzava. Era quello che incontrammo al locale. Quella serata magica. Che sarebbe rimasta nello scrigno dei sogni proibiti. Forse quelli mai avverati, così veri, talmente ad aver paura di farli divenire reali.

Lo guardai accostarsi al suo orecchio, e ciò mi fece salire una rabbia interna, inspiegabile. Serrai la mano lungo il fianco in un pugno, ma decisi di portarla nella tasca dei jeans. Dovevo mantenere la calma. Fottiti cazzone! Calma un cazzo. Stava toccando ciò che possedeva a me. E non era il suo corpo, era la stessa cosa che batteva da anni, ancor prima di saperlo.

Quando la notai girarsi spaesata, ed incrociare il secondo dopo il mio sguardo. Le sue pupille nere e piccole si dilatarono, ricordandomi che per me quelle erano il mio catrame. Quello dove venivo risucchiato e ci restavo. Come la gabbianella che non riusciva ad uscire dal mare, inquinato quanto il nostro amore.

Si avviò al bancone, scusandosi con la mano con il ragazzo che alzò le spalle. Ti è andata male amico, lei preferisce me. Sorrisi vittorioso, ma notai il modo in cui sbatté il cocktail sul bancone di legno del chiosco, ed avviarsi in contro a me.

Emozioni indecifrabili, tiravano le somme da sole. Sottrazioni, addizioni. Formule matematiche di ciò che potevamo spiegare. Io più Carlotta uguale disastro bisognoso da rifare. Per quanto sia sempre stato sbagliato, se ti rende felice non lo è davvero. Quante cose puoi spiegare?! Non trovi una ragione logica a tutto. Ma capisci che quella persona è parte integrante di te, dal momento in cui t'invade la mente, scende per il corpo, e ti strappa il cuore. Non chiede permessi. Lo prende e lo porta via. Te lo tiene in pugno.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora