Epilogo

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Pov. Carlotta (1 anno dopo)

Niente poteva essere più perfetto, di così. La mia vita procedeva a gonfie vele, come quelle barche che si spiegavano e naufragavano verso mari sconosciuti, sempre alla ricerca di un'emozione nuova.
Joshua era ritornato a cantare. Aveva trovato un Manager finalmente segno di tale nome. Mi rendeva partecipe e se non succedeva Matt lo riprendeva.
Riscuoteva il solito successo di sempre, e come sempre le ragazze lo ammiravano, lo lodavano come un Dio sceso in terra. Ero gelosa come sempre, ma ogni volta che tornava a casa o finiva il concetto, era il Mr Wilson odioso che conoscevo.
Partecipavo con lui ad ogni festa di gala, non ne perdevo una, e finalmente i paparazzi dopo tante mie dita medie galanti, ricevettero sorrisi. Ed i -No comment- divennero un -Stiamo decidendo di sposarci al più presto-.
Niente più a dividere quello che era la metà dell'altro, per essere completi.

Amanda e David si sposarono due mesi fa, ed ora sembrava aspettare una bambina. Il loro matrimonio funzionava, e una testa calda come David poteva andare d'accordo solo con una stramba come Amanda.

Mitch da quell'uscita con la famosa ragazza, che altro non era che la nipote di Bart, divennero fidanzati ufficialmente. E finalmente stava mettendo soldi da parte per aprire un locale interamente suo.

I miei genitori e quelli di Joshua erano sempre gli stessi. Gli anni passavano, ma il loro quartetto era indistruttibile. Maggie era ormai divenuta una scrittrice affermata, di romanzi rosa. Il suo successo aumentava a dismisura. Mia madre aprì un'agenzia viaggi tutta sua. Brian era sempre il miglior editore di tutta New York. E mio padre se la cavava alla grande con i suoi talk-show.

Ed io non potevo davvero lamentarmi. Avevamo comprato una casa insieme. E non una semplice casa, ma la casa. Quella che per noi era stata il fulcro di tutto. Quella dove ogni metro quadro aveva assorbito la nostra passione. Quella delle nostre incomprensioni. Litigate. Gelosie. Quella che per noi era simbolo. La casa ad Hudson Valley. Avevamo deciso di lasciarla arredata in quella maniera, solo qualche ritocco alle pareti. Ed in tutto ciò non poteva mancare il capannone di Bart, che trasformai in una piccola serra, dove mi prendevo cura dei fiori o se non potevo, mia madre veniva e si sbizzarriva. A lavoro mi aspettavo di fare ancora per molto la gavetta. Sognavo un programma interamente mio, senza nessuno a prendere decisioni. Ma l'offerta che mi diede Greg cinque mesi fa, superava di gran lunga ogni mia aspettativa.
Non solo potevo dirigere tutto da sola, ma un intero film. Un film su me e Joshua. Quando me lo propose non potetti credere alle mie orecchie. Gli occhi si fecero umidi e sgranati, ed il mio stupore era talmente tangibile che sicuramente, era trapelato anche a chi lavorava negli edifici difronte alla Tele Corporation New Star.

Le luci dei riflettori, si stagliarono su quella scena.
Come una telespettatrice guardavo tutto. Ancora incredula di ciò che avveniva intorno a me.
Potevo sentirne ancora l'odore, potevo sentire ancora quell'emozione ancora da scoprire.

"Eva Kant non avrebbe saputo scavalcare meglio"

"Esilarante Joshua"

"Beh...ho scritto un pezzo, non è nulla di che. Lo vuoi sentire?" Prese in mano la sua chitarra fedele, e sentii le molle del letto uguale, scricchiolare.

"Non vorrei che tu pensassi che sia un gioco, tu mi cerchi ed io ti trovo.
Quanto tempo è passato, ti avevo davanti ma non ti notavo. Sei cresciuta senza che me ne rendessi conto, mi è crollato il mondo addosso.
Unirei le due metà all'istante, non sei una come tante, te ne freghi delle altre sei speciale, essenziale...
Per un cuore che batte forte ho bisogno di questo mille volte, se sia giusto o sbagliato non lo dire, lasciamelo scoprire, lasciamelo sentire..."
Finì di cantare. Era la prima volta che cantava difronte a qualcuno.
"Cazzo, fa schifo sul serio" ammise ridendo debolmente, e scosse la testa.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora