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Pov. Joshua

Avevo perso tempo, o meglio dire preso tempo. Speravo con tutto me stesso, con ogni fibra del mio corpo, che lei fosse rimasta la stessa Spocchiosa di sempre.
Non ero potuto ritornare subito come avevo sperato. Avevo da mettere fine ad alcune cose. Faccende da sbrigare. Il licenziamento di Yuri, la sua parte. Voleva addirittura farmi causa, e per una volta Madison stette dalla mia parte. Poiché era grazie a me se sua figlia non era finita nelle mani del suo ex marito, consigliandole Mark che da buon avvocato anche se restio, prese a cuore la causa.

Non ero tornato subito, poiché sapevo che tornando i paparazzi non avrebbero più lasciato in pace Carlotta. La sua vita perfetta che per colpa mia si stava sgretolando tra foto in copertina, in cui molto spesso nasceva un sorriso, al ricordo del suo dito medio verso di me. Come quel giorno che l'accompagnai da Amanda. Il vestito che le si alzò appena con un refolo di vento fresco, per poggiassi nuovamente su i suoi fianchi esili. Lei era questa. La parte migliore di me.
Sapevo di aver fatto male a dire al giornalista del -Times Magazine- solo un -No Comment-. Era la miglior scelta, per non infierire. Ed alla fine come tutte le cose, i paparazzi iniziarono a scemare ed a sparire. Ero sparito anche io dai suoi pensieri?! Non lo sapevo, e la paura di scoprirlo mi dilaniava. Mi sentivo uno straccio usato per pulire una macchia, che comunque non veniva via.
Avevo aspettato troppo tempo. In un mese certe cose cambiano. Ma se mia madre aveva detto una cazzo di frase veritiera, nel suo stupido manuale era -L'amore non passa da l'oggi al domani. Certi sentimenti nel tempo non tramutano. Perché sappiamo che per quanto il cervello si sforzi, il cuore è più forte. Bussa, scalcia, ed alla fine tu cedi posto alla parte più fragile-
Ed era fottutamente vero.

Ero andato a trovare due volte i miei a Manhattan. Ma non mi parlavano mai della relazione con Carlotta. Avevano visto anche loro il programma. Sapevano della mia confessione. Ma Anny sembrava l'unica a volermi rassicurare con i suoi sguardi dolci. Quegli sguardi che mi ricordavano Carlotta. Ogni volta che mi davo colpe, ogni volta che credevo di non farcela, lei era lì. Con le sue parole da spocchiosa ed il suo pacifico che mi riempiva l'anima, sorgendo un sole che si diramava dentro di me.

Ero tornato prettamente per prendere la mia fedele chitarra. Un pezzo di noi. E molte foto. Volevo fare qualcosa di carino. Forse avrei avuto il suo perdono. Stronzate Joshua! Non si risolve tutto con due moine da testa di cazzo. Ma se non altro avrei tentato.

Avevo sistemato quasi tutto, ed era l'ora di poter gridare libertà. La musica vera ed il
pubblico mi mancava. Speravo solo prima o poi di tornare, ma ora era meglio prendermi ciò che mi spettava. Sentirmi parte integrante del
mondo davvero, e non un prodotto da palco e Talk-show.

Scovai nella periferia di New-York, non molto distante da Times Square, un pub. Stile rustico, accogliente e familiare. Appena il titolare mi vide, sgranò gli occhi. Forse basito, forse sorpreso. E più volte puntò gli occhi sul giornale per controllare se fossi uno che gli somigliava o l'originale.
Sembrava un tipo alla mano, anche se strambo. Gli chiesi gentilmente di farmi suonare nel suo locale. Mi chiese se volessi soldi, che non aveva a sufficienza. Ma in tutto ciò lo rassicurai che non volevo soldi o altro. L'unica cosa era di non dire nulla ai paparazzi, e che avrei raccomandato il suo pub a molta gente. Un baratto più che giusto, e di ciò ne fu felice, ringraziandomi e stringendomi o meglio
Dire stritolandomi la mano, che sembrava non volesse mollare.

Ed ora ero qui, in questo pub, aspettando il mio annuncio. Sentii il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni beige, e mi apprestai a tirarlo subito fuori, con le mani che tremavano. Sembravo avere pulsazioni anche sotto il palmo, ma ero solo ansioso di vederla. Di sapere il suo sguardo, la sua espressione. Le conoscevo ormai tutte. E solo lì avrei capito se un cuore rattoppato come il mio aveva un'altra chance o poteva essere ridotto in brandelli, e gettato nella pattumiera.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora