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Pov. Joshua

•-Tutto era iniziato per un gioco,
Dei consigli hanno scaturito un fuoco
Incendio, ho gridato
Stupendo, ti ho marchiato
Inconsapevolmente, consapevoli che non saremmo finiti tra i deboli,
Inconsciamente, incoscienti che dai disastri non si esce illesi.

Chiedimi cosa sento adesso,
Ti direi che ho una voragine nel petto
Chiedimi perché ti ho lasciata andare
Perché sono un codardo che ti sa amare

E mi pento, mi sento, in bilico, in un precipizio dove sbatto sul cemento,
Freddo, non mi arrendo,
in ogni istante di questo mondo io ci voglio ricadere in uno sbaglio,
dammi un disastro,
solo due poli opposti che si attraggono,
e mi pento ma tento, perché sei il mio turbamento.

Non restare a farti male, chiudi gli occhi e lascia andare, tutto...tutto...perso...arreso
Non pensare a tutto il male, chiudi gli occhi e fatti abbracciare, forte....forte...

E mi pento, mi sento, in bilico,
in un precipizio
dove sbatto sul cemento,
Freddo, non mi arrendo,
in ogni istante di questo mondo io ci voglio ricadere in uno sbaglio,
dammi un disastro,
solo due poli opposti che si attraggono,
e mi pento ma tento, perché sei il mio turbamento.

Ho innestato il freno, solo per pensare a come è successo che ti ho vista dormire ed ora sparire...
Ho rincorso le proposte,
i rimorsi mi corrodono le corde per poterti parlare, per poterti cercare.
Si lo ammetto, chi non lo farebbe, che di sbagli ne farò sempre...

E mi pento, mi sento, in bilico, in un precipizio dove sbatto sul cemento,
Freddo, non mi arrendo,
in ogni istante di questo mondo io ci voglio ricadere in uno sbaglio,
dammi un disastro,
solo due poli opposti che si attraggono,
e mi pento ma tento, perché sei il mio turbamento.•-

Questa era la canzone, che ho scritto la sera stessa. Non avevo dormito per l'intera notte. Gli occhi mi pizzicavano, pungevano come spilli infilzati nel bulbo oculare, ma non cedevo al volere di Morfeo. Ero convinto, di finire la settimana. E così fu. Madison era andata via, come le avevo imposto. Yuri era furioso, ma si manteneva. Senza Carlotta tra i piedi, era più calmo. avevo in mente tante idee. Ma per il momento volevo tenerle per me. Avrei riflettuto a lungo, molto a lungo. Toby con me era una tomba, e d'altro canto anche Samuel aveva attivato il silenziatore. Per un barzellettiere come lui lo vedevo difficile rimanere in silenzio, ma per la sua collega manteneva la bocca cucita con ago e filo.

Una settimana di dilaniamenti interni. Mi stavo corrodendo il fegato. La chiamavo e non rispondeva. Le mandavo messaggi, e non rispondeva. Certo...ora aveva Mitch. Colui che sostenevo sempre essere solo un amico, e non il suo fidanzato. Il motivo per il quale mi aveva mentito, mi era ignoto. Lei era un'incognita. Stupenda e superba. Difficile da scoprire in ogni lato. Provavi a risolvere la formula, e non veniva mai fuori la soluzione.

Era finito tutto. Avevo dormito in quel letto dove giorni prima dormiva anche lei. Quella stanza che aveva condiviso i nostri respiri ansimanti. L'odore delle nostre intimità. Dio. Mi segavo solo al pensiero del suo corpo nudo e febbricitante. Mi schiavizzava e neanche lo sapeva.
Avevo bisogno di staccare la spina. In un posto, in un luogo, dove tutto aveva avuto pienamente inizio. Dove potevo gridare il suo nome talmente forte che avrei abbattuto le mura di una casa, ma non quelle che aveva messo difronte a me.

Decisi di dirgli a Yuri che sarei stato via per due giorni. Dovevo pensare a cosa fare con lui, ma questo non lo sapeva. Mi stava tenendo in una gabbia, senza poter decidere. La vita era mia, decidevo io. Tornammo a New York con il Jet. Lui sarebbe andato alla Tele Corporation New Star, per pattuire delle ultime cose con Greg. Non ero pronto a vedere Carlotta. Questa volta avrei fatto a modo mio. Dovevo avere in mente qualcosa di sensazionale. Ed in realtà avevo la mente vuota. Mi servivano idee che solo un posto poteva darmi. Hudson Valley.

Un Disastro DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora