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Appoggiai la testa alle spesse sbarre di ferro e alzai un sopracciglio cominciando a fischiare.
Quel suono fece eco tra le spesse pareti di pietra fredda e sentì dei passi dietro le mie spalle.
<<Così disturbi la mia sanità mentale Miller>>
Sorrisi e mi voltai aggrappandomi alle sbarre arruginite, ci impiegai qualche secondo, ma riuscì ad alzarmi in piedi, appoggiandomi poi al muro affianco.
<<E le tue grida disturbavano la mia Jones>>
Un leggero sorriso s'intravide sotto i capelli che le ricoprivano il viso, un uomo in divisa aprì la cella che cigolò al minimo spostamento, la spinse dentro e richiuse con due giri di chiave il vecchio lucchetto.
Lei cadde in ginocchio, ma si rialzò aggrappandosi alle sbarre.
<<Ma va all'inferno!>>
Gridò sputando addosso al Superiore.
L'uomo le puntò una pistola sulla fronte ed io incrociai le braccia godendomi la scena.
<<Non si fa così Tesoro>>
Rise lei attirandolo a se e facendogli sbattere il petto contro le sbarre provocando così un rumore sordo.
Lo fece voltare e gli bloccò il collo con il braccio prendendo possesso della sua arma
<<Dio, siete uno più idiota dell'altro>>
Ironizzò puntandogli la pistola alla tempia, nonostante quell'uomo pesasse il triplo più di lei, sembrava aver difficoltà a liberarsi dalla sua presa.
<<Ehi Rossa, lascialo andare>>
Gli suggerì sperando che non ne uccidesse un altro.
Erano passati sei mesi dal nostro "ricovero", se così si poteva definire. Rayn stava facendo progressi, eravamo più forti, più veloci, ma nonostante questo la permanenza in quelle celle ci stava cambiando.
Guardai il suo dito stringere la presa sul grilletto e battei le mani sulle sbarre attirando la sua attenzione.
<<Rossa!>>
I suoi occhi color nocciola si posarono nei mie, sembravano più intensi del solito.
Sorrise e sparò un colpo lasciando poi andare la presa sull'uomo, che lentamente scivolò a terra senza vita.
<<Ops>>
Rise tornando con le braccia dentro la cella e lasciando cadere a terra l'arma.
Scossi la testa e mi passai la lingua sulle labbra secche divertito. Avevo perso il conto ormai di quanti ne aveva uccisi, lo faceva per noia, per divertimento o solo per il semplice gusto di veder soffrire qualcun'altro oltre a noi.
<<Che è successo là dentro? Non ti hanno trattenuta tanto come al solito>>
Si spostò i capelli da un lato e appoggiò la schiena contro alla parete accanto a lei, lasciandomi la vista solo del suo profilo.
Guardava dritto davanti a se con il sorriso sulle labbra, sembrava più magra ora che la guardavo meglio.
<<Sono passati alle armi>>
Disse alzandosi la maglietta scura consumata e mostrandomi la sua pancia piatta perfettamente pulita.
<<Non hai un graffio...>>
Notai alzando un sopracciglio e tornando sui suoi occhi stanchi.
Strinse tra le mani le sbarre della cella e sorrise ancora senza lasciare i miei occhi.
<<Non hai idea di quanto facciano male i proiettili che sono rimasti dentro>>
Sussurrò senza smettere di sorridere, quella situazione la stava portando alla pazzia, come infondo stava succedendo a me.
<<Ehi Miller>>
Mi chiamò rompendo il silenzio e scivolando lungo le sbarre fino a toccare con le ginocchia il pavimento sporco.
<<No no no, Rossa rialzati!>>
Gridai vedendo la sua presa sulle sbarre farsi inesistente.
<<Sono stanca Drake, fa silenzio>>
Sussurrò strozzando le sue stesse parole.
<<Rossa ascoltami, afferra le chiavi dalla sua tasca>>
Dissi indicando l'uomo steso a terra, il suo viso si alzò e i suoi occhi ormai spenti mi guardavano confusi.
<<Che diavolo stai dicendo, ho capito la metà delle parole che hai detto...>>
Alzai gli occhi al cielo e indicai ancora l'uomo davanti a me. Le nostre celle erano una davanti all'altra, ma troppo lontane perchè potessi sfiorarla.
<<Le chiavi>>
Ripetei. La vidi alzare un sopracciglio e allungare il braccio verso di esse. Per quanto ci provasse quelle chiavi sembravano irraggiungibili.
La guardai sedersi e passare una gamba tra le sbarre.
I suoi occhi si insinuarono nei miei e un sorriso divertito illuminò il suo viso.
<<Pronto?>>
Chiese tornando dentro la cella, si spostò esattamente dietro il corpo del soldato e verificò ancora una volta che la sua gamba passasse tra quello stretto passaggio.
Mi accucciai a terra capendo quello che stava per fare e gli diedi il via libera.
Con il piede tirò un calcio nella schiena dell'uomo e un secco rumore di ossa spezzate occupò il silenzio.
Il cadavere del Superiore si schiantò contro la mia cella facendo tremare le sbarre, alzai gli occhi verso di lei che ancora sedeva a terra con la gamba tra le sbarre.
Una ciocca di capelli le cadeva sul viso, mentre i suoi occhi tornarono a brillare di un nocciola intenso.
<<Prendi quelle stupide chiavi e vattene via da qui occhi verdi>>

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora