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6 anni dopo...

In quell'immenso ufficio ben arredato, solo il continuo tamburellio delle mie dita occupava il silenzio.
Mi morsi il labbro alzando un sopracciglio e continuando a fissare quella grande porta chiusa davanti a me. Avevo una strana senzazione, c'era troppo silenzio, non che fosse un male infondo.
Battei la mano sul lucido legno di ciliegio che componeva la mia scrivania, creando un rumore sordo che spezzò la monotonia di quel tamburellio.
Il continuo squillare di un telefono attirò la mia attenzione, mi alzai in piedi e infilandomi una mano nella tasca destra di quegli eleganti pantaloni scuri, mi affacciai sulla vetrata che dava sfondo, all'ormai monotona, New York.
Voltai appena il volto, mi stupì che la mia segretaria non avesse ancora risposto al telefono. Corrugai le sopracciglia e il continuo brusio che si ostinava a interrompere il filo dei miei pensieri sembrava non finire mai.
La porta del mio ufficio si aprì con forza e sorrisi.
<<Signori, vi ho appena detto che non vuole essere disturbato!>>
Gridò la donna prima che qualcuno la chiudesse fuori dalla stanza.
<<Ehi Miller!>>
Mi voltai riconoscendo la voce di quel biondino e per poco non mi sentì mancare incontrando i suoi occhi.
Le sue labbra piene erano increspate in un sorriso falso, mentre i suoi occhi color nocciola distolsero il contatto con i miei.
<<Rossa...>>
Sussurrai facendo un passo avanti.
Matt gli si parò davanti, nascondendola dietro il suo corpo e puntandomi una pistola addosso.
<<Non costringermi a farlo>>
Mi sfidò il ragazzo spostandosi appena il ciuffo biondo bianco che gli copriva l'occhio chiaro. Sorrisi alludendo alla serietà con cui si era espresso, mi appoggiai alla scrivania e mi levai la mano dalla tasca, allentando la presa della cravatta bordeaux che mi stringeva il collo.
<<Prima mi dici di sparire, poi, dopo sei anni, ti presenti nel mio ufficio puntandomi un arma contro. Ho due teorie, o ti devo dei soldi o una delle macchine sportive che produco non ti ha soddisfatto pienamente>>
Scherzai sfiorandomi i capelli, ma senza smettere di cercare nemmeno un secondo la ragazza dai capelli rossi.
<<Divertente Miller, ma siamo venuti a prenderti>>
Mi informò avvicinandosi e mostrando ai miei occhi la ragazza che mi aveva torturato la mente per tutti questi anni.
La porta si aprì di nuovo e uno sparo attirò la nostra attenzione.
La mia segretaria cadde a terra priva di sensi e notai Tessa pulirsi una pistola sui consumati jeans neri strappati.
<<Io le avevo detto che non doveva disturbare>>
Disse tornando a giocare con l'arma tra le mani.
<<Si può sapere che diavolo state facendo?!>>
Domandai scioccato alzando la voce.
<<Ti stiamo salvando il culo, ora muoviti e raggiungici in macchina>>
Rispose acido lui uscendo dalla stanza.
Scossi la testa confuso e lasciai scorrere il mio sguardo su di lei. Non sembrava tanto diversa da come la ricordavo, sembrava solo più magra e i suoi capelli ora li teneva mossi.
<<Rossa io...>>
Mi fermai, vedendo il palmo della sua mano, nascosto dentro un lucido guanto di pelle, verso di me.
<<Hai trenta secondi Drake. O con noi o contro di noi. La scelta è tua>>
Rispose fredda posando i suoi intensi occhi scuri nei miei. Le feci un cenno con la testa e rimasi in silenzio guardandola, cercando di memorizzare il più possibile di lei.

<<Ti faccio i miei più sentiti complimenti per essertene elegantemente fregato di me comunque>>
Disse interrompendo il silenzio e trattenendo una risata nervosa.
Tremava, l'avevo notato, ma feci finta di niente, cercando invano di capire il filo del suo discorso.
<<Ricco da far schifo, ville perfino in Italia, uffici lussuosi e bei vestiti. Non sei poi migliore di quella che ero io Drake>>
Continuò chinandosi verso il corpo della mia segretaria, con le dita le sfiorò il collo, spostandole i capelli e arrotolandosi la catenina d'oro bianco nell'indice.
<<Bvlgari>>
Sussurrò riconoscendo la marca del gioiello
<<Questa me la tengo>>
Strappò la collana dal collo della donna e se la infilò in tasca alzandosi, con quella eleganza e sensualità, che solo lei possedeva.
Alzai un sopracciglio e feci per avvicinarmi a lei, ma non me lo permise scomparendo sotto i miei occhi.
Me la ricordavo quella senzazione.
Ti sembra di percepire ogni cellula del tuo corpo fremere, il sangue scorre più velocemente, mentre il ritmo cardiaco aumenta ogni secondo di più e quando ti muovi uno dei tuoi passi equivale a un centinaio di quelli di una persona normale.
Sei veloce, quasi impercettibile all'occhio umano.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora