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Infilai quella vecchia chiave arrugginita anche nel lucchetto della sua cella, ma lei mi prese il polso fermando il mio movimento.
I suoi occhi intensi sembrarono brillare in quel semi buio che l'ambiente possedeva e io corrugai le sopracciglia.
<<Ho detto che devi andartene Miller, da solo>>
Una delle sue mani stringeva forte le sbarre fredde, probabilmente per reggere il suo corpo stanco.
<<Non ti lascio marcire qui dentro Rossa>>
Ribattei sforzando la presa sul lucchetto e facendo scattare la porta. Lasciai che il suo corpo cedesse addosso al mio e per qualche secondo mi concessi di affondare il viso tra i suoi capelli, inspirando quell'odore di polvere e umidità che aveva preso posto al suo profumo dolce.
Dio se mi era mancato stringerla. Mi bastava un solo braccio intorno alla vita per sostenerla, mi resi conto che era davvero più magra e i suoi occhi parlavano da soli.
<<Adesso devi starmi a sentire Drake, uscendo da qui troverai delle scale, evitale e cammina dritto, supera le stanze di tortura e uccidi chiunque cerchi di portarti indietro. Alla fine del tunnel troverai una spessa porta di metallo, buttala giù e corri. Corri veloce, non fermarti, non voltarti indietro mai e nasconditi>>
Le sue mani scivolarono sul mio petto lente e io mi persi a guardare il suo viso confuso, non riuscivo a seguire le sue parole, correvano veloci fuori dalle sue labbra perfette, mentre i suoi occhi nocciola non perdevano i miei nemmeno un secondo.
Scossi la testa e sorrisi mascherando il nervosismo.
<<Ehi, andrà bene>>
Sussurrò ancora avvicinandosi al mio orecchio, le sue labbra, senza volerlo, sfiorarono la mia mascella e sentì il suo corpo cadere, ma la strinsi di più sollevandola.
<<Non ce la faccio a lasciarti qui>>
Rivelai incastrando le mie dita nei suoi capelli, mentre quel familiare brivido mi percorse la schiena.
<<Non sono finita Drake, morire appena fuori dai cancelli>>
Chiusi gli occhi e una lacrima scivolò lenta sulla mia guancia, me ne sarei pentito. Cazzo se mi sarei maledetto una volta fuori.
La aiutai a sedersi a terra, le appoggiai piano la schiena alla parete fredda e le presi il viso tra le mani.
<<Tornerò a prenderti Piccola>>
La sentì annuire debolmente e le baciai la fronte, mentre le sue mani stringevano le mie braccia.
<<Vai Miller, starò bene>>
Mi separai da lei e mi allontanai da quelle celle sporche e buie. Andai verso il cadavere che, ormai scomposto, giaceva a terra freddo. Presi la pistola e me la portai in tasca, nascondendo nello stivaletto anche un coltello e il teaser.
Alzai un sopracciglio e mi voltai ancora verso il suo viso.
<<Attento a non rovinarti le piume là fuori>>
Corrugai le sopracciglia e memorizzai un ultima volte quella curva sulle sue labbra. Cominciai a correre e dopo pochi metri incontrai quella scala, la ignorai e proseguì camminando, correre mi sembrava strano, o forse era solo la senzazione delle mie gambe ancora intorpidite.
Quel tunnel buio non sembrava altro che eterno, mi portai una mano nei capelli e sfiorai l'arma nella tasca. Non mi capacitavo di aver davvero dato retta a Tessa, ma non volevo che morisse ora. Non dopo tutto quello che in sei mesi aveva dovuto subire.
Un cigolio improvviso attirò la mia attenzione e notai la spessa porta bianca aprirsi. In un attimo mi scontrai contro il muro, mentre quella porta mi sfiorò il naso.

Velocità.

Aveva sussurrato Ryan quella sera.
I passi dei soldati si allontanarono lentamente e io ancora non mi rendevo conto di come fossi arrivato a quella colonna. Sfiorai il muro dietro di me corrugando le sopracciglia, in un nano secondo avevo percorso quei pochi metri che mi separavano dalla porta. Scossi la testa tornando in me e continuai a camminare verso l'uscita.
Mi sentivo strano, mi portai una mano sulla fronte, forse era quel buio che confondeva la mia vista, o quella strana senzazione di forza che alimentava ogni muscolo del mio corpo.
La mia schiena si scontrò con forza contro la parete scomposta un'altra volta, un braccio mi bloccava la gola, quasi fermandomi il respiro.
<<Tu non sei un Superiore>>
La voce bassa di quel ragazzo sembrava voluta. Nel buio si riuscivano a distinguere i suoi occhi trasparenti e i capelli biondo bianchi. Mi lasciò andare e tossì per regolarizzare il respiro, con la mano mi accarezzai il collo, la sua presa non era affatto dovuta ad una forza umana.
<<Ti stavo cercando altro Miller>>
Sorrise sistemandosi la giacca di jeans chiara, che portava sopra quella canotta bianca aderente.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora