#59 Tessa

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Aston mi rivolse un sorriso levandosi il cappuccio della felpa grigio chiaro dalla testa, vedendolo in tuta sembrava confondersi con il carattere impulsivo di Drake, anche se le fossette lo tradivano.
«Volevo parlarti»
Gli feci un cenno e abbassai lo sguardo notando che una delle mie scarpe era slacciata, i lacci bianchi si confondevano con le foglie e la terra, mentre i passi di Aston si avvicinavano rumorosamente.
«Parlarmi? Se sei venuto a riempirmi la testa di tecniche di attacco confido che tu conosca la strada per tornare indietro»
Risposi acida appoggiandomi con la schiena ad un albero, il vento si alzò e io tornai sugli occhi del ragazzo, sembravano stranamente lucidi.
«È sempre stato impossibile parlare con te»
Alzai un sopracciglio.
«Sul serio? Ricordo che a Las Vegas non ti facevi troppi problemi a rivolgermi la parola»
Lui sorrise mostrandomi una fossetta sulla guancia sinistra, alzò la testa verso l'alto guardando i rami carichi di foglie dai colori caldi cadere lentamente.
«Tu non sai niente Tessa, non puoi giudicare una persona senza sapere chi è veramente»
Disse portandosi le mani in tasca e alzando le spalle, scossi la testa, era evidente la rabbia che portavo addosso, mi sentivo più calda, come se quell'emozione stesse prendendo il sopravvento dentro di me.
«Io so che ci hai traditi Aston, che ci hai usati per arrivare dove sei ora e che non hai mai avuto le palle di raccontarci tu le cose!»
Ringhiai facendo un passo avanti,
«Non hai idea di quanto abbia goduto nello spezzarti il collo anni fa, e lo rifarei mille volte se potessi tornare indietro. Sei un doppiogiochista come Ryan, pensi solo a te stesso e»
«Come te»
Mi zittì sfidando le mie iridi, la sua arroganza era pura eleganza, come lo erano i suoi movimenti e i suoi gesti.
«Infondo non siamo poi tanto diversi Tessa, siamo egoisti, mentiamo, ci approfittiamo di chi è più debole per raggiungere i nostri obbiettivi. Converrai con me che non c'è poi molta differenza tra noi»
Corrugai le sopracciglia, la sua calma mi dava sui nervi, eppure non potevo dargli torto.
«Forse elencare i miei difetti potrà farti stare meglio, ma non è spuntando sopra ai miei pregi che cambierai i tuoi. Anche tu sei una persona orribile infondo.
Uccidi, menti, torturi e inganni, stai per radere al suolo l'intero mondo per non morire, non è forse un atto di egoismo questo?»
Domandò mantenendo la sua voce roca e dolce.
«Tessa, essere una ragazzina a cui sono successe cose orribili non fa di te un caso speciale, con i tuoi stessi occhi hai visto quanti Angeli ha creato Ryan, hanno tutti la tua stessa storia, le tue stesse paure e gli stessi segni che ti identificano.
Non hai mai pensato cosa potessero provare Drake? Matt? O il suo amico?. Non hai mai provato a chiedere loro come si fossero sentiti? Se avessero avuto paura?...no immagino che tu non ci abbia pensato, meglio scaricare addosso agli altri solo i propri problemi, vero?»
Alzò un sopracciglio e io sentì stringersi lo stomaco, come una fitta improvvisa.
«E chi può darti torto? È la strada più semplice, è nel DNA degli esseri umani cercare la via più facile.
Io come l'ho trovata mi ci sono fiondato. Volevo arrivare in alto e in alto sono arrivato, a quale prezzo già lo sai...»
Sorrise soddisfatto e io abbassai lo sguardo sconfitta, non avevo mai pensato a come gli altri si sentissero, chiusa nel mio risentimento avevo covato per tutta la vita la mia sola storia, facendoci i conti ogni singolo giorno, senza accorgermi che non ero mai stata l'unica.
«Hai ragione»
Ammisi sistemandomi i capelli che mi erano ricaduti sul viso.
«Ma allo stesso tempo ti sbagli»
Le sue sopracciglia si alzarono incuriosite, il suo sorriso scomparve e appoggiai le mani alla corteccia dietro di me per poi lasciarmi sostenere dall'albero.
«Noi non siamo uguali, non raggiungiamo nemmeno l'essere simili, avremo aspetti in comune, ma restiamo due persone distinte.
Io non sarò brava a parole quanto te, ma non mi abbasserei mai fino a perdere la mia dignità per ottenere niente.
Sai una cosa Aston, tu per arrivare dove sei hai sempre solo strisciato, io invece non ho mai smesso di camminare a testa alta»
Continuai avvicinandomi a lui, sfidai I suoi occhi freddi e sorrisi vedendolo arretrare di un passo.
«Ricordati, per quanto tu possa leccare il culo a Ryan, Qui l'Alfa sono io Miller»
Sussurrai a voce bassa a pochi centimetri dal suo orecchio, lo senti irriggidirsi,
alzai un sopracciglio e lo superai dandogli una spallata, feci qualche passo e scattai in silenzio alzando una potente folata di vento, lasciando il ragazzo solo in mezzo al bosco.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora