#18

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Tessa.

Feci qualche smorfia cercando di liberare i polsi sulla mia testa, come mossi la mano un suono di catene fece eco intorno a me, alzai lo sguardo, muovendomi faticosamente tra le braccia che mi tenevano appesa come un idiota.
I miei polsi erano stretti tra due spesse catene arrugginite, provai ancora a romperle, ma il dolore occupava tutta la concentrazione.
«Bentornata Tessa Jones»
Alzai un sopracciglio senza smettere di dimenarmi come una pazza,
«Ryan Smith, maledetto Bastardo, respiri ancora»
Ironizzai cercando di sistemarmi la spalla ussata, ma la posizione in cui mi trovavo rendeva difficile anche parlare, soffiai via alcune ciocche di capelli dal viso e abbassai lo sguardo fino ai suoi occhi di ghiaccio.
I capelli biondi erano legati dietro la nuca, i segni dell'età sul suo viso iniziavano a intravedersi, ma nonostante il tempo passato era sempre bello, io continuai a sorridere fingendo di non stare poi così da schifo.
La sua risata spezzò il flusso dei miei pensieri e alzai un sopracciglio.
«Sai non avresti dovuto scappare in quel modo da me, hai anche ucciso diversi dei miei uomini e questo è un male Tesoro»
La sua voce roca possedeva un velo di ironia.
Portai il mio sguardo verso il basso e notai che la mia canotta era logora, sporco e sangue la ricoprivano come fosse una tela che ritraeva morte e dolore.
Sorrisi quasi chiudendo gli occhi, sentivo la forza abbandonarmi, ma ignorai quella sensazione.
«Già, ammetto che è stato divertente, sono anche venuta a salutarti, ma quando ho sfondato la porta del tuo ufficio, tu non c'eri, ci sono rimasta male, sai?»
Pronunciai l'ultima frasi fingendomi dispiaciuta, e in effetti lo ero, perché non avevo avuto modo di ammazzare quel biondino traditore.
Sorrisi cercando ancora di liberarmi i polsi, ma non feci altro che procurarmi lesioni su essi,
Un colpo di tosse spezzò la frase di Ryan, più tossivo più il mio corpo sembrava saltare con me. I polmoni mi bruciavano e la testa mi scoppiava.
«Qualcosa non va Angelo?»
Domandò prendendomi il mento tra il pollice e l'indice sollevandomi il viso, gli sputai in faccia e lui si ripulì con il polsino della camicia turchese che portava.
«Devo dire che mi mancava la tua scarsa collaborazione, ma credo che ti farò cambiare idea presto, infondo non ho fatto quell'imboscata solo per divertimento...»
Risi sarcasticamente appena il mio corpo si riprese,
«Fammi ciò che vuoi Ryan, infondo mi hai creata per resistere»
Sporsi il viso verso di lui e i nostri nasi si sfiorarono, un intenso profumo di colonia m'invase e abbassai la voce.
«Non posso morire Smith»
Il suo sorriso aggressivo mi fece arretrare, rimasi in silenzio e attesi la sua risposta.
«È vero Tesoro, non puoi morire, ma c'è un lato positivo in questa situazione, sai?»
Notai una porta aprirsi davanti a me e per la prima volta guardandomi intorno notai di essere dentro una piccola stanza quadrata, le quattro pareti erano bianche, non c'erano finestre e la luce veniva da un grande lampadario a neon sul soffitto.
Annuì sorridendo e provai ancora una volta a liberarmi, ma fu inutile.
«Vuoi sapere qual'è?»
Domandò rifilandomi un destro nello stomaco, indietreggiai e trattenni il respiro ignorando il lieve dolore. Dopo sei mesi passati sotto ai ferri grazie a lui, il dolore di qualsiasi colpo sembrava quasi inesistente.
«Che posso farti stare male Angelo»
Lo scatto di una carica inserita in un arma mi fece alzare la testa, alzai un sopracciglio e percorsi i lineamenti del viso di quel ragazzo tanto simile a Drake. Il suo sorriso, insieme alle inconfondibili fossette mi raggiunse e io lo ricambiai studiandone ogni dettaglio, era cambiato, portava i capelli più corti ora e vestiva diverso. Un paio di jeans strappati lasciavano intravedere la pelle olivastra e una maglietta scura attillata dava l'idea che negli ultimi anni si fosse allenato.
I suoi occhi si fermarono nei miei e in meno di un secondo me lo ritrovai davanti, la canna della pistola era ferma a pochi centimetri dalla mia fronte.
«Ho saputo che Nathan ti ha salvato per pena, sai tuo fratello crede ancora nel valore della famiglia...»
«Chiudi la bocca Jones!»
Ringhiò interrompendomi, alzai un sopracciglio e mossi appena la gamba, giusto per verificare che funzionassi ancora.
«Ti vedo bene comunque»
Aggiunsi lasciando che si avvicinasse ancora di qualche centimetro, la canna della pistola si scontrò con la mia fronte, sorrisi ancora e mi morsi il labbro inferiore.
«Iniziano i giochi Aston»
Lo vidi corrugare le sopracciglia e gli rifila un calcio nelle costole che lo fece scontrare contro la parete crepandola appena.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora