#29

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I suoi occhi aspettavano impazienti che continuassi a parlare.
Mi sistemai meglio sul sedile e gli rivolsi uno sguardo.
«Dove vuoi arrivare Miller?»
Ad essere sinceri non lo sapevo nemmeno io, ma avevo la certezza che Tessa sapesse più di quanto io avessi ascoltato quella sera.
«Se trovassimo le chiavette, i documenti e il suo computer, probabilmente saremmo a più di metà strada, ma in camera sua non ricordo di aver trovato altro che scartoffie e disegni...»
Corrugai le sopracciglia mettendomi una mano sul viso.
«Che coglione!»
Esclamai maledicendomi.
«I suoi disegni! Deve aver ritratto ognuno di noi, forse conosceva gli altri o aveva trovato i loro fascicoli, è un ipotesi, ma potrei aver ragione»
Matt tirò una manata al volante facendo inavvertitamente suonare il clacson, lo guardai divertito e lui mi diede una pacca sulla spalla.
«Grande!»
Esclamò entusiasta,
«Sei un genio, Tessa è un genio! Li troveremo tutti e sarà fantastico! Nathan sarà al settimo cielo appena lo verrà a sapere»
Alzai un sopracciglio e mi portai una mano tra i capelli, ormai era diventato un tic nervoso.
«Che diavolo di film mentali ti stai costruendo Matt?»
Il suo sorriso si fece meno intenso, ma continuò a tenere quell'espressione da bambino la mattina di natale.
«Nathan non te l'ha detto?»
Lo guardai confuso scuotendo la testa appena e il suo sorriso svanì completamente.
«Ah...»
Tornò a guardare la strada e prese un respiro.
«Matt dimmi che diavolo succede»
Lui alzò le mani cominciando a parlare a vanvera.
«Be io credevo che te l'avesse detto, insomma siete rimasti a parlare per un ora»
Cominciai ad innervosirmi e la gamba tornò a tenere un tempo inesistente.
«Dimmelo e basta, no?»
Lui annuì prendendosi prima qualche minuto.
«Conobbi Nathan dopo alcune settimane dalla nostra separazione. Tu facevi la bella vita a New York e io vivevo sotto un ponte rubando borse tra i vicoli»
Alzò le spalle e strinse il volante con forza.
«Una sera entrai in un bar per incontrarlo, mi aveva lasciato il suo numero il giorno prima sulla metro. Mi disse che sapeva chi ero, a che numero corrispondevo e che lui avrebbe potuto aiutarmi.
Accettai, un po' per la disperazione, un po' perché non avevo niente da perderci. Per alcuni mesi ci trasferimmo in canada e quando gli dimostrai la mia lealtà lui si confidò»
Alzai un sopracciglio e rimasi in silenzio.
«Mi raccontò del progetto D.H.P*, protezione umani pericolosi.
Sapeva che Ryan ci era riuscito, aveva finalmente scoperto il modo di trasformare un semplice essere umano in una macchina mortale a prova di bomba. Non aveva idea di quanti ne fossero sopravvissuti, ma conosceva a memoria ogni nome e numero sull'ultima lista d'iscrizione che Ryan aveva aperto per una nuova fase»
Annuì confuso.
«Okay, ma tutto questo cosa c'entra con il progetto di mio fratello?»
Lui mi fece un cenno.
«Ci stavo arrivando. Nathan mi spiegò che aveva un piano, lasciare che Ryan completasse i suoi nuovi soldati poi trovarli e nasconderli, non prima di aver fatto fuori il Bastardo, s'intende.
Una volta Ryan fuori dai giochi non avrebbe certo potuto lasciare tutti quei ragazzi in balia del mondo, nessuno ci avrebbe mai capito e probabilmente saremmo stati tutti rinchiusi chissà dove per il volere del governo. Così costruì un posto, una sottospecie di città per noi, una comunità di cui si sarebbe preso cura lui stesso»
Corrugai le sopracciglia schifato, non certo per l'idea idiota di mio fratello, più per la convinzione di Matt e della sua idea di felicità.
«Ti rendi conto di quanto sia stupido? Governo o meno, il nostro futuro è un esistenza in isolamento, lontani dalla vita e da tutti quelli che conosciamo. E non ha pensato a Tessa? Impazzirebbe sotto una lista di regole, a dover condividere tutto quanto con altri ragazzi poi...»
«Drake apri gli occhi!»
Gridò Matt sbattendo le mani sul volante, mi zittì e usci dal furgone sbattendomi la portiera alle spalle. Appoggiai la schiena al furgone ed incrociai le braccia chiudendo gli occhi qualche secondo.
«Tuo fratello ha dedicato la vita a questo progetto e tu»
«Chiudi la bocca Matt!»
Sbottai ritrovandomelo davanti.
«Nathan non è stato capace di prendersi cura di me e Aston e ti aspetti che metta in riga dei ragazzi che potrebbero ucciderlo ad occhi chiusi? Non sono io che devo aprire gli occhi Matt, te lo dico da numero e non da amico, nessuno di quei ragazzi accetterà mai le condizioni di mio fratello»
Dissi severo indicando il nulla.
«Una volta liberi se ne andranno via, lontano da questo posto di merda e lontano da Ryan! Perché quel bastardo, vivo o morto non smetterà mai di cercarci. Tu ed io abbiamo vissuto in questi anni, abbiamo girato il mondo, visto la vita scorrere e le stagioni andare e venire, gli altri come noi non sono mai usciti da una cella, e sono più che sicuro che una volta liberi non se ne tornerebbero di certo in un altra»

*Dangerous Human Protection

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora