#44 Drake

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Quel silenzio mi stava uccidendo, volevo sapere. Percepivo ogni mio muscolo rigido e l'ansia mista all'impazienza di sapere se quel bacio era stato solo una reazione casuale all'euforia di quel momento.
Attesi ancora, bloccato in quel limbo di silenzio e sguardi persi.
La vidi alzare lo sguardo e portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Drake non credo sia il caso di parlarne, è stato solo un bacio»
Disse poi dandomi le spalle e tornando a fissare quelle fotografie. Corrugai le sopracciglia e sorrisi sfiorandomi la mascella divertito, quella risposta non mi sarebbe mai bastata.
«Sarò io l'idiota che ci spera sempre allora»
La vidi incrociare le braccia e spostare il viso verso sinistra, rimase in quella posizione per qualche secondo e poi si voltò incuriosita.
«Drake per favore non...»
I suoi occhi trovarono il contatto con i miei e si zittì lasciando la frase in sospeso. Smisi di giocare con la catenina e scossi la testa serio.
«Non, cosa Tessa? Io non ti capisco. Sul serio, non riesco più ad avere un idea su di te»
Cominciai liberandomi da quelle parole che mi stavano facendo venire il mal di testa a forza di ripetersi nella mia mente.
Questa volta nemmeno il suo sguardo riuscì a frenare le mie labbra, che ormai si muovevano da sole sfogando i miei pensieri come non mai.
«Io non ce la faccio più! Sul serio, mi sto arrendendo. Prima mi vuoi, ma dici che non puoi stare con me, poi non mi puoi  nemmeno vedere, ma dopo, quanto? Tre settimane?, ti presenti davanti a me e mi baci.
Io non so cosa sono per te, ma sono stanco di questi stupidi tira e molla e stronzate da quindicenni con gli ormoni a palla.
Voglio una risposta Rossa, adesso»
Mi avvicinai di qualche passo e lei rimase ferma, immobile nel suo apparente stato di confusione e razionalità.
«Scegli, Me o Te»
Le sue iridi scure vagavano sulle mie, non so cosa potesse ancora servire quel silenzio, ma ormai mi ero davvero stancato, ero arrivato al limite.
La vidi sorridere appena e distogliere lo sguardo sciogliendo l'incrocio tra le braccia.
Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse prendendosi altro tempo ancora.
«Ti preferivo prima Miller, quando prima di sparare stronzate almeno le pensavi!»
Mi passò accanto raggiungendo la porta. Ma non allungò mai la mano per aprirla, invece si voltò e mi lanciò un altro sguardo.
«Anzi sai cosa, credo che forse tu non abbia guardato la nostra storia dal mio punto di vista. Io sarò anche complicata, stupida, ignorante, scegli l'aggettivo che più ti piace, ma tu rimani sempre il re dei coglioni»
Alzai un sopracciglio e mi sfiorai i capelli sorridendo nervosamente.
«Quindi sarei io il problema?»
Chiesi alzando la voce, lei mi squadrò in silenzio e poi si guardò intorno evitando i miei occhi.
«Dio! Ma come fai a non arrivarci Drake!
Sei anni fa ti sei convinto che io abbia chiuso una storia che non era mai iniziata, poi hai deciso di fingere di stare bene e dopo sei mesi dentro una cella te ne sei andato! Ti ho aspettato cinque anni Drake! Cinque anni!.
Poi vengo liberata da Matt e vengo a sapere che tu ti trovi a NY sotto un nome falso, che vivi nel lusso circondato da troie che cambi ogni sera!
Come fai a non vederlo! Tutto quello che è successo tra noi è sempre stato un gran casino, e tu come rimedi? Appropriandoti di  una vita che nemmeno è la tua, continuando a pensarmi quando avresti dovuto esserci!»
Gridò gesticolando e svuotandosi i polmoni come mai aveva fatto.
Si avvicinò a me con lo sguardo pieno di rabbia repressa.
«Mi dispiace okay! Io non sono una facile. Non sono mai stata una ragazza normale, non ho avuto un infanzia e nemmeno so che diavolo sono ora. La mia vita ha sempre girato intorno alla morte come fosse uno stupido gioco da tavolo, e come ogni gioco di società che si rispetti c'è un ostacolo importate e quello sei tu.
Da quando ci siamo incontrati non hai fatto altro che complicarmi l'esistenza!.
Da un giorno all'altro mi hai messa con le spalle al muro, riempendomi la testa di informazioni ed emozioni che mi hanno confusa. Io non so niente sull'amore, figuriamoci su una relazione. Non pensavo che quello che fosse successo fra noi potesse definirsi una storia»
Le sue iridi brillavano intense, potevo sentire il battito del suo cuore quasi esplodere e corrugai le sopracciglia vedendo che non aveva ancora finito. Sorrise nervosamente e continuò.
«Drake, non so cosa significhi quello che provo, sei anni fa a malapena sapevo che cosa volesse dire "ti amo", ma cerca di capirmi.
Se sei anni fa avessi scelto davvero me stessa, come avrebbero potuto sole tre settimane di isolamento farmi mancare tanto Te»
I nostri sguardi sembrarono far rumore, in quel silenzio che prese il suo tempo dopo le sue ultime parole.
Si voltò per uscire e io mi affrettati ad afferarle il polso prima che potesse andarsene.
«Dio quanto siamo stati stupidi»
Sussurrai prendendo il suo viso tra le mani e baciandola.
Sentì le sue mani sfiorare le mie e mi persi in quel bacio che ancora alla mia mente era familiare.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora