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Non so quanto tempo fosse passato da quando ero salito su quell'auto guidata da Matt, ma che fossero minuti o ore, la situazione era comunque detestabile.
<<Come hanno fatto a trovarci?>>
Chiesi rompendo il silenzio nell'abitacolo. Tra quei cinque sedili di pelle oltre a noi due non vi era nessuno. E se lui sapeva quanto sapevo io allora non avrei neanche dovuto dare troppi dettagli.
<<Perchè non lo chiedi a quella testa calda della tua ragazza?>>
Chiese stringendo il volante con forza fino a mostrare le vene. Corrugai le sopracciglia e sorrisi poi scuotendo la testa, doveva aver combinato qualcosa di grosso stavolta.
Impulsiva come lo ero io, testarda almeno quanto me. Sapevo in che casino si era infilato Matt cercando di proteggerla.
<<So che suonerà come una contraddizione Miller, ma non avresti dovuto lasciarla andare così>>
<<Ma se mi hai detto tu di allontanarmi e farmi una nuova vita!>>
Esclamai confuso senza lasciarlo finire di parlare, mi passai ancora una volta il dito intorno alla cravatta e me la sfilai, per poi aprirmi i primi bottoni della camicia chiara leggera che portavo.
<<Avrò anche detto questo, ma non ricordo di averti suggerito anche di dimenticarti di Lei>>
Rispose freddo mantenendo un tono autorevole, mi morsi il labbro e annuì divertito.
<<Dimenticarmi di Lei...>>
Sussurrai sovrappensiero lasciando in sospeso la mia stessa frase.
Dimenticarmi di Tessa, come se fosse una cosa possibile. Nessuno aveva idea di quanto la mia mente aveva lasciato spazio a lei, ai suoi lunghi capelli rossi nei quali ci affondavo le dita, al suo profumo che variava continuamente, non riuscivi a memorizzarne uno che subito lo cambiava, a volte era dolce, altre volte più intenso. Come lo erano le sue iridi, e le sue labbra per cui avrei dato tutto per poterle sfiorare ancora.
Dimenticarmi di quella ragazza non era possibile. Neanche a volerlo avrei mai potuto cancellarla dalla mia mente.
<<Tu non hai idea Miller, ti ha aspettato per cinque anni. Cinque anni chiusa in una cella, fino a quando la tua mancanza non l'ha fatta impazzire.
È riuscita a spezzare le catene a cui era stata legata, ha sfondato la porta della sua cella e gli ha sterminati tutti. Non ne ha lasciato nemmeno uno, non un Superiore, non uno scienziato e nemmeno tuo fratello è sopravvissuto alla sua furia omicida...>>
Rimasi in silenzio e distolsi lo sguardo da lui, mentre i lampioni sulle strade iniziarono ad accendersi.
<<Gli ha massacrati come fossero bestie. Non credevo si potesse spargere tanto sangue in una volta sola>>
Matt smise di parlare e io sentì il mio stomaco chiudersi per l'orrore che aveva appena udito. Non sapevo quanta fiducia dare alle sue parole, ma non mi sarei stupito se fosse stato tutto vero.
L'auto rallentò velocemente fino a fermarsi dietro un enorme magazzino abbandonato.
Straordinari graffiti coprivano i deprimenti muri consumati dell'edificio e i cancelli sfondati sembravano quasi inutili.
Uscì dall'auto e mi chiusi la portiera alle spalle raggiungendo il ragazzo. Il continuo fischio di una macchina mi dava fastidio, ma cercai di concentrarmi sul rumore delle gocce d'acqua che cadevano dalla grondaia rotta. Il peso dei nostri passi creava spazi di vuoto sopra quelle spesse griglie di ferro, che componevano gli scalini esterni del diroccato magazzino. Una porta cigolò nel silenzio ed entrammo all'interno, alzai un sopracciglio e Matt accese le luci che presto illuminarono l'ambiente. Feci qualche passo avanti e strinsi la vecchia ringhiera arrugginita guardando il grosso salone, allestito con vari manichini, sacchi da box e materassi distrutti erano accatastati agli angoli, insieme a tavoli pieni di armi e ricariche di proiettili.
<<Qui si allena spesso Tessa>>
Disse appoggiandosi con me alla ringhiera, annuì e sospirai restando a fissare i muri semidistrutti intorno a me.
<<Ora lei dov'è?>>
Domandai quasi senza pensarci, spostai il mio sguardo sul ragazzo ed intravidi un sorriso maliconico passare sul suo viso.
Alzò le spalle guardandosi intorno e posò infine i suoi occhi chiari nei miei.
<<Non qui>>
Rispose voltandomi le spalle e cominciando a scendere altri scalini, lo seguì in silenzio, accontentandomi della risposta che avevo ricevuto.
<<Ti mostro la tua camera, ah e, per i tuoi vestiti>>
M'informò squadrandomi qualche secondo.
<<Vedremo di provvedere>>
Continuò tornando a scendere le scale.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora