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Non ho idea del perchè mi stassi fidando di un ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome, ma qualcosa mi diceva che non avrei fatto completamente una cazzata a seguirlo.
<<Si può sapere chi sei?>>
Chiesi rompendo il silenzio, i nostri passi rimbombavano tra quelle mura, mentre ogni tanto il tonfo del sassolino che calciavo faceva eco.
<<Matt>>
Rispose stringendosi la fascia bianca che portava legata sulla fronte. Alzai un sopracciglio e mi soffermai a guardare dritto davanti a noi, quel ragazzo era poco più basso di me, camminava svogliatamente con entrambe le mani nelle tasche dei suoi larghi jeans strappati.
<<Come mi conosci?>>
Domandai ancora cercando risposte per distrarmi dal continuo pensiero di Tessa.
<<Io conosco ogni Numero Miller>>
Alzai un sopracciglio e mi portai una mano in tasca.
<<Vedo che il mio Numero lo conosci meglio degli altri>>
Azzardai continuando a guardare dritto davanti a me, il silenzio che seguì la mia risposta mi fece intuire che non avevo tutti torti.
Delle voci rallentarono il mio cammino e mi soffermai negli occhi chiari di quel ragazzo.
Il suo sorriso sembrava divertito e lo vidi mostrami due pistole. Le fece cadere davanti a me e in un attimo si spostò dietro i due Superiori.
<<Ehi ragazzo! Tu non dovresti essere fuori>>
Uno dei due uomini estrasse una pistola, ma non fece in tempo ad impugnarla che con uno scatto Matt spezzò il collo ad entrambi.
Alzai le sopracciglia e rimasi in silenzio godendomi la scena stupito, la freddezza e il divertimento con cui aveva tolto la vita a quei due soldati mi ricordavano tanto una persona.
<<Ma cosa sei?>>
Sospirai avvicinandomi a lui, il ragazzo si passò una mano tra i corti capelli chiari e alzò le spalle scavalcando con un passo i due cadaveri.
<<Domanda errata piccolo Miller, in cosa Rayn ci ha trasformati entrambi è la domanda giusta>>
Rimasi in silenzio e sentì le mie labbra curvarsi in un sorriso, forse accennando una leggera risata. Mi passai un pollice sul labbro inferiore e alzai la testa.
<<Ehi Matt!>>
Gridai fermando la sua camminata.
<<Stai sbagliando strada, sempre dritto fino alla spessa porta di metallo>>
Lo informai superandolo con uno scatto.
Quella velocità che alimentava ogni mia cellula mi faceva sentire straordinariamente potente. Il biondino mi fece un cenno con la testa e mi sfidò con lo sguardo.
<<Come lo sai? Magari sei tu che stai sbagliando strada amico>>
Mi infilai le mani in tasca e sotto quel buio che il tunnel di pietra ci ospitava risi.
<<Ti do un consiglio amico>>
Ripetei il nomignolo dandogli le spalle, girai appena la testa e con la coda dell'occhio mi imbattei nel suo sguardo confuso.
<<Mai contraddire le parole della Rossa>>
Tornai sui miei passi, portandomi dietro quel silenzio tanto atteso. Sapevo che da li a poco mi avrebbe fatto ottocento domande, ma per ora si limitò a raggiungermi con uno scatto.
<<Sono giorni che vago in questi tunnel Miller, dubito che questa "Rossa" sappia dove sia l'uscita>>
Alzai un sopracciglio e annuì.
<<Regola numero due, niente domande, tu fai quello che dice e basta>>
La confusione che alimentava i suoi pensieri sembrò invadermi e mi sfiorai i capelli.
<<La prigionia ti ha fatto male Bello>>
Trattenni una risata e mi fermai indicando la porta davanti a me.
<<Ha fatto più male averla davanti e non poterla toccare>>
Spostai il mio sguardo sul suo viso e lui sorrise malinconico.
<<È una Lei...>>
Dedusse alzando un sopracciglio.
<<Lasciami indovinare, la famosa "Rossa" è l'Angelo Nero di Ryan. La preziosa Riley Evans>>
Sussurrò cominciando a prendere a calci lo spesso metallo, al secondo calcio il materiale era già ammaccato, lo aiutai sferrando qualche calcio e sembrò aiutare.
Non risposi, la voce che la Rossa era tornata al campo non ci aveva messo molto ad arrivare sulla bocca di tutti. Mi fermai dopo l'ennesimo calcio e mi portai una mano sul fianco infastidito.
<<Non cede neanche a morire questa maledetta>>
Pensai a voce alta mentre percorrevo con lo sguardo tutta la superficie, alzai un sopracciglio e tirai una gomitata al ragazzo, indicandogli una piccola luce rossa lampeggiare in un angolo.
<<Sorridi amico, siamo in televisione>>
Disse divertito sferrando ancora un calcio, ma non servì, se non ad ammaccare ancora quel maledetto metallo. Da qui si poteva vedere lo spessore della porta, mi avvicinai e provai a prendere i lati della grande porta, sorrisi e strinsi i bordi.
<<Matt! Tira>>
Lo incitai, lui mi imitò e cominciò a tirare, mentre io spingevo con le braccia, appoggiando la schiena alla pietra.
Lentamente la porta cominciò a spostarsi e continuammo a sforzare, sentendo i cardini cedere.
Un filo d'aria fredda mi sfiorò il fianco, nonostante quella porta pesasse centinaia di chili, sentivo di non sforzarmi neanche tanto, anche la serratura si ruppe, creando un cigolio assordante. Sorrisi e tirai un calcio facendo cadere definitivamente la porta a terra. Mi pulì le mani e mi soffermai sugli occhi trasparenti del ragazzo.
La sua espressione divertita diceva tutto, delle voci rimbombarono nel tunnel e dei passi sicuri si avvicinavano velocemente.
<<Andiamocene!>>
Gridò afferrandomi un braccio e trascinandomi fuori. Mi voltai ancora, lasciando che quell'aria buona m'invadesse il corpo.
<<Torneremo a prenderla Fratello>>
Sussurrò stringendomi la spalla nella mano
Annuì e lo seguì lontano da quell'inferno.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora