#38

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Erano passate le nove ormai, non avevo un orologio per confermarlo, ma la luce che aveva preso posto alla notte mi diceva così.
«In conclusione non abbiamo nulla»
Sbottò Matt passandosi una mano tra i capelli e stringendo l'altra al volante.
«Sai per caso dove andava?»
Chiesi sovrappensiero guardando la strada rovinata correre velocemente dal finestrino,
«Se mi dai un soggetto...»
Sorrisi e gli rivolsi uno sguardo.
«Hai detto che Tessa se ne stava spesso per i fatti suoi, sai dove andava?»
Lui annuì distratto e cambiò la marcia abbassando poi il finestrino.
«L'ho seguita una volta, ma non sono mai riuscito a capire tutta questa segretezza per una stupida casa su un albero»
Disse alzando le spalle e appoggiando un braccio fuori.
L'aria fresca che entrò mi aveva fatto rilassare parecchio e corrugai le sopracciglia confuso.
«Una casetta su un albero?»
Ripetei cercando una spiegazione logica ad una scelta simile.
«Si, era una casetta ben fatta, non credo che avrei mai avuto il coraggio di salirci, a mio parere non sembrava così stabile»
Rispose Matt accelerando un po'.
«Se stai pensando di farmi cambiare strada scordatelo, non perderò ancora tempo, dobbiamo tornare alla villa e cominciare l'allenamento»
Mi passai una mano tra i capelli dimenticandomi di rispondergli, avevo talmente tante cose per la testa che non c'era abbastanza spazio per ospitarne ancora. La mia gamba teneva un tempo inesistente da ore ormai, eppure il mio cervello non si era ancora preso una pausa.

«Posso sapere chi è Jonah?»
Domandai abbassando il finestrino e rivolgendogli uno sguardo, lo vidi esitare e stringere il volante per qualche secondo.
«Era un amico»
Rispose incerto alzando una spalla, sentì l'auto accellerare ancora per superare un semaforo giallo.
«Andiamo, con me puoi parlare»
Insistetti, non era per farmi solo gli affari suoi, era per conoscerlo, aveva ragione sul mio egoismo e forse era arrivato il momento di pensare meno a me stesso e alla Rossa.
«Lo incontrai al campo, eravamo "amici di branda"»
Sorrise cambiando una marcia e rivolgendomi un veloce sguardo.
«Io avevo solo dodici anni e lui uno, o due forse in più di me. Fu l'unico a superare tutti quei mesi prima dell'inferno, prima di Ryan e di tutto quello che ne seguì.
Quando quel biondo ossigenato mi terminò mi chiuse in un altra parte delle celle, ero solo, fin che scappando ho incontrato te»
Mi morsi l'interno della guancia e accennai un sorriso.
«Perché aggiungerli ad un dettagliato schema di persone da cercare? Pensi che lo conoscesse?»
Chiese dopo qualche secondo liberandosi la mente, alzai una spalla e guardai dritto davanti a me sentendo una piacevole arietta invadermi.
«Non ne ho idea, non ci capisco più nulla. Sento che manca un pezzo però, so per certo che Tessa sapesse molto di più»
Mi portai una mano tra i capelli e sbuffai nervosamente.
«E se non ci allenassimo, ma ci facessimo allenare?»
Proposi all'improvviso annuendo a me stesso, rivolsi uno sguardo a Matt e lui guardò la strada confuso.
«Non ha senso»
Sorrisi.
«Oh, ce l'ha invece. Ascolta, vogliamo trovare Tessa, ma anche essere abbastanza forti per fermare Ryan. Perché non fare il doppio gioco per ottenere entrambe le cose e avere risposte»
Sentivo il cuore esplodermi nel petto, era un idea geniale.
«Cosa? Okay, o non ha senso, o non ho capito nulla»
«Facciamo che non hai capito nulla, ora ascoltami con attenzione»
Dissi cercando di spiegarmi meno da schifo, mi sistemai sul sedile slacciandomi quella fastidiosa cintura.
«Fingeremo di essere interessati a tornare tra l'esercito di Angeli di Ryan, lui ci allenerà, e così acquisteremo maggiore controllo e forza, ma avremo anche la possibilità di trovare la Rossa e li avremo praticamente vinto. Saremo tutti contro Ryan e lui non avrà più possibilità di farcela»
Matt alzò un sopracciglio spettinandosi i capelli, non sembrava troppo convinto.
«Ha senso...»
Sussurrò tra sé e sé
«Potrebbe anche funzionare, ma sarà difficile fingere di essergli fedeli senza che ci metta alla prova»
Annuì.
«Be si, ci basterà dargli quello che vuole»
Lo vidi pensare ancora un po' e poi rivolgermi uno sguardo posando le sue iridi trasparenti nelle mie.
«Sentiamo, e come intendi trovarlo?»
Tornai a guardare la strada e sentì la rabbia accendersi nelle mie vene.
«Sono dell'idea che Nathan sappia esattamente dove si trovi»
Dissi freddo sentendomi peggio di quanto pensassi.
Avevo la testa in un vortice, non capivo più chi avevo contro, ero stanco, avevo bisogno di azione, di risposte concrete.
Volevo che i giochi iniziassero sul serio, e non avrei aspettato ancora.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora