#69 Drake

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Mi sistemai meglio la bambina addosso, Tessa la coprì con la mia giacca e io le appoggiai una mano sulla testa per tenerla meglio.
I suoi occhi si fermarono nei miei e io le feci un cenno, lei mi sorrise in risposta e si voltò sfilandosi la pistola dalla fondina che aveva legata intorno alla coscia. Gli alti pantaloni stretti strappati sul ginocchio sinistro sembravano esserle stati cuciti addosso, la giacca di pelle che aveva prima che l'avessi lasciata era scomparsa, ora solo una leggera canotta nera la vestiva, mentre i suoi lunghi capelli rossi le ricadevano disordinati ovunque.
«Verso est c'è una casa ancora in piedi, se riusciamo a raggiungerla senza farci inseguire potremmo nasconderci per la notte»
Disse cominciando a camminare a fatica in mezzo a quel lieve fumo che ancora sembrava occupare l'aria. Feci attenzione a non inciampare su alcun cadavere, stringendo la testa della bambina sul mio petto sperando che non si svegliasse proprio adesso. Macerie, polvere, sangue, armi e corpi giacevano a terra, si sentiva ancora qualche grida, qualche scossa e passi pesanti e veloci riaccheggiare nel vento in lontananza.
Tessa cercava di passare in mezzo ai vicoli per aver maggiore copertura, ma ad ogni passo svelto che non era il nostro si fermava stringendo la sua pistola.
Qualcuno urtò un cassonetto poco lontano e diversi spari ci costrinsero a fermarci all'angolo di un edificio abbandonato. Mi appiattì contro il muro, nascondendo la bambina con il mio corpo. La ragazza si sporse appena e la vidi riporre la pistola nella fondina camminando velocemente.
La seguì e la vidi stringere la mano con un Angelo dalla pelle scura e i lunghi rasta neri legati in una coda bassa.
Sorrisi riconoscendo il ragazzo che corrugò le sopracciglia abbassando lo sguardo sul mio petto.
«Che cos'è?»
Chiese a Tessa abbassandosi sul soldato che aveva ucciso e intascandosi le sue armi e le varie ricariche.
«Una bambina»
Tagliò corto lei.
L'Angelo alzò un sopracciglio tornando in piedi e io abbassai lo sguardo sentendola muoversi.
«Rossa...»
Lei si voltò verso di me e rimase in silenzio rivolgendomi uno sguardo nervoso.
La piccola si mosse sbucando fuori dalla mia giacca, che cadde a terra rivelandola, si spostò i lunghi capelli corvini dal visetto roseo ancora confusa e presto due iridi grigio perla si incastrarono nelle mie.
Passarono poco più di otto, forse nove secondi prima che la bambina aprì la bocca per urlare, ma io gliela tappai con una mano, stringendola forte con l'altra per non farla cadere.
«Non aver paura piccola, non vogliamo farti del male»
La rassicurai sperando di levarle quella sensazione di terrore dagli occhi. Potevo sentire il suo battito impazzire, la paura invaderla, ma mi stupì che il suo sguardo non avesse ancora abbandonato il mio.
Sentì i suoi muscoli rilassarsi e mi fu più facile tenerla in braccio ora che le sue gambe si erano fatte più salde intorno alla mia vita.
Piano le lasciai scivolare la mano via dalla bocca e le sue iridi sembrarono più rilassate. Le sue braccine mi avvolsero il collo e mi strinsero con forza, io le accarezzai la schiena sotto lo sguardo stupito degli altri.
La bambina gridò all'improvviso facendomi quasi saltare un timpano, in una frazione di secondo Tessa alzò la pistola e io mi abbassai evitando il suo proiettile, qualcuno cadde dietro di me e mi voltai guardando un soldato in preda agli spasmi morire poco dopo.
«Dobbiamo andare»
Disse fredda voltandomi le spalle e continuando a camminare.
La bambina ci stava rallentando sul serio, a causa sua non potevamo permetterci di spostarci alla nostra velocità e questo ci costringeva a fare più attenzione possibile data l'esposizione in cui ci trovavamo.
Michel, l'Angelo che avevamo incontrato, ogni tanto scompariva per poi tornare a darci il via libera ancora per qualche chilometro. Da quando si era svegliata la bimba non aveva ancora aperto bocca, a volte la sentivo sussurrare qualche canzone, con quella flebile vocina femminile che mi faceva sorridere. Mi stringeva a se con una sicurezza fuori dal normale, come se si fidasse ciecamente di me.
Le sistemai meglio la giacca sulle spalle e lei alzò la testa dal mio collo per stringermi ancora di più le braccia intorno ad esso.
L'Angelo riapparse davanti a noi e Tessa fermò la sua camminata, la piccola alzò la testa e si voltò silenziosa verso il ragazzo.
Lui fermò il suo sguardo su di me e mi fece un cenno.
«Le strade sono bloccate da un centinaio di uomini, credo che mi abbiano visto, è meglio andare»
Non fece in tempo ad aggiungere altro che un sottile palo di metallo a punta gli trapassò lo stomaco, feci un passo indietro e guardai quella strana arma aprirsi squaciando l'Angelo che con sguardo perso fu trascinato indietro ad una velocità folle.
La bambina gridò inorridita, cominciando a piangere e stringersi più forte a me.
«VIA ROSSA! VIA!»
Entrambi con uno scatto sparimmo raggiungendo la coltre di fumo, nella speranza che così quei soldati ci potessero perdere.
Stringevo la bambina, tenendole una mano sulla testa e sperando che quella velocità non le procurasse alcun danno. Ci fermammo, ma gli spari sembrarono avvicinarsi, tornammo a correre ed entrai in un edificio con un altro scatto, sbattendo la spalla contro ad un ascensore fuori uso, Tessa mi seguì e chiuse la porta portando del fumo all'interno con noi.
«Cerchiamo una porta di emergenza!»
Disse abbassandomi appena in tempo, le finestre lungo il corridoio esplosero, buttando all'aria schegge di vetro che ci colpirono sfregiandoci la pelle. Strinsi la piccola e guardai la ragazza.
«Non muoverti»
Mi disse alzandosi, la fermai prendendola per un braccio e lei perse quasi l'equilibrio.
«Frena, che intendi fare?»
Lei mi guardo come se fosse ovvio e mi sfilò la pistola dalla tasca, impugnando anche la sua.
«Affrontarli, scappare ancora è inutile. Sono veloce Drake, me la caverò, tu esci da qui, io li tengo occupati per un po'»
Esitai sulla presa ancora qualche secondo e poi la lasciai andare, lei mi fece l'occhiolino e mi alzai cercando di calmare la bambina in preda al pianto.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora