#56 Drake

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Ryan sorrideva divertito, mentre la ragazza era ferma da qualche secondo. La mano ferma stretta intorno al manico del coltello e lo sguardo velenoso negli occhi freddi dell'uomo.
Il suo profumo inondò anche me, per la velocità impercettibile con la quale si era messa.
«Cosa diavolo hai fatto Ryan?!»
Tuonò, la rabbia che la stava trattenendo era evidente, Matt mi strinse un braccio, ma non avevo idea di cosa fare.
«Calma Tesoro»
«Non osare Ryan!»
Lo zittì lei affondando il coltello appena nella pelle e provando un piccolo taglio, dal quale una lieve goccia di sangue strisciò silenziosa macchiandogli la camicia chiara.
«Occhio Angelo, stai affondando troppo il coltello»
Lei alzò un sopracciglio a quelle parole buttate al vento.
«O lo so...e fidati che oserei di più se i tuoi soldati non mi stessero puntando le armi contro»
Mi voltai verso la porta e alzai le sopracciglia vedendo i soldati, effettivamente, puntargli le armi addosso.
La mano di lui gli sfiorò la coscia lentamente e io strinsi un pugno sul tavolo trattenendomi.
«Porti con te una pistola Tesoro, so per certo che li faresti fuori in un istante se volessi, non sono i miei soldati che ti fermano. Tu vuoi sapere»
Il sorriso di Ryan si allargò e lei alzò un sopracciglio sfiorandogli il collo con la lama, sporcandogli la pelle del sangue del suo prezioso Angelo Nero.
«Tuo fratello si è rilevato un ottimo Numero, il siero che gli ho iniettato per farlo guarire ha agito con una velocità impressionante nel suo sangue, le cellule hanno fatto tutto da sole, unendosi alle particelle vive del siero»
La ragazza tornò a sedersi, scivolando leggera sulla sedia, mentre i soldati abbassando le armi tornavano cauti ai loro posti.
«Mi avevi promesso»
«Ti avevo promesso che l'avrei aiutato»
La interruppe lui aprendosi i primi bottoni della camicia e pulendosi il collo con un tovagliolo.
«Non ho mai aggiunto clausole Tesoro, nessuno, io per primo, pensavo che il suo corpo potesse avere una reazione così...»
Sembrò cercare le parole sotto lo sguardo attento della ragazza che ora lo fissava trattenendosi.
«...Avventata»
Concluse alzando appena il mento. Aston entrò con una cartellina blu in mano e raggiunse l'uomo porgendogliela con esitazione guardando Tessa con aria confusa. Tornò poi al suo polso e finì il suo dolce in silenzio.
Ryan aprì la cartellina e lentamente cominciò a leggere i fogli e posarli sul tavolo a casaccio.
«Sarò io ad allenarlo, seguirò ogni suo passo e non si muoverà dalla mie ali fin quando non deciderò che sia il momento più adatto»
Affermò la ragazza ignorando che la concentrazione dell'uomo fosse altrove, lui annuì distrattamente e mi porse un foglio, si alzò e passando intorno al tavolo lo porse anche a Matt e Jhona che lo lessero incuriositi.
Abbassai lo sguardo su tutti quei Numeri, accanto ad ognuno c'era una tabella con indicate le abilità.
«Sono perfetti, ma non ne dubitavo affatto»
Disse Ryan restando in piedi. Si portò le mani dietro la schiena e io alzai gli occhi verso Tessa che sembrava sul punto di esplodere.
«Vi informo che da domani al terzo piano, alla stanza 568 uno psicologo sarà pronto ad ascoltarvi, sarà obbligatorio per tutti voi. Pregherei Tessa di non ucciderlo, non essendo un Angelo sarebbe abbastanza difficile da aiutare in caso di un colpo alla testa»
La ragazza non lo guardava nemmeno, era ferma a guardare il piatto davanti a lei. All'improvviso si alzò e senza dire niente uscì dalla stanza camminando velocemente, mi alzai come di riflesso e Ryan mi strinse il braccio destro.
«La troverai alla palestra»
Corrugai le sopracciglia e annuì piegando il foglio e raggiungendola senza esitare.

Camminai per i corridoi deserti, scendendo scale e superando Superiori con l'angoscia che mi mangiava lo stomaco, avvertì degli spari ed entrai spingendo la porta alla mia sinistra. Il rumore degli spari si fece più intenso e notai una Tessa incazzata scaricare diversi caricatori su un manichino di gomma.
Mi avvicinai spostando con il piede quel paio di vertiginosi tacchi lasciati in mezzo alla stanza.
«Foglio di puttana»
Mormorava a denti stretti cambiando le cariche ad una velocità impressionante, il vestito era leggermente alzato sulla gamba alla sua destra, forse era li che teneva la sua calibro ventitré.
Mi avvicinai mettendomi di fianco a lei, i punti colpiti sul manichino erano precisi nel millimetro, colpiva a piacere cuore, spalla e fronte.
«Non doveva farlo! Non ne aveva il diritto!»
Continuò cambiando ancora una volta la carica, sembro non prendesse nemmeno la mira, puntava e sparava anche senza guardare, mentre con la mano era già a cercare una nuova carica.
Le abbassai piano il braccio e le si fermò fissando il manichino con un dolore che solo negli occhi le si poteva leggere.
«Era l'ultima cosa che mi restava Drake...»
Sussurrò, una lacrima le scese leggera sul viso, accarezzandone la sua pelle pallida.
«La mia unica via di fuga da questo schifoso mondo a cui sono stata destinata»
Alzò una spalla ancora senza rivolgermi uno sguardo.
«Seduta a quel bancone era tutto così normale, lui che puliva i bicchieri, io che gli raccontavo vagamente della mia giornata, che non concideva mai con il vero...
E quel sorriso dolce che lo illuminava ogni singolo giorno, anche se la sua vita era monotonia allo stato puro»
Sembravano tristi quelle parole, come mai erano uscite dalle labbra di quella ragazza prima di allora.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora