#17

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Corsi lungo i corridoi, l'umidità e l'odore di chiuso erano opprimenti, guardai le luci a neon spente, dovevano essere saltate durante l'esplosione, svoltai a destra e percorsi ancora qualche metro rallentando, spalancai la porta di ferro alla mia sinistra con un calcio, i cardini cedettero all'istante e io saltai sulla porta entrando nella camera.
Provai ad accendere la luce, ma la corrente doveva essere saltata ovunque. Mi guardai intorno nel buio e raggiunsi la finestra strappando quella carta scura che ricopriva il vetro, la luce all'esterno entrò costringendomi a chiudere gli occhi, cominciai a rovistare tra le carte sulla scrivania di Tessa e trovai piantine di un edificio che non era di certo la rimessa in cui ci trovavamo, la spostai sulla sedia, come le altre carte che ritenevo utili.
«So che c'è dell'altro, dove l'hai nascosto maledizione?»
Mormorai a voce alta, sapevo che aveva studiato ogni passo di Ryan in questi ultimi anni, due cartine scarabocchiate non potevano di certo essere il frutto di sei anni. La mia mente mi diceva di sforzarmi di cercare, ma ormai avevo aperto tutti i cassetti intorno a me, sbattei le mani sulla scrivani di metallo e sbuffai.
Alzai un sopracciglio e mi voltai guardando l'armadio di legno, una sensazione mi sussurrava che poteva essere li il resto. Assecondai quella voce e aprì quelle ante, ma non vidi nulla, spostai le giacche e i cambi di Tessa dagli attaccapanni lanciandoli per aria,
«Non ci credo»
Mormorai vedendo il vuoto davanti a me, passai una mano sul fondo scuro dell'armadio, niente, non c'era assolutamente niente.
«Fanculo!»
Tirai un pugno al fianco dell'armadio e notai il fondo saltare leggermente, corrugai le sopracciglia e diedi un altro colpo, il fondo saltò ancora e sorrisi cercando un angolo rialzato, quando lo trovai lo tirai verso di me e sorrisi lasciandolo cadere a terra.
«Rossa, sei un autentico genio»
I miei occhi passarono su quegli articoli di giornale, sulle fotografie di Ryan, di Aston e di un altro uomo che non riconobbi, un enorme cartina degli Stati uniti faceva da sfondo a tutto, mentre fili rossi di spago s'incrociavano in una fitta ragnatela fermati da puntine gialle. Appunti di luoghi cerchiati di rosso, indirizzi su fogli bianchi con specifici punti di latitudine e longitudine, avevo voglia di staccare quella parete e portarmela dietro, ma non avevo tutto questo tempo. Matt doveva già essere partito e io avrei già dovuto essere con lui.
Cominciai a battere un tempo inesistente con il piede, più cercavo di pensare più pareva che non pensassi a nulla, fermai il mio sguardo ai piedi dell'armadio e mi abbassai notando un foglio, lo tirai fuori e sorrisi alzando le sopracciglia.
«Il piano di riserva del piano di riserva»
Sussurrai sentendo crescere una strana euforia dentro di me, ripensando alle parole che quella ragazza pronunciava spesso nella cella. Arrotolai quel lungo foglio che era l'esatta copia di quello che era appeso nell'armadio, non avevo idea che Tessa disegnasse tanto bene, i dettagli erano perfetti, non mancava nulla. Nemmeno gli articoli di giornale che erano stati ricopiati come una fotocopia.
Mi portai il rotolo sotto al braccio e uscì fermandomi sulla soglia, diedi un rapida occhiata alla stanza e raccolsi da terra un elastico nero che mi infilai fin sopra il gomito.
«Verrò a prenderti Rossa, fosse l'ultima cosa che faccio»
Cominciai a correre di nuovo, fino ad uscire dall'edificio, mi fermai e alzai un sopracciglio raggiungendo un vecchio camioncino verde oliva, il finestrino si abbassò e la faccia da imbecille di Matt saltò fuori,
«Muoviti Miller, gli altri numeri aspettano»
Disse battendo la mano sulla portiera arrugginita di quella trappola a quattro ruote.
Lo raggiunsi e saltai sul portabagagli dietro sedendomi comodamente.
«Dimmi che ne è valsa la pena aspettarti e ignorare i lamenti di Nathan, ah, per la cronaca, gli ho rifilato un pugno in faccia, nulla di personale, ma non smetteva di lamentarsi poveretto»
Scossi la testa divertito, e sorrisi.
«Metti in moto sta carcassa Matt»
In risposta il camioncino vibrò con qualche scoppio di marmitta, ma poi partì senza problemi, la strada sterrata non mi teneva fermo un secondo, quindi approfittai della luce ancora chiara per studiare le ricerche di Tessa.
«Ehi amico, promettimi una cosa»
Alzai la testa dal foglio e guardai nello specchietto gli occhi del ragazzo concentrati sulla strada.
«Tieniti lontano dai guai, so che adesso la ricerca di Tessa sarà la tua ossessione, ma vacci piano, prima della tua ragazza viene comunque Nathan»
Rimasi in silenzio qualche secondo e tornai a guardare il foglio.
«Ascolta Drake, non ce l'ho con Tessa, ma so che se la sa cavare, lei per prima darebbe precedenza a tuo fratello, lo sai»
Aggiunse serio ignorando il mio silenzio.
«Dove stiamo andando c'è una stanza in cui posso chiudermi?»
Domandai cambiando argomento e tenendo i miei pensieri per me.
«Certo, c'è uno studio all'ultimo piano, non ti disturberà nessuno»
Annuì ancora una volta e alzai un ginocchio appoggiandoci il braccio sopra.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora