«Dylan»
Lo chiamai sentendo il mio stomaco contorcersi, lui mi rivolse un sorriso e io distolsi lo sguardo cercando l'aiuto dei due ragazzi in piedi.
«Mi dispiace che»
Mi bloccai e tornai sui suoi occhi scuri, l'espressione confusa che portava addosso mi bloccò le parole, scesi dalle sue gambe e velocemente raggiunsi la porta chiudendomela alle spalle. Mi portai una mano sulla bocca e mi allontanai da quella stanza. Non ce l'avrei fatta, non sarei mai riuscita a dire a Dylan in cosa era stato trasformato per colpa mia.
Un mano fredda mi avvolse piano il polso e mi fermai sentendo la voce di mio fratello.
«Non è stata colpa tua Tessa, ho chiesto io a Ryan di finire il lavoro»
Corrugai le sopracciglia e mi voltai incontrando le sue iridi scure.
«Di che cosa stai parlando?»
Chiesi sentendo i miei muscoli rilassarsi, la sua mano lasciò la presa sulla mia e lui sorrise.
«È stata una mia richiesta proseguire, Aston mi ha fatto presente che sarei morto se non avessi completato i cicli del siero»
Rimasi in silenzio e presi un respiro, mentre lui si sfiorava i capelli.
«Aston mi ha anche aiutato a non impazzire, mi ha dato fiducia standomi dietro giorno e notte ad appuntare i miei progressi. Per quanto facessi fatica a stare al passo sono riuscito a guarire»
Mi morsi l'interno della guancia confusa.
«Quindi tu eri d'accordo a condannarti, ad essere un burattino per sempre sotto le follie di Ryan! Dio!.
Avresti potuto andartene Dylan, tornare alla tua vita con mamma e papà e sarebbe andata meglio»
Lo spinsi con rabbia, lui indietreggiò di qualche passo e io mi fermai sul suo petto.
«Hai torto Tessa»
Disse dolcemente abbracciandomi.
«Hai torto perché se avessi fatto la scelta opposta, i nostri genitori, io e te non ci saremmo più visti. Sarei morto piuttosto che sottostare agli ordini di Ryan e mamma e papà non sarebbero stati da meno. I tuoi Angeli ci avrebbero spazzato via in un istante, mentre così potrò starti accanto sempre e i nostri genitori saranno al sicuro, Ryan ha detto che provvederà a dar loro un appartamento sicuro»
Mi portai una mano alla bocca e mi maledì per non averci pensato, per aver rischiato di uccidere la mia famiglia senza pensarci.
Rimasi ancora qualche minuto tra le sue braccia e mi sentì via via sempre meglio.Era passato qualche giorno dalla cena con Ryan, le sere seguenti non mi presentai e nemmeno questa sera avrei fatto eccezione.
Mi infilai un paio di leggins neri ed una larga felpa scura portandomi il cappuccio sulla testa. Mi abbassai legandomi ben stretti alle caviglie i lacci di quel paio di all-star e presi un respiro passandomi la lingua sulle labbra.
Ci impiegai quasi venti minuti ad uscire da quei corridoi, trovando la strada che mi avrebbe portato al piano terra della villa.
Mi chiusi la porta alle spalle e sentì il frigo della cucina chiudersi.
«Vai a correre anche questa sera Angelo?»
Alzai gli occhi al cielo ed entrai in cucina incontrando gli occhi azzurri e brillanti di Ryan. I lunghi capelli biondi erano umidi e portava addosso abiti comodi sorseggiando una birra ghiacciata, nonostante fosse autunno inoltrato.
«Si, pensavo di farmi qualche chilometro»
Dissi portandomi le mani in tasca.
Lui mi osservò severo e poi mi rivolse un lieve sorriso, il suo viso sembrava invecchiare settimana dopo settimana, e forse sarebbe stato così anche per me se non fossi diventata un Angelo.
«Credi che me ne sia dimenticato?»
Alzai un sopracciglio e lo vidi porgermi un cupcake camilla, quello strano mix d'ingredienti che lasciava la pasta di un leggero arancione.
«Buon ventiquattresimo compleanno Tesoro»
Presi il dolce e lo poggiai sul tavolo, ventiquattro anni dentro un corpo eterno da diciottenne, non ricordavo nemmeno che fosse il mio compleanno oggi.
«Sono risalito al tuo vero compleanno, a quanto pare si svolge in autunno, colorata come stagione»
Annuì e gli voltai le spalle fermandomi ad un suo cenno.
«Quando sarai tornata, vieni nel mio ufficio»
Chiusi per qualche secondo gli occhi e mi portai una ciocca dietro l'orecchio, lasciando cadere distratta il cappuccio.
«Certo»
Risposi fredda uscendo poi sbattendomi la porta dell'entrata alle spalle.
Mi portai le maniche della felpa fino alle nocche e strinsi i pugni per non lasciarle andare, presi un respiro e cominciai a correre lentamente, come una normale ragazza.
Una leggera nebbiolina copriva l'asfalto umido e pieno di foglie marce, mentre un leggero vento staccava le foglie ingiallite dalle alte querce ai margini della strada. Una macchina mi passò accanto e io sorrisi aumentando la velocità. Dallo specchietto notai ci fossero a bordo un paio di ragazzi e sorrisi raggiungendo il mio tempo migliore, passai accanto a loro senza che nemmeno se ne accorgessero risalì la vallata svoltando nel sentiero che portava nel bosco. I miei passi veloci sembravano non udirsi, tranne per l'aria che tagliavo, che spogliava gli alberi ancor prima del tempo.
Mi fermai in cima ad una collina e sorrisi alzando lo sguardo. Gli alberi dalle foglie colorate si mescolavano ai sempreverde mentre il vento calmo lasciava cadere lentamente le foglie. L'odore terreno di quel posto mi dava sempre un senso di pace e mi chiesi se dopo la conquista di Ryan sarebbero rimasti in piedi posti come quello.
Un fruscio attirò la mia attenzione e sorrisi riconoscendo quel profumo che l'aria mi aveva portato.
«Che fai? Mi segui adesso?»
Domandai divertita voltandomi e incontrando un paio di occhi verde smeraldo.
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Humans (Sequel of Dangerously)
FantasySequel di Dangerously. Erano passati sei mesi ormai da quando i due ragazzi si erano concessi a Rayn. La possibilità di essere curati e la libertà che gli fosse stata concessa dopo era la loro unica speranza, ma il tempo, si sa, cambia le persone. U...