#27 Drake

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Mi svegliai di soprassalto passandomi una mano sul petto umido, mi levai le lenzuola di dosso e scesi dal letto cercando di prendere aria, mi spettinai i capelli per la frustrazione e mi fermai cercando di recuperare il controllo.
Chiusi gli occhi facendo respiri lenti finché non riuscì a sentirmi meglio, mi passai una mano sul viso euna forte nausea m'invase.
Con la mano sulla bocca uscì dalla stanza e raggiunsi velocemente il bagno infondo al corridoio, non badai alla porta aperta o ad accendere la luce, mi chinai sul gabinetto e mi svuotai lo stomaco tossendo fino quasi a perdere i sensi.
Appoggiai i gomiti all'asse di ceramica e affondai le dita e le mani tra i miei capelli umidi, cercai ancora una volta il controllo del mio respiro e attesi qualche minuto ancora prima di alzarmi.
Mi tornò in mente tutto quel sangue, quei corpi martoriati e il mio stomaco minacciò ancora di liberarsi, soffiai lentamente per dimenticare quei giramenti di testa. Mi alzai e mi sciacquai bocca e viso con acqua fredda, mi guardai allo specchio lasciando che le mani mi percorressero il viso squadrato.
Scossi la testa e fissai il mio riflesso nel buio. Era assurdo quanto poco mi riconoscessi, non avevo nemmeno idea di quanto era passato dall'ultima volta che mi ero soffermato a guardarmi come ora.
Posai lo sguardo sulle mie braccia e sul petto pieno di segni indelebili, scritte e simboli sconosciuti che per me non avevano alcun senso.
Sorrisi ripensando a Lei, ai suoi occhi, al suo essere così irritante e indispensabile allo stesso tempo...
Mi sistemai i pantaloni della tuta e uscì tirando lo sciacquone, scesi le scale quasi correndo e trovai la cucina, sul bancone trovai un pacchetto di sigarette, alzai le spalle e ne presi una afferrando anche l'accendino. L'accesi e mi portai una mano sulla testa sbuffando, alzai lo sguardo verso la porta che dava sul giardino sul retro e decisi che una boccata d'aria mi avrebbe fatto bene.
Uscì portandomi la sigaretta alle labbra e sorrisi trovando Matt accanto ad una colonna che guardava il cielo a braccia conserte.
«Mi devi una sigaretta amico»
Disse spostando il suo sguardo su di me, sorrise e notai i miei stessi tatuaggi sul suo petto,
«Credi che stia bene?»
Chiese, distogliendo poi lo sguardo e tornando al cielo. Mi avvicinai e facendo un altro tiro appoggiai la schiena alla colonna opposta.
Alzai le spalle soffermandomi sui suoi capelli disordinati.
«No, ma so che Tessa ha abbastanza coglioni per non rendergli le cose facili, piuttosto che farsi pestare a gratis è capace di farti incazzare sul serio»
Risposi ricevendo in risposta un suo sorriso.
Si portò una mano tra i capelli e allungò il braccio verso di me, gli passai la sigaretta e lui se la portò alle labbra.
«Non sono mai riuscita ad inquadrarla in sei anni, se ne stava sempre per conto suo, chiusa in camera e spesso se ne andava per settimane alla ricerca di chissà cosa poi»
Mi portai le braccia al petto e mi passai la lingua sulle labbra.
«Lo stava cercando»
Dissi attirando la sua attenzione. I suoi occhi trasparenti mi guardarono interrogativi e io sospirai.
«Credo che per tutto questo tempo sia stata sulle tracce di Ryan, in camera sua ho trovato un doppio fondo nell'armadio e ho scoperto un mondo. Era uno schema ben preciso dei suoi spostamenti e quelli di Aston, c'erano linee rosse per tutte le capitali degli stati uniti»
La sua espressione si fece confusa.
«Ma non c'erano solo loro, avevo notato un altro volto, un disegno a dire il vero, non sapevo chi fosse finché non l'ho riconosciuto vedendo suo padre»
Matt si morse un labbro lasciando cadere a terra la sigaretta restante,
«Vuoi dire che ha sempre cercato suo padre?»
Alzai le spalle
«Si, ma non credo che sappia chi sia, potrebbe essere risalita a lui mentre scavava nel passato di Ryan...non lo so, ma ho il presentimento che tra tutte quelle scartoffie che sono rimaste nella sua stanza ci sia qualcosa che ho dato per scontato»
Finì ripensando per qualche secondo a tutto quello che avevo visto.
«Se ha sempre lavorato a tutto questo, perché non dircelo?»
Sorrisi guardando il pavimento e concentrandomi su una formica che passeggiava indisturbata.
«6 anni con lei e ancora non hai capito che a lei piace fare da sé?»
Tornai con lo sguardo su di lui e notai l'espressione di chi ci stava capendo ben poco.
«Cosa sai di lei?»
Chiesi cercando di capire il suo punto di vista.
Lui alzò le spalle passandosi una mano tra i capelli e fermandosi sulla nuca.
«So che è l'unica donna a far parte del progetto R, e che per questo Ryan la ritiene la creatura più bella che abbia mai creato. Ma è uno fuori di testa, quindi non sto tanto sul suo parere. Girano voci che abbia ucciso parecchia gente, tagliando fuori tutti i soldati che ho visto io, ma nulla di più»
Annuì e mi accorsi di quanto poco fosse a conoscenza di quella ragazza, io sapevo tanto, ma la maggior parte l'avevo letto su fascicoli fantasma e sentito dalla bocca di Hunter.
«Perché?»
Domandò alzando le spalle e corrugando le sopracciglia. Scossi la testa facendo un leggera smorfia con la bocca.
«Così, ero solo curioso di vedere quanto fosse cambiata, ma a quanto pare è rimasta la stessa»
Lui distolse lo sguardo tornando con le braccia incrociate. Per qualche minuto si udì solo il rumore delle foglie in balia del vento e il tintinnio dei campanelli appesi sopra di noi.
«Quanto credi che ne valga la pena tornare alla fabbrica a recuperare la sua roba?»
Posai lo sguardo ancora un volta sul ragazzo e lui si limitò ad osservare il giardino.
«Molto»
Lui annuì e sciolse l'incrocio delle braccia alzandosi dalla colonna con pigrizia.
«Come fai ad esserne sicuro?»
Sorrisi e mi passai un pollice sul labbro inferiore sollevando anch'io la schiena.
«La conosco abbastanza da poterti assicurare che lei va sempre infondo a tutto quello che scopre»
Risposi ricordando l'insistenza con cui aveva fatto pressione su Cameron anni fa.
«Va a prendere due magliette, io carico il borsone nel furgone e ti aspetto li»
Alzai un sopracciglio e rientrai.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora