#61 Drake

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Incrociai le braccia e levai un sospiro appoggiandomi con la schiena e la testa alla porta del bagno, chiusi gli occhi e ascoltai l'acqua di quel rubinetto continuare a scorrere mentre oggetti si frantumavano a terra. Tessa era chiusa da diversi minuti nel bagno della villa, la sentivo urlare, buttare oggetti a terra e imprecare contro se stessa.
Mi portai le mani sul viso e aprì gli occhi guardandomi in giro cercando di non pensare all'angoscia che mi pesava sul petto.
Avevo deciso di portarla di sopra, nella stanza in cui era cresciuta ignara di tutto quel mondo che nascondeva Ryan sotto casa sua. Il grande letto era perfettamente fatto e  ogni cosa era al suo posto come sempre.
Mi alzai dalla porta non sentendo più alcun rumore e bussai pesantemente.
«Rossa»
Le sue mani si scontrarono forte con la porta e io sussultai.
«Ti prego va via!»
Gridò con voce rotta dal bagno, corrugai le sopracciglia e mi portai le mani nei capelli. Ne avevo abbastanza, tirai un calcio alla porta con tutta la forza che avevo e questa si scaraventò contro la doccia dalla parte opposta, mandandone in frantumi il vetro opaco. Tessa mi guardò sconvolta mentre altro vetro si mischiava al resto degli oggetti che erano già stati rotti e lasciati sul pavimento celeste.
«Taci»
Le dissi ancor prima che potesse aprire la bocca, si era legata i capelli, le sue mani erano coperte di sangue, nelle braccia i tagli le si stavano rimarginando lentamente.
Guardai il disastro che ci circondava, il bagno era completamente distrutto, perfino le ante del mobile accanto allo specchio rotto erano scardinare.
Mi fermai sul suo viso, mentre nervosa la vedevo pulirsi le mano sulla canotta chiara.
«Senti Tessa, io sono stanco okay? Mi hanno rotto i tuoi silenzi, il modo che hai di mandarmi via ogni volta che qualcosa non va. Voglio che la finisci di mentirmi, pretendo che se tu ti senti da schifo me lo vieni a dire, e se hai qualcosa, qualsiasi stronzata che sia, voglio che tu me la dica.
Basta tenerti tutto dentro, non ti fa bene, ti sei resa conto di quello che hai appena fatto?»
I suoi occhi si guardarono intorno e poi si posarono nei miei sconfitti, erano rossi e gonfi per tutte quelle lacrime inutili che avevo​ versato.
«Sei fuori controllo Rossa!, te ne rendi conto?»
Si passò mano sulle labbra, sfiorandosi i profondi tagli che da li a pochi secondi ancora sarebbero spariti.
Si sfiorò i capelli e rimase nascosta con la testa china dietro al suo braccio.
Mi avvicinai e gli alzai il mento incontrando le sue iridi nocciola.
«Sono il tuo ragazzo Tessa, sono qui per te, per farmi scaricare i tuoi problemi addosso, per dirti che quel vestito che hai scelto è troppo corto, per rendermi insopportabile, noioso e divertente ai tuoi occhi.
Sono qui adesso, perché so che c'è qualcosa che non va e ho bisogno di sapere cos'è, altrimenti finirò per impazzire a vederti così»
Strinse le labbra come a suggerirmi che avrebbe pianto ancora, ma probabilmente aveva finito tutte le lacrime. Le lasciai il viso e la vidi stringere le mani nel lavandino dietro di lei.
«Sto da schifo Drake, sento di essermi approfittata di te e dei tuoi sentimenti, ti ho dato contro dalla prima volta che ti ho visto lamentandomi della mia vita ogni volta che ne avevo occasione. Non ricordo di averti mai chiesto se era tutto okay, o di averti mai trattato come ti saresti meritato»
Disse velocemente guardando ovunque nella stanza evitando il mio sguardo, vomitava quelle parole come per liberarsene al più presto, i suoi occhi tornarono a farsi lucidi e io rimasi in silenzio.
«Vorrei tornare indietro e ricominciare da capo. Riempirti di domande ed evitare di voler aver ragione per forza anche quando so di aver torto, vorrei non aver mai rinunciato a conoscerti davvero fin da subito...»
Finalmente le sue iridi si fermarono nelle mie, intense come le avevo viste solo una volta.
«...mi dispiace di essere così complicata, di farti incazzare per niente, ma ultimamente non mi controllo più, la mia testa è un gran casino. Non ci capisco più niente, mi sento come se il mondo mi fosse crollato addosso, ma allo stesso tempo, egoisticamente sto bene perché ci sei tu»
Sorrisi e gli asciugai quella lacrima che distratta le era scivolata sul viso.
«Si chiama essere umani Rossa. A volte fa schifo, altre volte è meraviglioso e poi ci sono quelle eccezioni in cui le due cose si uniscono e scombinano ogni cosa.
È normale»
Risposi spostandole alcune ciocche rosse dal viso e portandole dietro il suo orecchio.
Rimasi qualche istante a guardarla e le sfiorai con il pollice il labbro perfettamente guarito levandole il sangue rimasto.
«Sai di cosa hai bisogno?»
Le chiesi illuminandomi all'improvviso, la sua espressione confusa rispose al posto suo e io sorrisi.
«Di un po' di alcool e musica per non pensare più a niente. Usa il bagno di Ryan, fatti una doccia e mettiti qualcosa di carino, ti porto a ballare questa sera»
Lei corrugò le sopracciglia e io le lasciai un bacio leggero sulle labbra.
«Vado a fare due cose e torno a prenderti, okay?»
Tessa annuì ancora confusa e io la lasciai in quel bagno tornando di sotto.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora