#37

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C'erano tre cose che odiavo davvero, Ryan era la prima, poi veniva Aston ed infine me stessa.
Stavo diventando matta, non capivo più quale fosse il mio ruolo in tutto questo, la mia umanità era la mia croce, e se non me ne fossi liberata al più presto mi avrebbe di certo uccisa.
«Sei silenziosa Angelo, a cosa pensi?»
Smisi di giocare con il coltello e lo posai sull'elegante tovaglia rossa.
«Qual'è il tuo obbiettivo Ryan?»
I suoi occhi si posarono nei miei, attesi che finisse il boccone e dopo essersi pulito la bocca con il tovagliolo di stoffa poggiò i gomiti sul tavolo.
«Il potere»
Rispose conciso azzardando un sorriso, mi ripetei un paio di volte la sua risposta nella mente, ma ancora non mi bastava.
«Sono dell'idea che il mondo, fondato da rigide regole e la giusta dose di violenza, possa essere un posto migliore»
Alzai un sopracciglio e rimasi ad ascoltare.
«Ti vedo perplessa. Vediamo se così riesco a farti capire, rispondi a questa domanda. Secondo la storia, come facevano i re a conquistare potere?»
Corrugai le sopracciglia spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Con la violenza, guerre e distruzione erano solo un dettaglio, un piccolo prezzo da pagare per aver raggiunto un nuovo obbiettivo di rispetto ed espansione»
Le sue iridi s'illuminarono e io mi sentì stranamente a mio agio.
«Bene, ora dimmi, non credi anche tu che fosse più semplice allora? Venivi ascoltato guadagnandoti il rispetto.»
La mente di quell'uomo era disumana, c'erano così tanto dolore e risentimento nella sua freddezza che sembrava anche troppo convinto dei suoi stessi ideali.
«Ma la vera domanda è, che cosa vuoi davvero sapere Angelo?»
Sorrisi e mi sporsi in avanti dedicandogli tutta la mia attenzione.
«Sono curiosa di sapere cosa verrà dopo»
Lo vidi studiarmi e poi restare in silenzio.
«Ipotizziamo che io possa davvero farcela, che abbia guidato il tuo esercito di Angeli e stato dopo stato, città dopo città e così via io abbia costretto tutti a seguire le tue regole.»
Cominciai catturando la sua curiosità.
«Ora il mondo è tuo, tutti sanno che devono seguire le nuove leggi, altrimenti io metterò fine alle loro inutili vite. Voglio sapere Ryan, cosa intendi fare dopo? Hai finalmente ottenuto quello che volevi, rispetto e devozione assoluta verso la tua persona, avanti dimmi, raccontami il sequel di tutto questo»
I suoi occhi vagarono per il mio viso qualche secondo e io lasciai scivolare una mano sulla gamba, ignorando l'odore metallico del sangue di cui la mia maglietta era ancora impregnata.
«Dividerò il mondo in tre fazioni, paradiso, inferno e limbo. Ognuno avrà il posto che gli spetta e finalmente la mia mente ritroverà l'equilibrio»
Rispose sorridendo senza staccare il suo sguardo dal mio, strinsi un pugno sul tessuto dei pantaloni e pensai da quanto tempo la follia avesse preso possesso di quell'uomo.
«Credo fermamente che ognuno di noi sia stato creato con uno scopo, se ti è stato fatto il dono della vita significa che a Dio servi a qualcosa, altrimenti perché metterti al mondo?»
Quasi rise e io rimasi ferma.
«Tu ad esempio, tu mio Angelo sei sempre stata destinata a grandi cose, una vita banale era per gli altri, tu sei nata per uccidere, ti è stato detto da sempre e tu dovresti nutrirti di questo, invece che respingerlo e aspettare che una vita inutile e noiosa ti piombi addosso. Dio non ci ha creati per caso, era destino che ti trovassi e ti crescessi, che ti scolpissi esattamente come avresti sempre dovuto essere»
Il calore che emanavano i suoi occhi era straordinario, io non ero mai stata davvero credente, anzi ero dell'idea che la scienza fosse più realistica, ma Ryan si credeva la rincarnazione di un Dio, un uomo capace di poter decidere ogni cosa.
«Come fai a dire questo di me? Se non fossi finita al campo probabilmente tutto questo non sarebbe successo, magari ora starei facendo un normale lavoro, in una normalissima città»
Lui rise, e rise ancora prendendosi gioco delle mie parole, mi sentì uno schifo, ma aspettai comunque in silenzio che finisse.
«Tu non te lo ricordi Tesoro, ma a soli dieci anni hai ucciso una persona, chiamalo incidente, ma un taglio alla gola con tale precisione, non può essere che un dono»
Corrugai le sopracciglia e rivolsi uno sguardo ad Aston, che in silenzio era rimasto ad ascoltare mangiando come fosse tutto normale, ma sembrava più confuso di me.
«Ryan io»
Un Superiore m'interruppe all'improvviso chiamando Ryan.
«Scusi l'interruzione signore, ma abbiamo brutte notizie»
Ryan gli fece cenno di proseguire e l'uomo in divisa annuì continuando.
«Abbiamo fatto irruzione in casa come ci aveva ordinato, gli Evans sono di sotto ad attenderla e il signor Nathan è in infermeria per un veloce controllo, ma dei due ragazzi non c'è traccia»
Mi alzai in piedi, seguendo l'esempio di Aston e notai Ryan allungarmi la sua mano, l'afferrai e lui mi tirò verso di sé eliminando la distanza.
«Pronta per conoscere i tuoi genitori Angelo?»
Chiese a voce bassa sorridendomi all'orecchio.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora