#67Drake

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Senza rendercene conto le ore ci scivolarono dalle mani, portandosi via la settimana come foglie al vento.
Mi guardai intorno, il vento tirava verso ovest, ma gli Angeli allineati sull'attenti non battevano ciglio.
Mani dietro la schiena dritta, come fossero tutti allineati contro un muro invisibile dietro di loro, silenzio e attenzione assoluta. Erano queste caratteristiche che per Ryan significavano rispetto e disciplina.
Lanciai un occhiata a Matt e lui mi fece un cenno assecondando la posizione degli altri Angeli. Come Tessa ci sfilò davanti tutti si inchinarono abbassando gli sguardi. Lei mi affiancò e si mise in posizione guardandosi intorno.
«In piedi!»
Gridò con autorità, il piccolo palco di legno dietro di noi scricchiolò sotto i passi che dovevano essere quelli di Ryan e noi ci voltammo nella sua direzione dando le spalle al resto degli Angeli.
«Il sole sta sorgendo miei Angeli, tra pochi minuti invaderete le città dettando la vera e unica legge di cui il mondo abbia davvero bisogno»
Un esclamazione collettiva dietro di noi si alzò riempendo il vuoto lasciato dalle parole dell'uomo. Gli occhi azzurri di Ryan scrutavano fieri quello spettacolo, sorrise ed esitò con lo sguardo su Tessa, lei alzò appena il mento e prese un respiro mantenendo il silenzio.
«L'obbiettivo della vostra missione era di portare le nuove leggi nel mondo, ma ora la vostra priorità sarà un altra. Voglio che uccidiate ogni singolo soldato che provi a fermarvi, possedete la forza e la devozione necessaria, siete stati allenati dai migliori per vincere!»
Corrugai le sopracciglia confuso e rimasi in posizione sentendo gli Angeli dietro di me urlare entusiasti.
Non erano questi i piani, che diavolo saltava in testa a quell'uomo?!. Ora dal farci rispettare dovevamo uccidere i soldati del governo?.
«Non voglio che lasciate libero uomo a cui sia stato ordinato di abbattervi, il sangue che sarà riversato sulle strade dovrà essere quello della razza inferiore, di quei soldati convinti che voi Angeli siete il male.
Voi siete una nuova era! Una nuova alba che permetterà all'umanità di evolversi in meglio!»
Il suo discorso si interruppe da un grande applauso collettivo alle mie spalle, gli Angeli gridavano il suo nome, mentre l'uomo sorrideva facendo un cenno con la testa, alzò le mani e mio fratello, accanto a lui, sorrise incontrando lo sguardo della mia ragazza.
Il silenzio cadde e il vento sembrò alzarsi all'improvviso.
«Tesoro, vieni qui»
Ancora una volta la voce di Ryan sembrò amplificata, ma nessun microfono sembrava fargli da strumento. Tessa prese un respiro e io tornai velocemente a guardare davanti a me. I suoi anfibi neri scricchiolarono sull'erba umida e il suo profumo m'invase ricordandomi che questo sarebbe potuto essere l'ultimo momento che avrei passato con lei.
Raggiunse il palco e mi rivolse un leggero sorriso ricomponendosi subito, accettò la mano di Ryan e lui le fece un mezzo inchino.
«Nord, sud, est ed ovest verranno presto invasi dall'eleganza di colei che farà rinascere un nuovo mondo. Sarà responsabile di ogni vita che sarà sacrificata nel nostro bene. Inchinatevi davanti al nostro Angelo Nero!»
Lo stomaco mi si contorse e come tutti i presenti mi inchinai tenendo basso lo sguardo.
Ascoltai i passi di Tessa avvicinarsi e tutti ci alzammo tornado a guardare lo sguardo gelido di Ryan. Aston alzò un braccio e lanciando un ultimo sguardo alla Rossa sparì con gli altri alzando un violento polverone.

Gli Angeli si riversarono sulle strade deserte delle città, le case erano barricate, i semafori lampeggiavano di un vivo giallo aranciato e l'eco dei nostri passi si disperse non appena diedi l'ordine al mio esercito di fermarsi. Mi guardai intorno e mi sfiorai lo zigomo destro non appena qualcosa di quasi impercettibile mi passò accanto, mi guardai le dita sporche di sangue e mi voltai guardando uno dei miei Angeli sfiorare la freccia che gli si era piantata nel cuore. Corrugai le sopracciglia e una coltre di fumo aspro e spesso si alzò velocemente sotto i nostri piedi.
«VIA!»
Gridai evitando dei proiettili appena in tempo. Un eco di grida e voci confuse si dispersero in mezzo a tutto quel fumo che confondeva le nostre menti, la testa mi girava e la terra sotto i miei piedi tremò alzando in aria polvere e pezzi di cemento ed edifici. Le orecchie mi fischiarono e mi portai un braccio davanti alla bocca e al naso per proteggermi.
Cercai di scappare, ma qualcosa mi scaraventò con forza contro ad un muro, mi mancò il respiro e cominciai a vedere sfocato, le mie mani si fermarono intorno all'enorme tubo metallico che mi aveva appena attraversato lo stomaco, cominciai a tossire, non riuscivo quasi a sentire il dolore da quanto la mia mente sembrasse drogata.
Appoggiai la testa alle macerie dietro di me continuando a sentire il mio sangue caldo riversarsi sui miei vestiti. Urla, spari e scoppi occuparono il silenzio e qualcuno sembrò avvicinarsi a me, cercai di ritrovare il controllo, ma ero incastrato, tra quelle macerie e quel tubo che mi teneva bloccato, cercai di muovermi e forse gridai, non so, non riuscivo a sentirmi in mezzo a quel casino. Sentì il mio corpo scivolare sforzato su esso, fino a quando non caddi a terra portandomi una mano sullo stomaco, che lentamente sembrava stare rimarginarsi.
Il dolore era orrendo, mi mancava il respiro, la mente vagava confusa, senza legarsi al cervello per farmi connettere i movimenti.
All'improvviso rotolai verso destra evitando dei proiettili a poca distanza e mi alzai in piedi scontrandomi con un altro muro ancora integro, socchiusi gli occhi respirando affannosamente, il mio corpo si stava riprendendo a fatica. Incrociai lo sguardo spento di quel soldato americano e abbassai lo sguardo sulla sua divisa mimetica sporca di sangue, feci un cenno all'Angelo che lo aveva appena abbattuto salvandomi la pelle e lui ricambiò sparendo sotto i miei occhi.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora