#28

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Mi cambiai velocemente infilandomi gli anfibi e afferrando un'altra maglietta al volo tornai al piano di sotto. Mi chiusi la porta alle spalle e montai sul camioncino sbattendo la portiera.
«Spero tu abbia ragione Drake»
Mise in moto quel rottame e uscì dal parcheggio improvvisato accelerando lungo il viale.

«Devo farti alcune domande»
Dissi dopo qualche ora rompendo il pesante silenzio che era calato.
Lui alzò una spalla e io tornai a guardare davanti a me la strada perfettamente asfaltata.
«Quanto tempo sei stato là dentro?»
Chiesi senza troppi giri di parole.
«Al campo o nelle mani di Ryan?»
«La seconda»
Lui sorrise e strinse il volante.
«Due, tre anni, a dire il vero ho perso il conto dopo un po', ho perso un sacco di tempo a cercare un modo per uscire da quell'inferno anziché a capire il motivo per cui mi trovassi li»
Confessò rilassandosi sul sedile,
«Sei stato fortunato a poter uscire dopo l'addestramento Drake, non fartene una colpa»
Alzai un sopracciglio e rimasi in silenzio.
«Giravano voci su di lei in continuazione tra le celle, c'è chi diceva che era un mostro, chi una pazza, ma quando ho avuto la possibilità di incontrarla davvero, me ne sono reso conto.»
Spostai il mio sguardo su di lui e sorrise quasi addolcendo le sue stesse parole.
«Non era altro che una ragazza di appena diciotto anni che sembrava averne vissuti più di cento, le si leggeva nei movimenti tutto quello che aveva passato e spesso mi chiedevo se mai ce l'avrei fatta, fosti stato in lei probabilmente no, e forse è per questo che Ryan scelse lei. Anche se prima di incontrarla non avrei mai pensato potesse essere una ragazza, tutti noi dell'Angelo Nero avevamo un idea precisa, un uomo sui trenta, quaranta al massimo, massiccio e pieno di cicatrici e dal viso spaventoso»
Rise scuotendo appena la testa.
«Invece è sempre stata una ragazza, bella da far spavento e con più coglioni di tutti noi messi assieme, assurdo»
Disse rivolgendomi uno sguardo, sorrisi anch'io e mi passai una mano sul viso.
«Ora devi spiegarmelo però, come diavolo sei riuscito a conquistarla? Insomma praticamente non parla»
Alzai un sopracciglio.
«Fidati, parla anche troppo»
Risi e lui di nuovo con me, mi portai una mano tra i capelli e abbassai tutto il finestrino appoggiando mezzo braccio fuori.
«Sembrerà assurdo, ma all'inizio non la sopportavo, era arrogante, stronza come poche e bisognava state sempre solo alle sue regole. Era impossibile, sul serio»
Ricordati sbuffando.
«Ma dopo una litigata che mi costò quasi un proiettile in gola, il mio capo decise di metterci in viaggio assieme fino a Los Angeles, in modo che ci chiarissimo per tornare a collaborare.
Mi portò nel bar di un suo amico, che poi era Dylan. Seduti a quel bancone era diverso, lei era diversa, rideva, scherzava e realizzai che ci fosse altro dietro quell'aria da stronza irascibile che si ostinava a tenere»
Alzai le spalle e mi concentrai sulla strada.
«E?»
Chiese invitandomi a continuare.
«Bevvi un bicchiere di troppo, ero su quella linea tra, brillo, ma lucido. La baciai, ma lei mi respinse e da quel momento non riuscì più a levarmela dalla testa, non potevo sopportare di vederla con mio fratello e mi davano fastidio persino i vestiti da puttana che Ryan le faceva indossare, non che le stassero male, ma...»
Mi zittì, nemmeno io sapevo il reale motivo a pensarci bene.
«Gelosia»
Disse Matt fermadosi ad un semaforo.
«Non lo so, ancora non sapevo nemmeno se mi piacesse o meno, mi dava sui nervi vedere che con Aston era tutto così semplice, mentre tra noi era un continuo litigare e insultarsi fingendo che non ci pesasse»
Lui annuì e battè il pollice sul volate.
«La riporteremo a casa»
Disse rivolgendomi un sorriso e ripartendo con tranquillità per quelle strade deserte.
«Sai quanti di noi siano ancora in piedi?»
Domandai cambiando discorso, lui alzò le spalle sorridendo incerto. Alzò i pollici dal volante cercando una risposta che sembrava non arrivare.
«Non ho un numero preciso, molti potrebbero essere morti e quelli completi ancora nelle mani di Ryan se siamo fortunati, la mia speranza è che si trovino nello stesso posto in cui tengono Tessa. Sarebbe tutto più semplice»
Presi un respiro e annuì distratto.
«Sempre che dopo lo sfogo dell'Angelo al campo non siano scappati, allora li si che sarebbe un casino trovarli»
Cominciai a tenere un tempo inesistente con la gamba e alzai un sopracciglio.
«A meno che Tessa non li abbia rintracciati...»
Pensai a voce alta guardandomi intorno.
«Di che parli?»
Mi morsi un labbro e fermai la mia gamba.
«Quando andai a prenderla, prima che si convincesse a curarsi, dopo aver cambiato idea circa quattro volte, mi disse che c'erano altri come noi, non ci diedi molto peso, in quel momento pensavo solo a convincerla a seguire Ryan.
Potrebbe aver tenuto qualche documento o riempito qualche chiavetta, ma non saprei dove cercare»
Matt accostò e spense il motore dandomi l'attenzione più assoluta.

Humans (Sequel of Dangerously)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora