Smisi di vivere.
Smisi di vivere e diventai un'automa.
E tutto mi passa via, mi sfiorava
e nel mio sguardo vedevi solo odio.Avevo bisogno di primavera,
avevo bisogno di sole, perché la neve mi stava congelando dentro.
Avevo bisogno di camminare tra la gente,
guardare negl'occhi altre persone,
scorgerne frammenti di vita, piccole emozioni sfuggite al contegno quotidiano
di quando si va di fretta in strade affollate,
convinti che nessuno ci osservi più di quel tanto.Ma ho perso le parole, parole per dire quello che ho dentro,
ormai é sempre uguale, un miscuglio incredibile di aggressività.
Pronto a scattare ed ad agire, perché le parole non bastano più,
ho bisogno di azione e sfinirmi per poter dormire la notte.Allora partirò, andrò lontano dove il vento forte rapirà i pensieri.
E continuerò a salire per poi guardare in basso il panorama,
vedere le cose da fuori e capire che probabilmente non tutto é da buttare.
Essere in cima al mondo e sentirsi infinito. Ecco, sì come nel libro.
Scappare dai fantasmi del passato, o meglio, lasciarli indietro.
E la sera mi siederò al computer, dietro di esso una finestra verso la notte.
Mi siederò con le gambe doloranti e gli occhi pensanti.
Ma il cuore no, quello sarà leggero, non nel petto o in gola,
ma tra gli occhi, per poter vedere il meglio di ogni cosa.
E allora scriverò il mio libro, una piccola prova di potere,
una piccola firma di mondo che mi svuoterà:
dei fantasmi miei, dei fantasmi degli altri,
che mi raccontano e rimangono incastrati nella mia cassa toracica."Perché non possiamo salvare tutti?"
È una domanda che ho fatto anche io al mio prof di letteratura,
più di una volta, in verità. E mai ho ricevuto risposta.
Anche nel libro non c'é risposta.
Poi un giorno mi é sfuggita la domanda e accanto a me c'era un piccolo.
La sua risposta é stata semplice e dolce:
"Perché non hai le braccia abbastanza larghe per tutti."
Per i bambini basta un abbraccio per essere salvati.
E a noi? A noi non basta neanche l'amore assoluto di una persona.Scriverò un libro, un libro per tutti.
E magari smetterò di scrivere senza sapere a chi.
Scriverò un libro e vi darò voce, a tutti voi, promesso.
Perché anche l'eco di un grido prima o poi scompare,
le mie parole sono inchiostro e vi macchieranno il cuore.
Perché non posso guarirvi, non posso guarire neanche me.
Ma posso consumarmi, consumarmi fin dentro alle ossa
e forse diventare un fantasma a mia volta.
Ma almeno sarò un fantasma buono, uno di cui non avere paura.
E forse la gente smetterà di avere paura
e comincerà a guardarsi negli occhi un po' più spesso.03.03.2013
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _“Perché so che ci sono persone che dicono che queste cose non accadono e altre che dimenticano cosa vuol dire avere sedici anni quando arrivano ai diciassette. So che queste saranno tutte storie un giorno e le nostre immagini diventeranno vecchie fotografie, saremo tutti diventati mamma o papà di qualcuno, ma in questo momento questi momenti non sono storie. Questo sta accadendo, io sono qui e la sto guardando. E lei è così bella. Lo vedo. Questo un momento in cui sai che non sei una storia triste. Tu sei vivo, ti alzi e vedi le luci sugli edifici e tutto ciò ti sorprende, stai ascoltando quella canzone che ti guida con le persone che ami di più a questo mondo. E in questo momento lo giuro, noi siamo infinito”.
- Noi siamo infinito
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Ammalato, ammaliato
PoetryUna piccola "raccolta poetica", dagli inizi ad ora. 27.04.2017: #12 in poesia. 28.04.2017: #9 in poesia. 29.04.2017: #8 in poesia. Era da un po' che avevo l'idea di raccogliere i miei testi in una sequenza ordinata e con una connessione t...