Capitolo 3

173 9 0
                                    

Mentre sono immersa nei miei pensieri e paranoie, e l'ansia sta raggiungendo il culmine, arrivo al luogo d'incontro e comincio a cercare Sam con lo sguardo ma non lo vedo. Magari ha deciso di non venire neanche. Sarebbe un po' maleducato se non si presentasse dopo tutte le belle parole di lunedì. Mi sentirei presa in giro e ci rimarrei male, e tanto, conoscendomi.

Sento un leggero pentimento dentro di me, di aver accettato questo incontro. Forse ho sbagliato, non dovevo fidarmi. Mentre sto andando avanti per uscire dal parco e tornarmene a casa, delusa dalla brutta sorpresa, sento delle mani appoggiarsi sui miei occhi, e una voce che mi bisbiglia nell'orecchio. "Non è prudente per le belle signorine girare sole per la città.." sorrido all'appellativo e mi giro. "Saresti dovuto venire in anticipo così controllavi che nessuno potesse farti nulla." dico sorridendo, non sono abituata proprio. "Hai ragione, ci penserò la prossima volta." dice. Io sorrido, perché sembra abbia deciso che gli vado bene e che possiamo già rivederci.

Noto solo in quel momento che ha una mano dietro la schiena ma cerco di non farci caso. Tra di noi cala un silenzio imbarazzante, e siamo entrambi a disagio: infatti guardiamo entrambi per terra e ogni tanto ci scambiamo qualche occhiata, sorridendoci, non sapendo se parlare o meno. Decide lui di rompere il silenzio. "Comunque.." comincia, tirando fuori da dietro alla schiena una rosa bianca, "questo è un piccolo pensiero per te.  Per una ragazza qualsiasi ci sarebbe anche stata una rosa rossa.  Ma per una ragazza speciale ci vuole un fiore speciale." Mi dice sorridendomi. Io prendo la rosa e dopo lo guardo negli occhi. Mi incanto come quel giorno in ospedale: sono qualcosa che non puoi non guardare da quanto è bello. Poi guardo le sue labbra che danno spazio ad un sorriso che incanterebbe qualsiasi ragazza sulla Terra.

Involontariamente mi mordo il labbro inferiore. Dopo averlo guardato per 0.2 secondi, faccio per avvicinarmi ma come una stupida inciampo e lui prontamente mi prende subito per la vita tenendomi su. Mi rimetto in piedi ma rimango ferma nella posizione che sono e lui pure, i nostri occhi si perdono gli uni negli altri, non riesco ad interrompere quel contatto.  Siamo vicinissimi, i nostri nasi si sfiorano. Con la mente torno subito al nostro primo incontro e istintivamente mi viene da sorridere. "Avanti, dillo.. sono irresistibile."

Rimango spiazzata, non sapendo che rispondere. "Si, certo.. cioè si ma n-non volevo.. È che.. È che non ho visto il sasso e sono inciampata..Oh mio dio.." dico balbettando per poi sbattermi una mano sulla fronte. Perché parlo come una stupida?  Mi prende per le spalle. "Non c'era bisogno di far finta di inciampare.. So di essere bello, non farti problemi a dirlo." dice con fare molto fiero. Sorrido imbarazzata, penso di avere tutto il viso rosso.

Poi all'improvviso allunga il braccio verso di me per prendermi per mano. Sussulto al contatto, sentendo i brividi. "Vieni con me, ti porto in un posto." mi dice. Ci fermiamo davanti a un piccolo laghetto, con una panchina all'ombra di un albero. Si siede, e mi invita a fare lo stesso. Subito mi fa la domanda che sapevo mi avrebbe posto prima o poi. "Beh, raccontami un po' di te."

"Che vuoi che ti racconti? Non ho nulla di interessante." dico scrollando le spalle. "Beh, ci siamo incontrati in ospedale, non penso fossi lì per un giro turistico, no?" mi chiede girandosi di lato verso di me, guardandomi fisso nelle labbra. Ho un attimo di esitazione: non so se raccontargli la mia vita, volevo dimenticare quel periodo buio. Ma sento come un qualcosa dentro che mi dice di fidarmi. Così inizio a raccontare. "A 12 anni mi è venuto un malore e sono svenuta nel bagno della scuola.. sono stata 2 giorni in osservazione e mi hanno diagnosticato una leucemia in stadio avanzato.. è stato l'inizio di un calvario, dato che i miei in quel periodo hanno divorziato.. diciamo che questo non mi aiutato per nulla: ero quasi sempre giù di morale, leggevo tutto il giorno libri, ascoltavo canzoni tristi.. per fortuna, dopo quasi 4 anni di ospedale, mi hanno fatta tornare a casa e sto guarendo anche se non del tutto.. avrei bisogno di un donatore di midollo ma purtroppo possiedo un midollo molto raro che possiede solo il 5% della popolazione mondiale e quindi devo solo aspettare.." dico guardandolo.

"Wow. appena ti ho guardata negli occhi, ho pensato subito che sei un mondo da scoprire.." Mi guarda incuriosito. "Sei il primo a cui lo racconto.." dico guardandolo e mi sorride, poi cambio discorso. "Raccontami di te invece. Anche tu eri in ospedale.." dico guardandolo. Sam sospira e poi comincia a parlare guardando davanti a sé. "Fin da quando sono piccolo amo le moto, e l'ho fatto diventare, diciamo, il mio lavoro: gareggio in pista con il motocross, anche fuori dall'Italia. Sono stato primo classificato in tutte le gare negli ultimi anni, solo che 2 anni fa dopo esser svenuto durante un allenamento in pista, ho notato che facevo fatica a respirare ed ero sempre stanchissimo.. e così mi hanno diagnosticato una malattia ereditaria, che fino ad allora non aveva dato segni, la cardiomiopatia ipertrofica.. e per questo non mi hanno lasciato partecipare l'anno scorso. Per me le Nazionali sono tutto, ci sono stato male.. ma quest'anno ho intenzione di allenarmi bene per tornare trionfante. Secondo i dottori sono abbastanza stabile ma devo stare attento a non sforzarmi dato che a quanto pare è una delle cause di morte più diffuse in età giovane, quindi fantastico.. ogni momento è buono per lasciarci le penne." dice con tono pacato sorridendo alla fine.

Rimango stupita davanti alla sua sfacciataggine. "Cavolo.. ma non hai paura? Insomma.. io sarei spaventata all'idea di morire da un momento all'altro.." dico non capendo a pieno la sua reazione di fronte una notizia così.  Sam alza le spalle. "Prima o poi dobbiamo morire.. se devo morire prima di fare 18 anni, beh.. che capiti. Sono molto attento alla mia salute, sia chiaro.. seguo tutte le indicazioni, ma per me andare in moto è troppo importante e preferisco morirci sopra per disgrazia che non montarne più una.." dice guardandomi e nei suoi occhi posso vederlo: posso vedere cosa prova nel parlare di una cosa che ama alla follia, e non posso non sorridere di fronte ad un ragazzo con una passione così che gli scorre nelle vene.

"E con la scuola come hai fatto?" mi chiede ad un certo punto, cambiando discorso. "Ho preso il diploma di terza media da privatista e mi sono fermata per curarmi ma adesso sto scegliendo che scuola superiore anche se sono molto indecisa.. tu invece cosa fai?" chiedo incuriosita.
"Ho appena finito il terzo anno di liceo classico al Machiavelli, pagella d'oro naturalmente.." mi dice, fiero. "Classico? Ammetto che non me la sarei mai aspettata, e comunque vado anche io in quella scuola molto probabilmente, è la più vicina a casa e posso andarci a piedi.." gli sorrido.

"Diciamo che mi piace molto studiare le materie classiche, e ora come ora adoro latino e greco.. sono contento della mia scelta e studio molto volentieri.." scrolla le spalle. "Piacerebbe anche a me fare il classico.. anche io ho una grande passione per le materie classiche.." dico guardandolo, e lui mi guarda sorridendomi.

Il tempo a parlare con Sam passa molto in fretta, mi piace molto come persona, è piacevole scambiarci due parole. All'inizio avevo paura a parlargli di me perché pensavo non volesse aver a che fare con una ragazza noiosa quanto me con problemi di autostima e neanche bella quanto lui.. non me lo merito. Ad un certo punto, controllo l'ora: cavolo, sono le 18.30. Devo tornare subito a casa.

"Ti ringrazio per questo pomeriggio insieme ma io devo tornare a casa sennò mia madre comincia a preoccuparsi. Spero di rivederti presto, anzi ti lascio il mio numero così possiamo tenerci in contatto, se ti va.." gli dico, sorridendogli. "Si, certo.." Mi dice, mentre cerca il suo telefono. Mi passa il suo telefono, digito velocemente le cifre del mio numero e subito dopo me ne vado lasciandogli un bacio a stampo sulla guancia, e me ne vado con lui che mi guarda sorridendo e io che annuso la sua rosa, pensando a questa bellissima giornata.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora