Capitolo 49

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Guardo il telefono: si sono fatte le 18 inoltrate. Raccolgo le mie cose dal tavolo, le metto nello zaino, riporto i libri al suo posto ed esco dalla biblioteca per tornare a casa. Me la prendo con comodo e quando arrivo sul marciapiede davanti alla mia casa, noto che mia madre è già arrivata.

Entro dentro, mi tolgo le scarpe, poi la giacca e vado in cucina dove trovo mia madre alla prese coi fornelli. "Mamma." la richiamo. Lei si gira e mi guarda sorridente. "Ciao." mi saluta. Mi siedo su una sedia di fronte a lei. "Allora com'è andata oggi? Com'è andato il rientro?" mi chiede. Sospiro. "Normale.. le mie amiche ci hanno messo un po' a riconoscermi e praticamente tutta la scuola mi ha fissato." dico. Mia madre sorride. "Beh, sei bellissima.. cosa ti aspettavi?" dice. "È inquietante." dico, ridendo. Mi rivolge uno sguardo confuso. "Che hai da guardarmi così?" chiedo. "Hai pianto?" dice quasi sussurrando.

La guardo quasi spaventata. "No.." dico. "Senti, non voglio intromettermi.. ma si può sapere che ti prende?" mi chiede quasi arrabbiata. "Niente, mamma.. è tutto apposto.." dico tranquillamente. "E perché ho trovato un contenitore di Xanax quasi finito in camera tua?" mi chiede tenendomi per un polso e guardandomi fissa. "Perché ficchi il naso in camera mia?" chiedo, quasi arrabbiata anche io. Mia madre continua a stringermi il polso. "Valentina." quando mi chiama con il nome intero c'è da preoccuparsi. "..sono seria. Non voglio che prendi farmaci a mia insaputa. E non pensare che non abbia notato che dormi poco e ti comporti diversamente." conclude.

Ma come ha fatto? "Ma.. non mi hai mai vista.. come fai a saperlo?" chiedo sconvolta. "Sono tua madre.. e ti conosco talmente bene che mi accorgo delle più piccole cose.. hai cambiato l'umore ultimamente, è come se ti stessi spegnendo.. centra quel Samuele?.." mi chiede. Ma io la fermo. "Non centra proprio nessuno. Per favore, non voglio il terzo grado e sto bene.." dico, sforzando una risata. "Se ti stai riducendo così per un ragazzo, ti prego non farlo.." dice seria. "Ma sei impazzita? E comunque con Samuele è finita da un pezzo ormai.." dico incrociando le braccia.

Lei alza le spalle. "Oh peccato.. era veramente un ragazzo meraviglioso.." dice. Rimango confusa. Ma di cosa sta parlando? "Cosa vorresti dire? Non l'hai mai visto, te ne ho solo parlato una volta.." dico. Lei scuote la testa. "No tesoro.. il giorno in cui sei stata operata è stato con me tutto il tempo a farmi compagnia.. mi piaceva." dice abbozzando un sorriso. E SAM NON ME NE HA MAI PARLATO. "Oh, non lo sapevo.. beh, senti.. sto bene, é un solo un periodo un po' così, passerà.." dico tranquilla. Mia madre annuisce. "Beh, la cena è pronta." dice.

In silenzio apparecchio la tavola e serve la cena. Cominciamo a mangiare ignorandoci completamente, non mi va di parlarne. Sono ancora scossa da tutto quello che è successo nelle ultime settimane, dal regalo di Tom, al regalo di Sam alla nostra chiacchierata di oggi. E adesso ci si mette pure mia madre. Finito di cenare, sistemo un po' la cucina e mentre lascio mia madre a lavare i piatti, io salgo al piano superiore a farmi una doccia: ho proprio bisogno di sentire l'acqua calda che scorre, magari succede lo stesso con tutti i pensieri che mi assillano. Dopo essermi spogliata, mi fiondo subito nella doccia e ci sto dentro per almeno 20 minuti. Esco, cerco di fare in fretta mettendo dei pantaloni della tuta e un maglione, lascio i capelli sciolti bagnati e torno di sotto sul divano.

Mi siedo e comincio a guardare se fanno qualcosa in tv, ma noto che quella sera non c'era niente. Mentre sono lì che faccio zapping guardando il vuoto, mia madre si posiziona davanti alla tv. Faccio un salto sul posto, alzando lo sguardo e guardandola quasi spaventata, non capendone il motivo. "Ma cosa fai? Mi hai spaventato.." dico. Lei sospira e poi mi guarda. "Scusa per prima.. avevo paura ti fosse successo qualcosa e sai che sono apprensiva." dice.

La guardo accennando un sorriso. "Lo so mamma.. è solo che sono un po' stressata tra scuola, rapporti di amicizia e anche relazioni.. è tutto un casino e devo mettere le cose a posto.." dico. Mia madre mi sorrise. "Mi fido.." dice. La guardo seria e decido di farle una domanda che la lascia spiazzata. "Perché hai portato papà la sera del mio compleanno?" dico. Mi guarda con gli occhi sbarrati e cerca di dire qualcosa ma il suono le muore in bocca, facendola stare zitta. "Me l'ha chiesto lui di poterti vedere.. si è presentato nel mio studio e mi pregato così l'ho accontentato.." dice. "E non mi racconterai mai il perché se ne è andato?" chiedo titubante. Mia madre si siede accanto a me, e mi guarda. "Mi stava tradendo con una sua collega.. tornava sempre tardi da lavoro, alcune sere spariva nel nulla inventandosi scuse.. ma tuo padre è un pessimo bugiardo e mi sono accorta che c'era qualcosa che non andava.. il nostro rapporto era cambiato.. e quindi ho preparato le carte del divorzio spiegandogli che avevo capito tutto e che non lo volevo in casa.." dice.

Le stringo una mano. "Mi chiedo come si possa tradire una donna bella come te, mamma.. non credo che la sua collega avesse qualcosa in più di te.." dico sorridendo, e rubandole una risata. Poi continuo. "Ma alla fine devo dire che stare da sole non è proprio così male, sai." dico. Mia madre annuisce. "Che ne dici se stasera facciamo una maratona di film seria, come facevano anni fa?" mi chiede. Io annuisco. "Le pagine della nostra vita?" le chiedo. "Andata." mi dice sorridendomi, e la abbraccio.


giorni dopo

Sono abbracciata a Tom nel suo letto.
Era da tanto tempo che non passavano momenti insieme e quindi dopo scuola sono venuta a casa sua, e abbiamo recuperato il tempo perso, anche se i pensieri delle settimane precedenti non fanno che assillarmi. Di nascosto da mia madre, sono andata a comprarmi un'altra scatola di Xanax che tengo ben nascosta nel mio zaino.

Nel mentre, Tom si accorge che non sono presente mentalmente. "A che pensi?" mi chiede, guardandomi. Sospiro e gli sorrido. "Nulla, tranquillo.. solo.. mi sei mancato e mi sono mancati tanto questi momenti.." dico. Mi sento in colpa perché non le penso ste cose ma devo mettermi in testa che ormai Sam non mi darà più questi momenti. Il problema è che più va avanti la mia storia con Tom, più mi rendo conto che non lo amo. Non come lui si aspetterebbe.

Mi piace, ma l'amore è un'altra cosa. L'amore è Sam: colui che riesce a mandarmi a quel paese tutti i neuroni solo guardandomi e che riesce a farmi provare emozioni forti nonostante ne sia passato di tempo. Ma non posso mollare Tom, non riesco a pensare di potergli spezzare il cuore.. non ce la faccio. E in più mi renderei solo più vulnerabile, Alice mi attaccherebbe ad ogni occasione che si presenta buona, e non ho la forza di affrontare le sue cattiverie e cercare di tenerle testa.

Più che altro non ho proprio voglia di sentire la sua odiosa voce. "È vero?" mi chiede. Io lo guardo confusa. "Perché non dovrebbe essere vero?" chiedo. Lui distoglie lo sguardo e guarda il soffitto. "Non so.. in queste ultime settimane sei strana e non capisco cosa ti prende.." dice. Mi sento un nodo in colpa, e le lacrime sull'orlo di uscire. "Tom.. ti prego, non fare il paranoico. Sono un po' di cose che messe insieme mi causano stress. La scuola.." comincio a dire guardandolo ma lui mi interrompe. "Non è la scuola il problema, perché sei brava e lo sai.. È qualcos'altro, e vorrei tanto sapere cosa ti turba.. almeno per sapere se posso fare qualcosa." Lo guardo sorridendo. "No.. purtroppo sono cose che devo risolvere da sola e nessuno può aiutarmi.. ma non preoccuparti, sto bene, anche perché ho accanto un ragazzo meraviglioso." dico.

Questo lo penso veramente e il problema è che io questo ragazzo non me lo merito proprio.

Lui mi sorride e stringendomi a sé, mi stampa un bacio sulle labbra. "Ti amo." dice. Io lo guardo. Mi sto sentendo in colpa perché lui lo prova veramente, ma scaccio questi pensieri negativi e gli sorrido. "Anche io." dico. Ricomincia a baciarmi, partendo dalle labbra per poi andare al collo e proseguire sulla spalla. Quando si stacca, mi guarda e in un secondo mi ritrovo senza il lenzuolo addosso che mi copriva con lui sopra. Passa le mani su ogni centimetro del mio corpo mentre mi bacia il collo alternandolo a morsi, che so già lasceranno segni ben evidenti. Poco dopo lo sento aprire il cassetto, e prende un preservativo.

Tre volte nel giro di due ore sono tante ma se serve a farmi smettere di pensare e portarmi con la testa altrove, ben venga.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora