Capitolo 57

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Samuele

3 giugno

Oggi è un giorno molto importante per me: alla pista verranno gli osservatori direttamente dall'America, e dire che sono agitato è poco.
Non dovrei ma ho un'ansia pazzesca, vengono da college prestigiosi e sono persone che non vogliono perdere tempo. Inoltre non ho avuto il coraggio di dire a Valentina la durata e la destinazione in caso mi assegnassero una borsa di studio, non ce la faccio. Mi sentirei male a spezzarle il cuore per una cosa del genere: me ne potrei andare per 3 anni in un altro Stato, e la abbandonerei qui. Troverò il momento giusto in caso sperando di non distruggerla.

Sono nel mio capannone a prepararmi, sistemando le ultime cose alla moto e mettendomi guanti e casco. Nel frattempo entra Marco, che mi guarda sorridendo. "Allora, amico, pronto?" mi chiede, dandomi una pacca sulla spalla. "Bro, ho un ansia che sto sudando freddo.. e sai che non è da me.." dico, guardandolo. Marco fa una risata. "Dai non ti preoccupare, tutti gli osservatori saranno allibiti da te e lo sai.. non agitarti inutilmente.. comunque il coach ci vuole fuori per una riunione prima di andare in pista.." mi dice. Usciamo dal mio capannone, e andiamo ad unirci alla cerchia che si è formata intorno al coach. "Allora ragazzi, per alcuni oggi potrebbe essere un giorno speciale.. un passo importante per la vostra carriera.. mi raccomando date il meglio di voi stessi." dice per poi rivolgere uno sguardo a me. Conclude spiegando che gareggeremo a coppie e la borsa varrà per uno dei due. E chi mi tocca? Riccardo. "Pronto ad essere battuto?" mi passa accanto col suo ghigno antipatico. "Fosse in te tremerei, oggi sono più competitivo del solito.. non vorrei piangessi in caso di sconfitta." dico con tono menefreghista guardandolo dritto negli occhi. "Uhh, pensi di farmi paura? Non vorrei che fossi tu a metterti a piangere, oggi ho proprio voglia di farti il culo.." mi dice ridendo malvagiamente. Sorrido ghignando. "Che vada al migliore." dico semplicemente e vado nel mio capannone a prendere la moto, lasciandolo lì. La accendo e mi posiziono in pista aspettando Riccardo, dato che siamo i primi a gareggiare. Poco dopo arriva e il coach ci dà il via per partire: 2 giri con esibizioni, il primo che conclude avrà un vantaggio.

Comincio a girare accelerando non troppo ma cercando di fare le acrobazie perfette, mentre Riccardo pensa solo a correre pur di arrivare primo. Io giustamente mi preoccupo troppo delle acrobazie da fare in maniera eccezionale che Riccardo riesce ad arrivare prima di me al traguardo. CAZZO. Ho già uno svantaggio: bene, non prenderò la borsa di studio. Meraviglioso. Mi avvicino alla staccionata e il coach mi affianca. "Sono andato male, mi dispiace coach.." dico al coach quasi dispiaciuto. Il coach, invece, sembra contento. "Stai scherzando spero.. sei andato da Dio, cavolo.. li hai lasciati tutti stupiti, anche se non sei arrivato primo sei andato forte e le acrobazie erano perfette.. non perdere la speranza.." mi dice, lasciandomi una pacca sulla spalla. Mentre torno nel mio gazebo con il sorriso per le parole del coach, sento un rombo di un motore vicino e appena mi giro, la moto di Riccardo frena sfiorandomi la gamba e sporcando di terra tutta la mia moto. "Qualcuno ha perso, mi sembra. Avrai fatto pure sbavare gli osservatori, ma non mi interessa, sono io il migliore comunque. E l'ho appena dimostrato, vincendomi il vantaggio. Vado già a prepararmi le valigie.." dice con una cattiveria assoluta. Detto questo, non aspetta neanche che provi a ribattere, se ne va tornando al suo gazebo. Metto la moto a posto togliendomi i guanti e il casco, e mi siedo sul tavolo a guardare il telefono per distrarmi un attimo. Riccardo ha anche ragione: ha vinto il vantaggio, e potrò aver fatto tutto il resto perfetto ma sono stato lento e per il primo classificato della regione toscana, è un punto in meno.

Mentre mi ripulisco la moto, entra Marco, ma lo ignoro completamente. Non ho voglia di farmi consolare. "Amico, sei stato grande." dice. Lo guardo serio. "Non prendermi per il culo, non sono dell'umore.." dico. Marco ride e lo fulmino, non capendone il motivo. "Vorrei mentire ma sei stato davvero grande.. gli osservatori erano allibiti.." dice. Lo guardo. "Si ma non ho preso il vantaggio.. la daranno a Riccardo la borsa di studio, dunque.." dico. Ma Marco non molla la presa. "E allora? Fanculo al vantaggio, a loro serve gente talentosa e tu te la meriti quella borsa di studio.. se non te la danno ci perdono loro, non deprimerti.. il Sam che conosco io non molla così facilmente.." dice battendo una mano sulla mia gamba. "Grazie Marco.. sei un vero amico, davvero.. ma non voglio farmi troppe illusioni.." dico. "Tranquillo bro, in caso ce ne torniamo a casa a testa alta.. a proposito, a Vale l'hai detto?" mi chiede.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora