Epilogo-7

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Samuele

Le parole dei gemelli l'avevano turbato e l'ho vista che mi guardava a disagio, non sapeva cosa rispondere ed è stata rapida nel salutarli e andarsene. Dò la buonanotte anche io ai miei figli, e vado di sotto. È strano dire che ho dei figli, ma quando vedo Elisa vedo mia madre. Oltre al nome è anche molto simile a lei.  Invece Jacopo è la copia di Valentina, mi piace guardarlo negli occhi: vedo lei. Non sono arrabbiata con Vale per il fatto che non me l'abbia detto, probabilmente a 18 anni l'avrei presa in modo sbagliato ma ora a 27 anni sono abbastanza adulto anche nel capire che non me l'ha detto perché voleva seguissi il mio percorso.

Arrivo in salotto e la trovo con la testa fra le mani seduta sul divano: è andata in corto con le parole di suo figlio, e l'ha messa in difficoltà. Ma non ho intenzione di permettere a un bambino di 8 anni, specialmente nostro figlio, di farla sentire così. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei. Alza lo sguardo per guardarmi: ha gli occhi lucidi ma non sta piangendo. "Ehi, va tutto bene.." dico cingendole le spalle. Ma lei velocemente si leva dalla mia e si alza in piedi; quando si gira ha un'espressione furiosa. "No Sam, non va affatto bene.." dice. La guardo confuso. "Vale, non permettere a tuo figlio di farti stare così.. è un bambino, ti prego.." la guardo cercando di farla ragionare. "I miei figli odiano Tom, colui che per 3 anni li ha anche cresciuti.. pensa se eravamo già sposati e tu ti fossi presentato in quel fottuto momento, quanto me l'avrebbero rinfacciato.." dice fuori di sè. Parla velocemente anche per effetto dei farmaci e mi spezza il cuore vederla così fragile. "E allora? Lascia che lo pensino.." dico seriamente. Lei mi fissa. "Jacopo quando ti ha incontrato la prima volta mi ha detto esplicitamente di non voler vedere più Tom.. e mi spezza il cuore sapere che non posso accontentarli.. questa volta non posso proprio.." dice continuando a camminare avanti e indietro, dandomi leggermente il nervoso.

Mi alzo e la fermo, mettendomi davanti a lei. "Vale, ascoltami.. smettila di darti colpa e non buttarti giù per le parole dette da due bambini di 8 anni.. ora vedono Tom come una minaccia, per paura di non vedermi più.. ma non sarà così, con gli anni si affievolirà questa cosa e quando saranno un po' più grandi capiranno ogni cosa e non ti rinfacceranno proprio un bel niente.." dico quasi alzando la voce ma lei continua a fissarmi dritto negli occhi e sembra aver afferrato il concetto del mio discorso. Annuisce e poi cambia discorso. "So che ti sembrerà assurdo detto da me.. ma ti va di bere?" mi chiede quasi timorosa della mia reazione. La guardo sorridendo. "Ma non lavori? Non sarebbe il caso.." le chiedo. Scuote la testa. "Il sabato è il mio giorno libero.. non te l'avrei proposto se lavoravo.." mi dice.

Sorrido e va in cucina tornando con una bottiglia. "Beviamo senza bicchieri, meno fatica.." dice aprendola, e noto che è whisky. "Da quando hai questi gusti raffinati da borghese?" le chiedo sorridendo. Lei mi sorride e beve un sorso del liquido e poi mi passa la bottiglia. Butto giù anche io un bel sorso, la gola mi va a fuoco ma è anche piacevole. Stiamo in silenzio e continuiamo a passarci la bottiglia finché non la prosciughiamo tutta. Io sento leggermente la testa girare, inoltre erano anni che non bevevo poiché Greta è astemia e non volevo metterla in posizione di sentirsi a disagio quando uscivamo quindi non bevevo mai niente di alcolico.

Mi giro verso la ragazza al mio fianco, e vedo che non è messa meglio di me: guarda dritto davanti a sé ma ha lo sguardo completamente assente. È brilla. Rompo il silenzio. "Cos'hai intenzione di fare con Tom?" le chiedo senza rendermene conto. Ma che cazzo di domande faccio? "A dire il vero non ne ho idea.. insomma, io non lo amo.. mi ci sono messa insieme solo per dare ai bimbi una figura paterna.. e sapendo che Tom lavorava in ospedale con me abbiamo ricominciato da capo con un 'mi dispiace' ma due secondi dopo averlo fatto, mi sono resa conto della grande stronzata che avevo appena commesso.. ma poi mi sono resa conto che l'ho fatto anche perché mi sentivo sola.." dice seria, mantenendo lo sguardo perso nel vuoto. "Come potevi sentirti sola? Avevi Marco.. avevi Mel.. avevi Benedetta.. tua madre.. i gemelli.." dico.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora