Epilogo-8

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Valentina

Apro gli occhi sbattendoli più volte. Mi sento la testa scoppiare e non me la sento proprio di alzarmi. Ho un leggero senso di nausea ma cerco di ignorarlo, sarà perché sono a digiuno da un po' d'ore. L'occhio mi cade sulla sveglia del mio comodino: le 9.34.. I BAMBINI.  Mi alzo seduta e vado verso la porta quando mi rendo conto di essere senza vestiti. Mi giro lentamente ma penso di aver capito cos'ho combinato. Guardo verso il mio letto e vedo Sam che dorme beato nella parte del letto dove qualche settimana fa c'era Tom.  Ha il lenzuolo fino a metà vita, tutto l'addome è scoperto e non nego che mi trovo davanti ad uno spettacolo magnifico.

Cerco di non fare pensieri sconci e distolgo lo sguardo per vestirmi velocemente, cercando di fare meno rumore possibile. Ma mentre sto per aprire la porta, sento che si muove. E poi la sua voce. "Ehi.." mi dice. Mi giro verso di lui accennando un sorriso, e vado verso di lui sedendomi sul bordo del letto. "Ehi.." dico guardandolo. Si appoggia sui gomiti e mi guarda confuso. "Senti.. per ieri sera.." comincia a dirmi, ma lo fermo e appoggio una mano sulla spalla. "Ti ho offerto io una sbronza gratis e questa cosa l'abbiamo fatta in due.. non devi giustificarti.." dico semplicemente. Sarà un comportamento incoerente ma non posso mentire che Sam mi fa sentire al sicuro e mi fa sentire completa, cosa che Tom non riesce.

Lui mi sorride, mi accarezza un braccio, io mi avvicino e gli lascio un bacio a stampo sulle labbra. "Il bagno è lì.. ti aspetto in cucina.." dico, per poi alzarmi e andare di là. Dopo mi torna in mente quello che dovevo fare: Eli e Jacopo li sveglio sempre io ogni mattina e stamattina mi sono addormentata, salgo di corsa in camera ma appena apro la porta trovo i letti vuoti e rifatti. Scendo confusa. Ma appena arrivo in cucina trovo un biglietto sul tavolo e tutto imbandito per la colazione. Leggo: 'Buongiorno, ho pensato io a portare a scuola i gemelli. Divertiti questa notte? Penso di si. Buona colazione, Marco.' Voglio un mondo di bene a questo ragazzo.

Sorrido e nel frattempo arriva Sam in cucina che legge dal biglietto tra le mie mani. "Io te l'ho detto che ci avrebbe sentiti.." dice ridendo e sedendosi. "Tanto lo sapeva che sarebbe finita così.." dico soprappensiero. ".. lo sa che se ci mette in una stanza insieme finisce così.." continuo. Alzo lo sguardo guardandolo. "E adesso? Che succede?" mi chiede, cambiando discorso. Sospiro. "Sinceramente non ne ho idea.. non ho ancora chiuso con Tom e.." dico. "Va bene, ho capito.. è stata solo una serata.." mi dice.

Scuoto la testa. ".. ieri sera ti ho detto che ti amo.. ma se devo mollare Tom, voglio farlo senza ferirlo.." dico, alzando un po' il tono della voce. ".. quindi questo vuol dire che io e te.. insomma.." mi chiede, lo vedo in difficoltà e sembra imbarazzato dato che mette la mano dietro alla testa. Mi avvicino e gli metto le braccia dietro al collo. "Me lo stai davvero chiedendo?" dico, accennando una risata. Lui mi guarda, stringendomi in vita. "Beh, si.. voglio sentirmelo dire.." mi dice sorridendomi. Non rispondo, semplicemente lo bacio. Quando mi allontano mi metto a osservarlo. "Va bene anche coi fatti, no?" dico. Lui annuisce e ritorna sulle mie labbra.

Mentre siamo lì, una voce ci interrompe. "Ehi, piccioncini.." mi giro e trovo Marco con espressione divertita in viso. "Ehi.." lo saluto. "Che ci fai ancora qua? Oggi non dovevi tornare al lavoro?" chiedo. Si era preso una pausa dal lavoro da quando Mel era venuta a mancare e lo capivo. Aveva bisogno di elaborare il fatto che Giulio adesso aveva solo lui, e anche io gli avevo consigliato di prendersi tutto il tempo che voleva; quando sarebbe stato pronto, sarebbe ritornato. Ma ormai era un mese che era a casa e per quanto si stia tirando su, non capivo come mai non voleva tornare. "Non ancora.. " dice sospirando. È chiaro che non vuole aprire il discorso.

Sam interviene. "Senti amico, se non te la senti non sentirti obbligato.. siamo solo preoccupati.." dice per poi guardarmi per affermare e io annuisco, anche perché la penso come lui. "Ragazzi.. ci stavo insieme da anni, é difficile per me.. ho incubi tutte le notti, è sempre nei miei pensieri e non riesco a concentrarmi su nulla.." dice agitandosi. "Perché non me l'hai detto?" chiedo guardandola preoccupata. "Avevi già tutti i tuoi problemi a cui pensare, non volevo aggiungerti anche il mio.." mi dice. "Tu non sei un problema, Marco. Sei il mio migliore amico, come minimo ti avrei aiutato.." dico. Ci penso un attimo. "Avrei un'idea per cercare di aiutarti, se sei disposto a provare, ovviamente.." propongo, guardandola. Marco mi guarda accennandomi di continuare. "Quando.." deglutisco nel dirlo. ".. dopo che Sam era andato via.." continuo, vedo Sam guardarmi. ".. sono andata da una psicoanalista per parlare, avevo paura di essere caduta di nuovo in depressione dato che nonostante fossi felice di avere i gemelli tra le mie braccia, non riuscivo a tirarmi su.. e mi ha aiutato." concludo.

"Perché non me l'hai detto?" mi chiede Marco, usando lo stesso tono che ho usato io. "Perché non lo sapeva neanche mia madre.. mi inventavo che andavo a studiare in biblioteca e invece andavo in ospedale.. ora siamo molto amiche e se vuoi gliene parlo.. le farà piacere.." dico, accennando un sorriso. "Grazie Vale.. sei un medico e mi fido, va bene.. posso provarci.." dice sorridendomi. Mi metto su l'acqua nel bollitore per bere un po' di the caldo, e nel mentre i due ragazzi si siedono. "Allora.. questa notte?" chiede Marco divertito.

Sento il cuore battere a mille e molto probabilmente sono diventata tutta rossa in viso, data la faccia divertita del mio migliore amico. "Marco, ti prego.." dico imbarazzata e guardo Sam in cerca di una mano per uscire dalla situazione. "Beh.. la bottiglia di whisky mi ha dato tutte le risposte.. per fortuna me ne sono accorto prima che i gemelli la vedessero.." dice. "Mi ha offerto da bere e diciamo che dal litigare siamo passati ai fatti.." dice Sam ridendo. "Fidati, ho sentito tutto." dice Marco, e io mi metto le mani davanti alla faccia.

"Allora, cambiando discorso e parlando di cose serie.. dopo la vostra serata, cosa pensate di fare?" chiede guardando entrambi. Parlo io. "Prima devo parlare con Tom, e poi si vedrà.." dico, come ho detto a Sam. "Vi prego, ditemi che tornerete insieme.. mentre portavo i gemelli a scuola, mi hanno stressato chiedendomi se finalmente vi vedranno insieme.. sappiamo che vi sposerete alla fine, ma non prolungate la cosa.." spiega Marco divertito. Ci mettiamo tutti e tre a ridere.

Adoro passare questi momenti con le persone che amo di più. Ma ne manca una all'appello. E si sente la sua mancanza, non poco.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora