Epilogo-2

40 4 0
                                    

Sono seduta nella sala operatoria, dove è appena morta la mia migliore amica, e non riesco a fare altro che continuare a versare lacrime da mezz'ora ormai. Ho chiesto al dottore di poter star qui un attimo per realizzare, non sarei riuscita a far andare avanti la giornata come se niente fosse. Il dottore aveva insistito che era meglio per me non stare lì ma l'ho pregato, dicendo che dovevo avvisare anche il marito.

Si, Mel e Marco si sono sposati: ovviamente lui era anche nei suoi anni di borsa di studio e non poteva tornare, e così Marco ha dovuto chiedere ad un altra persona di fargli da testimone, mentre io e Alice lo abbiamo fatto a Mel. Prendo il telefono facendomi coraggio. "Pronto?" sento la voce di Marco tranquilla. Mi si spezza il cuore a dovergli dire una cosa del genere. "Ehi.." dico, con la voce tremante. "Vale, ehi.. che succede? Stai piangendo? Mi devo preoccupare?" mi chiede velocemente. Mi mordo il labbro e lo dico. "Dovresti venire in ospedale.. adesso." dico, ma le lacrime ricominciano a scendermi. "Ehi, oh.. che è successo?" adesso si allarma. "Mel.. Marco, ti prego vieni.." dico, e metto giù la chiamata.

Guardo la mia migliore amica, su quel letto, immobile. Se penso che non le parlerò più e non la vedrò più sorridere mi devasta. Esco dalla sala operatoria dopo un po' e mi metto vicino all'entrata per vedere se arriva Marco. Poco dopo lo vedo arrivare correndo, ha la faccia preoccupata. "Ehi, che è successo a Mel?" mi chiede, è quasi in lacrime. Senza parlare, lo porto nella stanza dove c'è lei: appena la vede, le va vicino. "Perché non ha macchinari attaccati? Che significa?" mi chiede agitato. "Perché non respira? Oh mio dio.." conclude e si mette una mano sulla testa, non sapendo se piangere o spaccare qualsiasi cosa si trovi intorno. Mi avvicino. "Mi dispiace, ma ha perso tanto sangue.. e ha preso un colpo di testa bello forte, non rispondeva più agli stimoli.. in pratica, anche se il cuore ricominciava a battere, lei non ci sarebbe stata più lo stesso.." dico tremante, per spiegare la realtà dei fatti, scritti da medico sulla cartella clinica. "Come faccio con Giulio adesso?" mi chiede Marco preoccupato. Giulio è loro figlio, ha ormai 5 anni, è la fotocopia di Marco, è un bimbo adorabile e adora giocare con i miei, essendo cugini abbiamo cercato di farli crescere insieme e si vogliono un mondo di bene. "..come faccio a tornare in quella casa senza di lei?" continua, guardandomi disperato.

Faccio una proposta che stupisce pure me. "Senti, se vuoi, puoi venire a stare da me.. ho la casa grande, Eli e Jacopo non avranno problemi.. anzi avranno un compagno di giochi in più.. sul serio Marco, sei il mio migliore amico e come minimo, lascia che ti aiuti.." dico, accennando un sorriso. "No Vale, davvero.. hai i tuoi spazi.. e Tom.. no stai tranquilla.." mi dice. "No.. ehi.. credo che io e Tom dobbiamo prenderci una pausa, e ho bisogno di parlare con qualcuno.. ti prego.." dico guardandolo. Lui annuisce e mi abbraccia. "Va bene.. ma come mai la pausa?" mi chiede. A lui e a Mel non avevo avuto il coraggio di dirlo. "Mi ha fatto la proposta.." dico abbassando lo sguardo. "So che non dovrei dirtelo, ma da migliore amico penso al meglio per te.. e sarò sincero: io credo tu abbia sbagliato a tornare con Tom.." dice. E si, ha ragione. Annuisco. "Tranquillo, hai solo ragione.." dico.

Marco mi guarda. "Lo sai che glielo devo dire? Se ti turba, cercherò di fare in modo che non vi vediate, se non sei pronta.." mi dice. Mi sembra ovvio che deve chiamarlo per avvisarlo di Mel. E che probabilmente tornerà. Annuisco. "Tanto prima o poi devo affrontarlo.." dico. Esce e vedo che si mette al telefono, parla e poi torna. "Sarà qui entro due giorni.." dice. A me comincia la tachicardia ma annuisco sembrando calma.

due giorni dopo

Nel giro di due giorni è successo di tutto. Ho ricominciato a prendere lo Xanax come anni fa: la morte di Mel mi ha sconvolto e davanti ai miei figli volevo sembrare normale, anche loro ci sono rimasti male, erano tanto legati alla zia ma in compenso si sono tirati su il morale quando ho detto loro che Marco e Giulio sarebbero venuti da noi. La parte più dura fu parlarne con Tom. Ovviamente aveva capito che io e Marco eravamo particolarmente toccati dall'evento ma quando gli dissi che non ero ancora pronta a rispondere andò su tutte le furie.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora