Capitolo 39

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"Perché invece credo che tu mi abbia seguito?" la guardo incuriosito ma lei rimane in silenzio guardando in basso. Credo di averla agitata, così la tranquillizzo. "Tranquilla, non sono arrabbiata." le dico.

Alice mi guarda. "Ho visto la scena in mensa e immaginavo che magari volevi stare da solo, ma volevo assicurarmi che stessi bene." dice accennandomi un leggero sorriso. Abbasso lo sguardo e poi la riguardo. "Guarda che non te l'ho chiesto perché mi dà fastidio la tua presenza, pensavo stessi male anche tu.. solo che adesso non sono la persona adatta a consolarti.." dico. Lei poggia una mano sulla mia. "In fondo è anche colpa mia se stai così.." dice.

Le stringo la mano. "Ehi, è colpa tua e ti prego, non sentirti in colpa per niente. Sono io che ti ha messo in mezzo a tutta questa storia." lo dico cercando di non far tremare la voce e alla fine sorrido debolmente. Mi ricordo di una cosa importante. "Ho una cosa per te.." gli dico, mettendomi la mano in tasca. Mi guarda incuriosita, non capendo subito cosa intendo. Tiro fuori dalla tasca la sua collana, la prova incriminante del mio tradimento. "L'hai lasciata nel capannone e l'ha trovata." spiego velocemente. Alice la prende."Grazie, pensavo di averla persa." dice.

Le sorrido e lei ricambia. Poi si alza. "Ti lascio ai tuoi pensieri, devo tornare in classe." mi dice. Poi mi guarda. "Se avessi bisogno, sappi che ci sono. E scusa per come mi sono comportata." dice. Detto questo se ne va, senza neanche attendere una risposta. Mi è appena passata per la testa un'idea folle, ma non così tanto.

Valentina

Finalmente il primo giorno di scuola era finito, tra Sam e la rissa con Tom non poteva andarmi peggio. L'unica cosa positiva della giornata per ora era B.

Esco di scuola per evitare di incontrare Sam, non sono pronta a rivederlo e riguardarlo negli occhi dopo le parole crudeli che gli ho rivolto. Mi avvio verso casa con calma, immersa nei miei pensieri, quando vengo interrotta. "Vale, ehi, aspettami." dice una voce dietro di me. Mi giro indietro e trovo gli occhi azzurri di Marco che mi fissano. "Marco, ehi." dico stupita.

"Tranquilla, abito in questi paraggi e dato che Melissa fa l'altro giro, ti ho vista e ho pensato di farti compagnia. Se non ti dà fastidio; in caso, tolgo il disturbo." mi dice ridendo leggermente. Sorrido ma dopo torno seria. "Per me non è un problema, Marco. Ma dopo oggi vorrei sotterrarmi e dovresti odiarmi, sono stata un mostro e non è da me.." dico tenendo gli occhi bassi, non ho il coraggio di guardarlo. "Non giustificarti con me, davvero." mi dice tenendo lo sguardo su di me. Mi fermo e lo guardo, sento gli occhi lucidi. "Non ti rendi conto di quello che ho fatto? L'ho trattato malissimo.. e mi sono spezzata il cuore da sola dicendo delle cattiverie.. Ora mi odierà come non mai." dico con la voce che trema.

Marco mi fissa senza dire nulla. "Hai solo espresso i tuoi sentimenti.. in modo esagerato, ma almeno ti sei sfogata." dice in modo pacato. "Esagerato? Marco, ho distrutto il cuore al ragazzo che amo, come se non stesse già male di suo. Però non posso perdonarlo.. solo ripensare a quel giorno mi viene la nausea." dico, e una lacrima mi scende sulla guancia ma la asciugo velocemente con la mano. "Posso assicurarti che lui non ti odia e te l'ha detto, anzi anche lui pensa che tu lo odi. Sempre detto che siete fatti l'uno per l'altro." dice ridendo ma io mi incupisco, sentendo un groppo alla gola.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora