Capitolo 50

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Samuele

"Ragazzi, è un'opportunità unica.. Non ditemi che volete rinunciare." dice il coach guardando me, Marco e un altro ragazzo del mio team.

Il coach ci sta offrendo delle borse di studio, che durano 3 anni. È come per gli adolescenti americani che vanno ai college per il football; noi ci andiamo per motociclismo. Io sono uno dei candidati insieme agli altri per poterne avere una, verranno gli osservatori e faremo un breve colloquio orale. L'unico problema è che i college validi per il nostro sport sono in America, gli osservatori vengono proprio da là, e il colloquio sarà rigorosamente in inglese. Questo ovviamente perché pretendono che noi atleti sappiamo anche questa lingua dato che alle gare internazionali ci fanno interviste anche giornalisti di altri Paesi. Io vorrei tanto andarci, sarebbe un sogno andare in America a studiare. Ma lasciare mia sorella e l'Italia per 3 anni, e andare completamente da solo in un altro continente mi spaventa e mi entusiasma allo stesso tempo.

"Sam?" la voce del coach mi richiama, mi giro verso di lui riemergendo dai miei pensieri. "Si.. diceva?" chiedo, confuso, dato che non lo stavo proprio ascoltando. Il coach mi guarda storto, noto che fa un'occhiata a Marco e all'altro ragazzo, che se ne vanno mentre io resto lì ad aspettare e vedere cos'ha da dirmi. Si siede sul tavolo e mi guarda dritto negli occhi. "Mi scusi, coach, ma non è proprio giornata.." dico. Lui mi ferma. "Sam, è da un po' che ti vedo strano, non sei più tu.. uno dei miei migliori, se non il miglior motociclista delle province toscane, che sembra quasi in depressione mi preoccupa parecchio.." dice. Mi tiro il ciuffo indietro e sospiro. "No coach, non si preoccupi.. solo è un periodo un po' così ma mi riprenderò. Glielo prometto." dico accennando un sorriso. Il coach mi mette una mano sulla spalla. "Ascolta, mi fido di te e lo sai. Ma devo chiedertelo e ti prego, sii sincero. Non ci perdi nulla a mentire." mi dice.

Mi preoccupa questa frase e faccio segno di continuare. "È vero che hai cominciato a farti di roba?" mi chiede guardandomi negli occhi. Sbianco. Oltre a Marco non sapeva nessuno di questa storia. E se glielo avesse detto? "Chi le ha fatto la soffiata?" chiedo, quasi arrabbiato. "Sam, rispondi alla mia domanda." mi dice il coach, ignorandomi. "Okay, si.. ne ho fatto uso ma solo un paio di volte.. è da settembre che non uso più quella roba." dico sincero. "Mi fido, altrimenti mi costringi a fare il test anti-doping a tutta la squadra." dice. Scuoto la testa. "No coach, può fidarsi. Davvero." dico. Il coach annuisce, poi mi riguarda incrociando le braccia. "Allora cosa pensi di fare?" mi chiede. Lo guardo confuso. "Riguardo a?" chiedo. "Alla borsa di studio.. Sam, te la meriti più di tutti. Pensaci, non buttare via quest'occasione. Verranno gli osservatori, certo. Ma non vorrei che in caso ti nominassero rifiutassi. Con il tuo primo titolo farai scintille sulle piste." dice. "E in caso non volessi? Nel senso, devo fare per forza solo moto in tutta la mia vita.. Se andassi in America, vorrei fare il college normale per studiare anche altre facoltà." dico. Il coach annuisce. "Certo.. Farai moto, ma poi nel college potrai studiare una normalissima facoltà. Con la mente brillante che hai, potrai conciliare le due cose senza problemi." dice. Io annuisco. "Beh, la ringrazio.. Farò ovviamente la prova per gli osservatori ma se dovessi prenderla, vorrei poterci pensare su.. non vorrei che mia sorella rimanesse da sola, sa della mia famiglia e non posso fare l'egoista pensando solo a me stesso." dico. "Certamente Sam.. sono sicuro che farai la scelta giusta." dice.

Mi congeda e io esco dal suo ufficio, sempre pensieroso. Mi viene incontro Marco, lo guardo per sentire cosa vuole dirmi lui. "Che voleva il coach?" chiede. "A quanto pare qualcuno ha fatto la soffiata sul fatto che mi sono drogato. Grazie tante amico." dico ironicamente ma sono arrabbiato. "Non penserai davvero che ho detto al coach che ti sei fatto di quella roba.. Amico, ma ti senti?" mi chiede profondamente offeso. "Le uniche persone a saperlo eravate tu e Valentina.. Lei è impossibile, l'unico sospetto sei tu.. magari l'hai fatto con le buone intenzioni, ma cavolo.. dovevi proprio dirgli una cosa di mesi fa?" gli chiedo alzando la voce. Lui rimane confuso davanti al mio arrabbiarsi. "Ti giuro che io al coach non ho detto nulla.. non potrei mai farti una cosa del genere." dice. Annuisco. Beh, ha ragione. "Scusa ma non saprei chi avrebbe potuto fare la soffiata su una storia di mesi fa e chi avrebbe potuto saperlo.." dico, pensando. "Dai, il coach si fida di te.. beh, farai la presentazione davanti agli osservatori? È ovvio che verranno solo per te.." dice Marco facendo un sorrisetto malizioso e incrociando le braccia. "Si, come no.. e poi anche se vincessi una borsa studio, prima di accettare dovrei pensarci su.. non voglio lasciare Mel qui da sola." dico.

Marco si mette a ridere. "Sam, non ha mica 10 anni. Guarda che avrà 18 anni se te ne vai. E in caso ci sono io, c'è Vale, Alice e le altre. Non rimarrà sola." dice. "C'è anche mio padre, ma non andrà a viverci insieme." dico. Lui fa una faccia sconvolta. "Come.. tuo padre? Ma non era in comunità a disintossicarsi?" mi chiede. Annuisco con la testa. "La settimana del mio compleanno si è presentato alla porta dicendo che era pulito, ci ha dato delle lettere scritte da mia madre.. e ci ha spiegato la verità sulla sua morte.." lo guardo. Lui fa uno sguardo quasi spaventato e mi intima a continuare. "Ci ha detto che era in metastasi, aveva la leucemia in stadio avanzato e non voleva curarsi.. e quindi ha preferito morire.." dico. Marco mi fa uno sguardo scioccato. "Amico, mi dispiace cazzo." dice. Sospiro e cambio discorso. "Beh.. devo tornare a casa.. ci vediamo domani a scuola." dico.

Torno nel mio capannone a prendere della roba e mi avvio verso casa. Appena entro, dò la notizia a mia sorella. Lei mi abbraccia felice e mi dice che spera ne vinca una, ma che le mancherò tantissimo. Vorrei tanto che potesse venire con me.

Giorni dopo

Sono sdraiato nel letto con Alice appoggiata sul mio petto. È da un po' che sto avendo pensieri su tutto, sia per la questione delle borse di studio ma anche per via dei miei sentimenti. Non sono più sicuro di nulla ultimamente e mi sto mettendo in crisi da sola.

Ormai Alice mi legge nel pensiero, riesce a capire tutti i miei umori. Ma a me con lei non riesce, solo con Valentina mi veniva facile. "Ehi, a che pensi?" mi chiede Alice ad un certo punto. "Niente, tranquilla.. sto bene." dico, ma lei alza lo sguardo per guardarmi dritta negli occhi. "Sam.. non è vero, cosa ti turba?" mi chiede quasi offesa. Mi alzo sui gomiti e le sorrido. "Niente che tu possa risolvere, ho vari pensieri per la testa." dico. Per evitare il suo sguardo da interrogatorio, mi alzo e prendo dalla giacca il pacchetto di sigarette, prendendo e accendendomene una. Purtroppo si, di nascosto ho preso questo piccolo vizio e lo condivido solo con Alice, dato che anche lei fuma.

Si alza pure lei, ne prende una dal suo pacchetto, e mi raggiunge alla finestra accendendosela pure lei. Mi giro a guardarla. Per quanto sia bella, non riesco più a provare il sentimento che provavo all'inizio. Mi sono reso conto che non sono mai stato innamorato, era il fatto che mi ero autoconvinto che la amavo per non ammettere che l'unica ragazza che io abbia mai amato è Valentina. All'inizio era semplice ma adesso non riesco a prendermi più in giro, mi riesce difficile dire ad Alice un 'ti amo' spontaneo. Ho paura di dirlo, potrei dire il nome della ragazza che amo veramente ed è l'ultima cosa che voglio. E in più, non voglio lasciarla. Sono già stato uno stronzo con lei, se la mollo per la seconda volta la spezzerei del tutto e Mel me la farebbe pagare. Quindi meglio che non faccia nulla.

Potrei mollarla per nulla, Valentina sta con Tommaso e non credo lo mollerebbe per rimettersi con me: lei ormai non mi vuole più. Mentre la sto fissando, Alice punta i suoi occhioni azzurri nei miei. "Non vorrai mica consumarmi tutta in una volta?" mi chiede sorridendomi. Io non le rispondo, butto la sigaretta ormai finita dalla finestra e mi fiondo sulle sue labbra. Lei, senza esitare, ricambia; lancia la sigaretta di sotto e si aggrappa al mio collo. Si stacca 2 secondi per guardarmi. "Ti amo Sam." dice.

Le sorrido, anche se dentro vorrei sprofondare.
Che pensieri orribili, mi sento un traditore. Mentre Alice mi sta dicendo che mi ama, io ho nella mente un'altra ragazza. "Anche io." dico semplicemente. E ci ributtiamo sul letto, per farlo una seconda, una terza e una quarta volta.

Valentina aveva ragione: uso il sesso come via per sfuggire dai miei problemi e dai miei pensieri.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora