Capitolo 11

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Samuele

Sono qui seduto davanti a casa sua, sul marciapiede della porta. Le ho chiesto dove fosse ma fa la misteriosa. Non so come fare; di certo non posso sfondargli la porta di casa. Ma ad un certo punto mi torna in mente un particolare.

Parlava di dover andare in ospedale quel giorno alla pista, quando l'ho abbracciata, che hanno trovato un midollo compatibile con il suo. Possibile che sia oggi? Corro a prendere la moto e mi dirigo all'ospedale. Parcheggio nel primo buco che trovo e corro dentro. Provo a pensare in che reparto possa trovarsi ma penso sia lo stesso dove l'ho conosciuta. Vado nel reparto "Oncologia" ma siccome sono di corsa, non puoi mai mancare l'inconveniente per farmi perdere tempo: sbatto contro una signora e le faccio cadere tutte le carte che aveva in mano per terra. Mi abbasso subito per raccogliergliele e scusandomi.

"Mi scusi tantissimo, non l'avevo vista.. Sono abbastanza di corsa.." ho il fiatone, non dovrei sforzarmi troppo. Ma chi se ne frega. "Non ti preoccupare, sono cose che capitano." Mi dice lei, sorridendomi debolmente. "Signora, si sente bene?" Anche se sono di fretta, non posso fare la figura dello scortese e del maleducato. Porto grande rispetto per gli adulti, e soprattutto qui in ospedale: lei sarà la mamma di qualcuno che sta male e non mi va di far finta di nulla. Anche se non mi conosce, bastano due parole per confortare.

"Tranquillo, non ti preoccupare.. sono solo un po' in ansia. Sai, stanno operando mia figlia e..." Smetto di ascoltare e guardo quella donna in viso. La guardo negli occhi e vedo quella scintilla che ho visto anche quando ho guardato Valentina. Possibile che lei sia sua madre? "Non si preoccupi, sono sicuro che andrà tutto bene.. Comunque, io sono Samuele, piacere." Le stringo la mano e lei ricambia, sorridendomi. "Samuele.. sai, mia figlia mi ha proprio parlato di un certo Samuele settimane fa e credo sia proprio tu.." Sorrido.

Si, manca solo un'ultima risposta. "Sua figlia si chiama Valentina?" le chiedo all'improvviso. Lei si illumina e guardandomi, sorride. "Si, è proprio lei.." Le sorrido. "Se vuole vado a prenderle qualcosa da bere, mentre lei vede se le dicono qualcosa. Va bene?" le chiedo. "Grazie caro." mi dice sorridendomi mentre si siede. "Si figuri." Vado a prenderle una bottiglietta d'acqua e le faccio compagnia finchè non termina l'operazione. Sua madre si alza in piedi.

"Dottore, allora?" Il dottore all'inizio guarda per terra tutto serio, poi guarda lei e gli sorride. "È andato tutto bene. Valentina sta bene, non ci sono state complicazioni.. dobbiamo aspettare un po' per vedere se c'è rigetto ma data l'alta compatibilità non credo ci sia da preoccuparsi." Vedo sua mamma che si mette a piangere di gioia. "Grazie dottore, di tutto quanto." dice emozionata. "Fra poco portiamo Valentina in stanza, se vuole aspettarla.." dice e poi ritorna in sala operatoria.

Tiro un sospiro di sollievo. Sua madre mi guarda e viene a stringermi in un caloroso abbraccio. "Grazie del supporto, se vuoi entrare a salutarla dopo, non c'è problema sai." mi dice. "Vada prima lei. Io posso anche aspettare." dico sorridendole. "Sei una persona magnifica, sul serio.. è raro trovare ragazzi della tua età con il tuo carattere.. beh, grazie ancora." Le sorrido mentre me lo dice. Mi fa piacere sentire certe parole.

Finché sua madre va in stanza, dalla sala operatoria esce un lettino. Già, il suo lettino. E sopra c'è lei che dorme, attaccata alla flebo e un tubetto dell'ossigeno attaccato al naso. Anche mentre dorme è bellissima. Mi siedo e aspetto sua madre che esca dalla stanza. Dopo neanche mezz'ora esce e mi dà il consenso di entrare. Ovviamente è sotto anestesia quindi ci vorrà un po' che si svegli.

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora