Capitolo 51

42 3 0
                                    

19 aprile

Sono passati altri 2 mesi.
La situazione mi sta sfuggendo di mano, sto sempre peggio e le dosi di Xanax stanno aumentando man mano che passa il tempo. Cerco di restare positiva davanti alle ragazze e con Tom ma poi, quando sono sola, mi rifugio nel rumore dei miei pensieri e in automatico comincio a piangere perché non so più come sfogarmi.

Comunque, questa settimana è il 18esimo di Mel. Lei è la prima di tutte noi a diventare maggiorenne, e io, Alice, Monica, Martina e anche B., che ormai si è ambientata, stiamo decidendo che regalo farle, dato che vorremmo fosse speciale. Alla fine, dopo varie idee, le abbiamo comprato un iPhone 11, sotto consiglio di Marco, dato che lui gli regalerà un viaggio insieme a Parigi, e mi ha riferito che le serviva un telefono nuovo dato che il suo stava per rompersi.

In tutto ciò mi sembra strano avere Alice intorno e non litigarci più, io la tratto normalmente e le porto rispetto, anche se le occhiatacce da parte sua non mancano mai. Ma quando la vedo con Sam mi intristisco e l'unica soluzione è andare da Tommaso, per distrarmi. Sennò devo chiudermi in bagno a piangere.

Per quanto riguarda i festeggiamenti, anche lei darà una festa a casa sua come suo fratello invitando tanta gente. Non sono in vena di feste, sarò sincera, ma mi farà bene distrarmi anche se mi dovrò tenere a distanza da Sam e Alice. Il giorno prima della festa sono andata con mia madre a prendere un vestito carino per la festa, volevo qualcosa di diverso dal solito e la trovai: era un vestito attillato, di velluto nero, con le maniche a 3/4  e le spalle scoperte, e lungo fino a metà coscia. Non era nel mio range questo tipo di abbigliamento ma con il mio cambiamento volevo provare qualcosa di nuovo e mi sentivo in vena di osare.

La sera della festa

Dopo essermi fatta un bagno rilassante, mi trucco leggermente e mi faccio i boccoli, misi il vestito e ai piedi delle semplici ballerine nere. Presi la giacca, il telefono e dopo aver salutato mia madre mi avviai a casa di Mel. Noi ragazze ci trovammo prima per darle una mano a organizzare la casa. Appena entrai salutai tutte ma una di loro mi ignorò: Alice. Dopo un po' che mi sentii osservata, mi girai verso di lei e le andai incontro. "Dimmi." le dico incrociando le braccia.

"Cosa?" mi dice imitando la mia posizione. "La puoi smettere? Mi sembrava fosse tutto apposto.." le dico scontrosa. Lei fa una risata e punta i suoi occhi nei miei, congelandomi all'istante. "Chiariamo una cosa: se pensi di essere una figa da paura, lasciati dire che non lo sei.. rimarrai la bambina che ha i suoi problemi e che si lamenti di tutto.. 'povera me, sono una depressa del cazzo, una malata terminale e se non mi sono tagliata le vene è perché non ho il coraggio per farla finita.'.. questa è la verità, piccola V... non sei e non sarai mai nessuno.. accetta il fatto che Sam ormai ti ha dimenticata e presto succederà anche con Tom.." dice perfida, mantenendo serietà nel tono.

Oh piccola Alice, stai per tirare fuori la bestia che è in me. Le sorrido. "Tutto questo discorso mi ha solo fatto capire che odi il fatto che io ti tengo testa e non riesci a controllarmi.. non osare parlare della mia leucemia o della depressione, non sai un cazzo. E Sam si renderà presto conto che non sei proprio cambiata, sei la solita stronza puttana che ho incontrato in discoteca mesi fa e che la ragazza gentile e carina che provi ad essere non è mai esistita.." dico seriamente anche io, mi giro e lascio lì a bocca aperta.

Non permetto a nessuno di dirmi nulla, tanto meno a quella. Come si permette di dirmi certe cose?

23.40

e così ci siamo ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora