38. Claire

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Io e Teo stiamo preparando una torta, il bambino fa da assaggiatore ufficiale. La cucina sembra un campo di battaglia, ma abbiamo quasi finito e una volta che il dolce sarà in forno potrò pulire con calma. Sono le sette e oggi resterò qui un po' di più, visto che Sabrina farà gli straordinari al lavoro.
La torta è per lei, Teo mi ha svelato infatti che è il compleanno della sua mamma.

Dato che Flavia sta definendo le ultime cose per il contratto di apprendistato, mi ha dato qualche serata libera. Quindi non ho problemi a stare un'oretta in più, anzi, mi fa comodo.

«Ecco qui. Adesso inforniamo la torta, così quando la tua mamma tornerà dal lavoro sarà pronta e appena aprirà la porta sentirà un buon profumo.»

Teo mi guarda e scoppia a ridere.
«Che c'è? Ho detto qualcosa di buffo?» rido anche io. È contagiosa l'allegria di questo bambino e stando con lui ho evitato di pensare al fatto che Alex ora non ne vuole sapere niente di me.
Forse con la storia del logo un po' mi avrà perdonata. Lo spero davvero, ero così contenta all'idea di avere un nuovo amico.

«Ciao. Ho fatto il prima possibile.»
Mi volto e mi trovo davanti Tom.
«Come, scusa?» chiedo, ma lui invece che rispondermi scoppia a ridere, imitando il fratellino.
Faccio due più due. «Scommetto che ho della farina sul naso o qualcosa del genere.»
Lui scuote la testa, prende uno strofinaccio dal tavolo e si avvicina.
«Solo un po' di cioccolata sulla faccia.» Si china su di me e mi strofina lo straccio sulla guancia sinistra.
I nostri sguardi si incontrano e mi sento avvampare. I suoi occhi verdi dietro le ciglia lunghe mi scrutano con attenzione e non riesco a non fissare le sue labbra. L'ultima volta che me lo sono trovato così vicino è stato quando ci siamo baciati.
Lui sembra accorgersi del mio imbarazzo e fa un sorrisino ironico, poi, una volta finito di togliermi la cioccolata dal viso, si allontana.
«Ora che sono arrivato puoi pure andare a casa. Dopo lavori al Five Stars, no?» mormora osservando il casino che c'è in cucina. Come se lui avesse intenzione di mettere in ordine, certo! Toccherebbe fare tutto alla povera Sabrina di ritorno dal lavoro.
«No, rimango finché non arriva tua madre, mi ha chiesto lei di farlo. E poi stasera non lavoro, ho la serata libera.»
«Davvero? Allora lo dico agli altri. Avevamo intenzione di trovarci per parlare del logo. Vorremmo far stampare delle t-shirt personalizzate ma il nostro senso artistico non è sviluppato quanto il tuo.»
Lo guardo di sottecchi: «Mi stai prendendo in giro, per caso?»
Lui scuote la testa. «No. Per una volta, credo di averti fatto un complimento.» Si gratta la testa con aria pensosa, sembra stupito lui stesso di ciò che ha appena ammesso.
Annuisco. «Devo solo tornare a casa a prendere il portatile e mangiare qualcosa.»
«Allora passo a prenderti io e poi andiamo direttamente a casa di Jack. Lì è più tranquillo.»
«Ok.»

Penso con una certa agitazione al fatto che starò in macchina da sola con Tom, poi mi do dell'idiota da sola. Quello su cui dovrei concentrarmi è che forse risolverò le cose con Alex e recupererò la sua amicizia. Lo spero davvero tanto.
Mi metto a riordinare in cucina, ma Teo comincia a lamentarsi perché ha fame.
«Ti faccio un panino, basta che la pianti.» borbotta Tom, seduto al tavolo con il cellulare in mano.
«Preparo io qualcosa, se vi va» propongo. Non mi sembra che un panino sia una cena appropriata per un bambino di quattro anni.
Tom alza le spalle, mormorando: «Come vuoi.» Si alza e se ne va, con lo sguardo fisso sullo schermo del telefono.
Ecco cosa intendeva sua madre con il fatto che ha un figlio completamente irresponsabile.
Mi sembra di immaginarmi il cervello di Tom, diviso tra ragazze e musica. Basta, nessun'altra preoccupazione trova spazio nella sua mente.

Per le sette e mezza la cucina è in ordine e Teo è seduto a tavola con un piatto di pasta al pomodoro davanti.
«Fai il bravo, vado a vedere se anche Tom ha fame.»

Salgo le scale e sto per bussare, quando la porta della camera di Tom si spalanca e me lo trovo davanti a petto nudo, la pelle ancora umida dopo la doccia.
Vorrei morire in questo stesso istante.
«Ehm... ero venuta per chiederti se ti andava di mangiare un po' di pasta. Ne ho fatta anche per tua mamma.» Distolgo lo sguardo da quei pettorali che non sono per niente male, ma non posso ignorare il profumo di bagnoschiuma e il calore che emana la sua pelle.
«Ok. Scendo» dice semplicemente e mi sbatte la porta in faccia.
Scuoto la testa e torno giù, cercando di non formulare pensieri troppo sconvenienti. Non è assolutamente da me immaginare certe cose.

Do una controllata alla torta in forno che è quasi pronta, il profumo di cioccolato ha riempito la cucina, poi preparo un piatto di pasta per Tom. Intanto Teo mangia tranquillo, deve essersi stancato abbastanza oggi pomeriggio, avendo corso avanti e indietro per il giardino come un matto. Per fortuna non si è più fatto male dopo quella volta in cui Alex è venuto ad aiutarmi a calmarlo. Anche perché ora non saprei più a chi chiedere.
«Tu non mangi niente?» mi domanda Tom guardandomi con aria interrogativa mentre prende posto al tavolo in cucina. Almeno ora indossa una T-shirt. Come se mi impedisse di ricordare quello che ora so che c'è sotto.

«No. Tanto tra poco torno a casa. E poi non penso di avere fatto abbastanza pasta.»
«Teo non ha l'aria di aver voglia di finire la sua, prendine un po' della mia, non ho ancora cominciato a mangiare.» Si alza per recuperare un piatto dallo scolapiatti e dà una sbirciata nella pentola sul fornello.
«Per mia mamma questa è troppa.» Mi riempie un piatto e me lo mette sotto il naso senza tante cerimonie.
«Su, mangia.»
Poi pare avere un'illuminazione improvvisa: «Dimenticavo, voi ragazze non andate d'accordo con i carboidrati.»
Scoppio a ridere e mi siedo, dopo aver recuperato una forchetta. A sentire il profumino del sugo al pomodoro mi è venuta una certa fame.
«Di certo ti riferisci alle ragazze che frequenti di solito. Non mi importa avere un fisico da modella se il prezzo da pagare è morire di fame.»
«Tu hai un bel fisico» commenta Tom noncurante, poi si caccia in bocca una grossa forchettata di penne, gli occhi verdi fissi nei miei.
Abbasso lo sguardo sul mio piatto di pasta, in imbarazzo.
«Claire, la torta è pronta?» interviene Teo.
Balzo su dalla sedia come una molla. «Sì. Ora la controllo.»
La torta è perfetta, spengo il forno e torno a sedermi per finire di mangiare. Tom ha già divorato la sua pasta.
«Era buona?» gli domando.
«Sì. O forse avevo solo fame» commenta, ironico. Si sa che i suoi complimenti sono molto rari. Mi ha stupito il fatto che abbia definito bello il mio fisico. Avrà mentito. Scommetto che è abituato a fare complimenti alle ragazze con lo scopo di portarsele a letto. Mi chiedo perché l'abbia fatto con me, dato che mi ha già assicurato in passato che non sono il suo tipo.
Eppure c'è stato il bacio e...
No, Claire, falla finita.

Mentre sto lavando i piatti, rientra Sabrina, che mi ringrazia per essermi fermata più a lungo, aver preparato la cena e la torta. Insiste perché rimanga per mangiarne una fetta. Intanto Teo le fa gli auguri saltellando e ridendo, mentre Tom si limita a un cenno quasi casuale.
Mi sento un po' a disagio, ma accetto, per far piacere alla donna e a Teo.

***

Ciao a tutti, spero che i capitoli di oggi vi siano piaciuti.

A domani, con quello nuovo. Grazie a chi segue la storia!

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora