44. Claire

5K 281 39
                                    

Il week end è volato, tra il lavoro al locale e il sabato pomeriggio a Milano con Alice.
È stato bello passare del tempo con la mia amica, che mi ha aggiornata su tutte le novità che riguardano i nostri ex compagni di scuola.
Lei, dal canto suo, comincerà l'università per laurearsi in lingue e letterature straniere e di ritorno dalla Spagna andrà a trovare Elisa in Inghilterra, che pare essere sulla buona strada per stabilirsi lì.
Se avrò messo da parte abbastanza soldi e Flavia mi permetterà di prendermi qualche giorno di ferie, mi piacerebbe andare con lei. Non sono mai stata in Inghilterra e sarebbe un'esperienza fantastica viverla con le mie due migliori amiche. In più, credo che una volta tornata la sorella di Tom, Rebecca, non ci sarà più bisogno di me per badare a Matteo.

Vedremo.

Oggi pomeriggio sono in salotto a guardare i cartoni animati con il piccolo, fuori il tempo è brutto e sta piovigginando, quindi ci tocca stare in casa.

Sento lo sbattere di alcune portiere fuori e riconosco le voci di Alex e Jack.

Mi affaccio alla finestra e vedo che i due sono scesi dal furgoncino di Fabio e stanno per suonare al citofono, così apro loro il cancelletto.
«Ciao ragazzi» li saluto, mentre percorrono il tragitto fino alla porta di casa sotto una leggera pioggerella.
«Hey Claire!» esclama Alex e mi abbraccia, dopodiché Jack fa lo stesso.
«Allora, come sono andati i concerti?» domando, mentre entrano in casa e intanto do una sbirciata al furgoncino. Fabio e Tom stanno scaricando l'amplificatore e la chitarra.
«Benissimo! Sai, ormai tutti conoscono Shut Up Bitch e abbiamo ricevuto altre proposte per suonare!» Alex è raggiante.
«Che bello, sono felice per voi ragazzi. Quindi ripartirete a breve?»

Jack alza le spalle. «Stiamo valutando la cosa. Sai, Tom non ha un lavoro fisso, ma io e Alex sì, quindi dobbiamo decidere che strada prendere. È arrivato il momento di osare.»
«La cosa si fa seria allora.» Non posso fare a meno di sorridere.
«Già.» In quel momento entrano Tom e Fabio.
«Ecco il nostro playboy. Le groupie vanno matte per lui, eh?» scherza Alex rivolgendosi al suo amico.
Jack scoppia a ridere. «Ne avrà presto fin sopra i capelli.»
Io guardo in direzione del chitarrista, che lancia un'occhiataccia ai suoi compagni dei Crunchy Melodies.
«Beh, meglio divertirsi finché ce lo si può permettere, no?» ammicco, ma Tom non pare contento della mia osservazione.
«Su, sloggiate tutti che ho voglia di dormire» sbotta.

Gli altri allora salutano e se ne vanno.

Prima di uscire Jack ricorda a Tom che deve fare una cosa.
Vedendo che è di malumore, lo lascio stare, anche se il mio cuore batte a mille in sua presenza, ora che ho accettato il fatto che mi piace.
Infatti in questi giorni ho pensato spesso a lui e sapere che se l'è spassata con le ragazze mi fa male. Chissà se cambierà mai?

Noto che Teo sta sbadigliando e, prima che si addormenti sul divano - questo pomeriggio non ha fatto il suo pisolino - lo porto di sopra in camera sua e lo metto a letto. Aspetto finché ha preso sonno e poi scendo a bere un bicchiere d'acqua in cucina.

Qui trovo Tom, che sta armeggiando con qualcosa nel frigorifero.
«Avete mangiato decentemente in questi giorni?» gli domando. «Se ti va posso prepararti qualcosa. Tanto per ora Teo sta dormendo tranquillo.»
Lui sbatte la porta del frigorifero e si avvicina a me. «Devi farti i cazzi tuoi, ok?»
Ha un'aria davvero arrabbiata, anche se non capisco come mai se la sia presa per un'offerta così innocente.
Non me ne starò in silenzio e non lascerò che mi tratti così.
«Che hai che non va? Mi sembra di essere stata gentile.» Alzo lo sguardo a fronteggiare i suoi occhi, che oggi tendono più al marrone che al verde.
«Puoi essere gentile con chi diavolo ti pare, ma devi lasciarmi stare.»
Mi spintona ed esce dalla cucina.
E no, non finirà così.
Lo seguo e lo raggiungo in sala. «Che cosa ti ho fatto adesso? Non ci vediamo da tre giorni. Almeno potresti salutarmi e chiedere come sto.»
«Come se me ne fregasse qualcosa.»
Del resto cosa mi ero aspettata? Che mi gettasse le braccia al collo e mi dichiarasse quanto gli fossi mancata? Non sarebbe stato da Tom.
«Cosa c'è, non ti sei sfogato abbastanza con le tue groupie?» lo provoco, indispettita.
Lui pare punto sul vivo da quell'affermazione. «Come ti permetti?» Fa due grandi passi e mi raggiunge. Mi ritrovo con le spalle contro il muro e lui a due centimetri.
«Chi sei tu per dare giudizi sulla mia vita? Non mi conosci neanche.»
Ha ragione, non sono nessuno per lui, eppure mi importa di lui. Il fatto di passare da una ragazza all'altra lo potrà rendere felice ora, ma non per sempre.
«Lo dico per il tuo bene» mormoro, mentre il cuore sembra volermi balzare fuori dal petto alla sua vicinanza. Fisso i suoi occhi, stretti in due fessure.
«Sai cosa potresti fare per il mio bene?» Indietreggia di un passo. «Potresti sparire.»
Ha parlato con un filo di voce e non sono sicura di quello che ho sentito.
«Come?»

«Devi sparire dalla mia vita. Non sopporto più la tua presenza.»

Abbasso lo sguardo. «Ti faccio così schifo?»
Lui mi volta le spalle. «Non mi fai affatto schifo. Solo, voglio che tu sparisca dalla mia mente.»
Rimango in silenzio.
«Per colpa tua non sono riuscito a combinare niente con le ragazze. Per colpa tua!» urla, si volta verso di me di nuovo, mi afferra per un braccio e mi attira a sé. Sembra che abbia intenzione di colpirmi o di baciarmi, poi mi lascia andare. Dopodiché sparisce su per le scale.
Mi accorgo di aver trattenuto il respiro.

Ricaccio indietro le lacrime e lo seguo al piano di sopra, la porta della sua camera è socchiusa e lo trovo seduto sul letto.
«Che diavolo vuoi? Non hai un bambino a cui badare?»
Non mi guarda nemmeno direttamente.
«Sono affari tuoi quello che fai con le ragazze, non provare a scaricare la colpa su di me.»
«Va' al diavolo e lasciami stare. Da quando sei arrivata tu, tutto sta andando a puttane.»
«Mi sembra che tu ci fossi già abituato, no?»
«Forse sarebbe stato meglio se tu lo fossi stata, una puttana, così ti avrei scopata e poi me ne sarei fregato di te.»
Spalanco gli occhi, inorridita per quello che ha appena detto.
«Non azzardarti più a parlarmi così. Non sono una di quelle bamboline che pende dalle tue labbra» ribatto ed esco dalla stanza.
Lo detesto! Odio il fatto che la sua vicinanza mi provochi questo stupido sfarfallio allo stomaco. Dannato cuore, non vuoi capire che stai sbagliando tutto?

***

Questo è stato uno dei capitoli che ho modificato di più, quindi vorrei chiedervi cosa ne pensate, se il comportamento di Claire e Tom vi è sembrato coerente oppure no. Fatemi sapere!

Alla prossima, grazie a chi segue la storia!

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora